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"È complicato" il brio che si perde... (peccato)

Dopo commedie piacevoli, anche se a volte un po’ prolisse, come What women want, L’amore non va in vacanza e Tutto può succedere, la statunitense Nancy Meyers sforna una nuova commedia non priva della brillantezza che caratterizzava le precedenti opere, ma anche qui, i difetti non mancano.

L’ottima Meryl Streep, qui nei panni di un personaggio che se all’inizio sembra esalta per originalità, ma alla fine risulta un po’ forzato, caricato, è madre di tre figli modello, appassionata pasticcera, benestante e moderna donna californiana, con amiche sboccate e un un matrimonio fallito alle spalle.
 
Una donna sull’orlo dei sessanta, che inizia a sentire i morsi della solitudine e l’ombra del fallimento sentimentale.
 
Si abbandonerà ad una rinnovata passione sfrenata con l’ex marito (il fantastico Alec Baldwin, che nelle commedie ha ritrovato un’identità comica potentissima) e una nuova storia con l’architetto che le deve ingrandire casa (uno Steve Martin moscissimo, con un sorriso da cartone animato stampato sulla faccia per tutto il tempo).
 
È Complicato non manca di un certo ritmo e di vivacità nei dialoghi e nelle situazioni comiche: si ride spesso e volentieri in modo spesso originale. Il problema è che in fondo le dinamiche sanno di già visto, la trama presto appassisce nello scontato e la lunghezza eccessiva porta alla noia. Sicuramente la freschezza e l’acume che vengono attribuiti all’autrice (paragonabile ad un Woody Allen in versione semplificata e commerciale) ci sono, però qui manca una sceneggiatura forte e originale a far da sostegno al tutto.
 

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