• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Ambiente > Edimburgo: salvate il patrimonio paesaggistico dell’Atene del (...)

Edimburgo: salvate il patrimonio paesaggistico dell’Atene del nord

I letterati di Edimburgo lanciano una petizione per impedire lo sviluppo del "Caltongate"

Riposta tra sette colli, le cui estremità sono delimitate dai dolci versanti di Calton Hill e Arthur’s Seat, Edimburgo, da molti definita l’Atene del Nord, una città così bella che perfino il critico di architettura Jonathan Meades riteneva fosse stata progettata da "angeli illuminati", oggi si trova al centro di un progetto di speculazione edilizia che non ha lasciato indifferenti gli umori della società civile.

Toto caelo errare, avrebbero detto nell’antica Roma. Il progetto denominato “Caltongate”, che ammonta complessivamente a 150 milioni di sterline, è stato approvato dalla commissione per la pianificazione urbana della capitale scozzese lo scorso 29 gennaio.

Il programma di riqualificazione interesserà una superficie di 220milla metri quadrati collocata nell’Old Town - precisamente nei pressi dell’Holyrood Palace – area che sarà destinata alla costruzione di uffici, negozi e luoghi di svago. Malgrado alla notizia del progetto abbiano fatto seguito varie e sfaccettate rimostranze d’impopolarità, qualche amministratore locale ha evidentemente considerato il progetto "non abbastanza orribile per essere rifiutato"; visti soprattutto i tempi in cui di volontariato non si vive. 

Di converso, secondo alcuni giganti della cultura scozzese - tra cui Irvine Welsh, William Boyd, William Dalrymple e Al Kennedy - il cuore storico di Edimburgo sarebbe minacciato da quello che viene irreprensibilmente descritto come un progetto influenzato da un modernismo sterile e inopportuno.

Il Dies Irae non si circoscrive soltanto a figure ormai leader nell’ambiente letterario scozzese, dal momento che l’istanza per la salvaguardia del centro storico di Edimburgo è corroborata dalla presenza di illustri architetti, tra cui James Simpson, vicepresidente del Consiglio Internazionale dei monumenti e dei siti del Regno Unito, che hanno attaccato pubblicamente lo sviluppo del progetto.

In una lettera aperta, il movimento di protesta chiede al Parlamento scozzese di bloccare il piano di riqualificazione, invitando la cittadinanza a firmare una petizione per salvare da danni irreversibili un patrimonio unico al mondo.

Nella petizione si legge: "Il Vecchio e il Nuovo centro di Edimburgo rappresentano un capitale culturale d'importanza internazionale”. L’appello non s’impegna esclusivamente a tutelare un gioiello architettonico della Scozia e dell’Europa, ma amplia il proprio raggio d’azione alla salvaguardia di un caposaldo turistico in grado di generare milioni di sterline e garantire migliaia di posti di lavoro. Sembra ora impensabile che tale patrimonio corra il rischio di perdere il proprio prestigio architettonico. I firmatari accusano, inoltre, il consiglio comunale di ordire una “cospirazione finalizzata a lacerare il tessuto della città" con un edificio che è stato da molti battezzato come una confezione di cemento completamente in contrasto con l'ambiente circostante. 

Il progetto promosso dagli investitori immobiliari del gruppo Artisan, il cui amministratore delegato è il sudafricano Lukas Nakos, prenderà luogo sul sito di un’ex officina del gas vicino alla stazione principale di Waverley. La sua estensione urbana comprenderà negozi, uffici, alberghi e circa 185 case. Secondo un portavoce di Artisan, dietro alla decisione dell’amministrazione di Edimburgo ci sarebbero 18 mesi di consultazione con le comunità locali e le parti interessate per raggiungere un accordo. 

Ci troviamo di fronte ad uno dei più ricorrenti dilemmi del capitalismo urbano, in cui il fenomeno della gentrificazione dei centri storici si scontra con l’esigenza di tutelare il decoro paesaggistico e il patrimonio artistico e culturale delle città. Head over heels, se la tabella di marcia del Caltongate dovesse essere rispettata, Edimburgo rischierà seriamente di cambiare il proprio volto nel nome di una speculazione urbana dalle conseguenze imprevedibili: una vera e propria “doccia scozzese” che potrebbe sconvolgere uno degli scorci storici tra i più belli al mondo.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità