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Educazione e buonismo all’italiana

L’intramontabile Paolo Crepet ha pubblicato l’ennesimo libro: “L’autorità perduta. Il coraggio che i figli ci chiedono” (Einaudi, 2011).

Il famoso psichiatra rispetta ancora una volta il suo ruolo di dispensatore di consigli per genitori ansiosi e dubbiosi, e sviluppa un piccolo saggio informale sulla trasformazione delle relazioni generazionali nelle famiglie borghesi e piccolo borghesi.

Secondo Crepet troppi ragazzi italiani hanno rinunciato alla libertà e all’indipendenza in cambio di una vita ricca di comodità e di sicurezze economiche. Probabilmente i giovani italiani sono tra i ragazzi più viziati del mondo insieme agli americani, però bisogna considerare che il mondo sta diventando sempre più complesso e più competitivo e quindi per maturare una buona formazione professionale è necessario studiare più anni. E i mercati del lavoro sono saturi fino all’inverosimile. Infatti la crisi economica ha costretto pure molti giovani statunitensi a vivere insieme ai genitori. Inoltre gli americani hanno anche il grosso problema di non riuscire a ripagare i debiti fatti per studiare, poiché la concorrenza dei laureati brasiliani, indiani, cinesi e coreani è sempre più forte.

Comunque è curioso notare che il problema degli eccessi di sicurezza in cui vivono molti ragazzi deriva proprio dai consigli dei cosiddetti esperti, fino al punto che i bambini sono costretti a fare molti esercizi di ginnastica con ginocchiere e protezioni assurde. Fa bene Crepet a sottolineare che non si può “asportare chirurgicamente ogni forma di dolore e di frustrazione dal cammino di crescita dei nostri figli”, altrimenti cresceranno ipersensibili e deboli nei confronti delle avversità della vita. In ogni caso i ragazzi dovrebbero imparare a svegliarsi da soli la mattina e a gestire le delusioni d’amore in modo autonomo, senza troppe interferenze da parte dei genitori (Crepet).

D’altra parte Crepet non ama la giustizia rigida e burocratica, ma cade nel classico tranello all’italiana quando suggerisce leggi più pesanti, anche se rieducative, invece di chiedere di effettuare maggiori controlli. In Italia di leggi ne abbiamo fin troppe, ma non c’è la volontà di farle rispettare. E manca un ordine delle priorità: facciamo perdere un sacco di tempo alle forze dell’ordine per controllare le prostitute e facciamo pochissimi controlli con il test dell’alcolemia.

A mio parere l’unico pericolo vero di oggi è quello della tossicodipendenza. Anche perché la politica italiana distrugge tutti i sogni dei giovani che erano abituati al favoloso stato di nirvana all’italiana creato dai loro genitori e nonni. E così il vizio della sostanza può trasformarsi facilmente nella grave malattia della tossicodipendenza che divora l’anima e disintegra le relazioni familiari.

Per quanto riguarda il mondo della scuola accade sempre più spesso che alcuni insegnanti “mal pagati, precari, in perenne crisi d’identità, che non sopportando più i genitori dei loro alunni – sempre pronti a difendere i propri “gioielli” e a prendersela con chi cerca di lavorare in un’istituzione svalutata – si “sfogano” sulle famiglie per inconfessabile vendetta” (p. 51).

Inoltre in Italia non si valorizza adeguatamente l’educazione creativa e linguistica precoce, nonostante l’eccellenza delle scuole d’infanzia di Reggio Emilia. Troppi politici sono esseri tribali o tristi arrampicatori antisociali e non sanno che Il premio Nobel per l’Economia James Heckman ha dimostrato che buoni investimenti nelle scuole d’infanzia possono portare a incrementi del Pil di più del 30 per cento nel medio e lungo termine (Rita Guidi).

In conclusione si può affermare che se “i nostri giovani vedono che dagli adulti non viene impegno ma rassegnazione ed egoismo… Cresceranno assomigliandoci”. Dobbiamo perciò promuovere e insegnare il piacere di cooperare, di sperimentare, di proporre cose nuove e di lavorare in gruppo. E tutte le persone curiose e motivate dovrebbero seguire questo motto di Goethe: “Qualunque cosa a cui aspiri, inizia a farla! L’osare porta con sé genio, potere e magia. Comincia adesso!”.

 Paolo Crepet si è laureato in Medicina e si specializzato in Psichiatria presso l’Università di Padova, e si è laureato in Sociologia presso l’Università di Urbino. Ha pubblicato molti saggi dedicati agli adolescenti e alle famiglie italiane più o meno problematiche. Attualmente dirige la Scuola per Genitori e partecipa a incontri nelle scuole italiane.

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