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Ecco perché "sparlare" di Trump nel 2024 fa più comodo che mai

Donald Trump è nuovamente al centro del dibattito politico, dibattito che, quasi sempre, segue una scia spesso eccessivamente critica nei confronti dell’ex Presidente. Il “mainstream” sta facendo di tutto per portare il focus sulla scarsa attenzione, da parte di Donald Trump, alle questioni legate ai diritti fondamentali dell’essere umano, come le leggi a tutela dei diritti LGBT+, delle donne o degli immigrati. 

Questo è il “pretesto ufficiale” per legittimare le numerose critiche, spesso alimentate da fake-news, che hanno come bersaglio l’ex Presidente degli USA. Ma, chi conosce a fondo come “si alimentano” politica e geopolitica, è cosciente del fatto che la verità è assai diversa da quella “propagandata”: il motivo reale per il quale Trump è al centro del dibattito politico, e non sempre con accezione positiva, è direttamente legato al fatto che Trump sia stato, probabilmente, il primo Presidente Statunitense a normalizzare, almeno in qualche modo, i rapporti con la Federazione Russa e con il suo Presidente Vladimir Putin, mostrando, nei suoi confronti, anche un rispetto apparentemente sincero, oltre che una certa stima, situazione che ha “infastidito” i “grandi” della politica occidentale, impegnati invece a far apparire, agli occhi dell’opinione pubblica occidentale e soprattutto statunitense, la Russia come un nemico. 

Nonostante siano da attribuire a Trump una serie di scelte di Politica Estera senz’altro “opinabili”, che hanno impedito quella spinta decisiva in più per cambiare la visione degli Stati Uniti -come l’intervento militare contro il Generale Iraniano Qassem Soleimani e la mancata normalizzazione dei rapporti con la Cina- non si può negare che abbia avuto l’enorme merito di avvicinare, dal punto di vista politico e diplomatico, gli Stati Uniti alla Russia; tra gli altri, Trump gode del merito di aver chiesto, nel 2018, la “riannessione” della Federazione Russa al G7. Per il gesto intrapreso, fu duramente criticato da esponenti di rilievo “domestico” e dalla stessa stampa americana, che lo definì “debole”: ancora una volta, l’America si è riconfermata, con questa becera affermazione, una Nazione che crede e pretende di avere “la precedenza” su quei Paesi che non si adeguano al pensiero unico occidentalista e iper-capitalista, poiché ancora non riesce a digerire quel declino ormai avvenuto già da un pezzo, ma che ha -maldestramente- nascosto.

A distanza di vari decenni, il “clima da Guerra Fredda” fa quindi ancora troppo comodo all’Occidente e soprattutto agli USA, sempre in cerca di qualcuno da “combattere”, da fare in modo che il mondo intero sia “piegato” alle sue volontà, eliminando ogni forma di competizione ed un ritorno di Donald Trump significherebbe rivelare al mondo intero che la Russia non è più un nemico e che non lo è mai stato; una mossa, questa, che metterebbe in pericolo i subdoli interessi strategici e politici dell’Occidente che, in un modo o nell’altro, vuole trovare il modo di “infiltrarsi” negli affari dei Paesi legittimando l’attacco alla loro sovranità con il pretesto democratico. 

 

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