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Disordini di Terzigno: 31 indagati

Le procure di Napoli e Torre Annunziata hanno chiuso le indagini sui tafferugli alla rotonda di via Panoramica, vicino a Cava Sari. 31 indagati ai quali si contestano, a vario titolo, i reati di resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio, lesioni ed invasione di edifici pubblici, tra camion vandalizzati e incendiati, sassaiole, lanci di sedie, offese, insulti e corpo a corpo con le forze dell’ordine.

Inoltre una persona deve rispondere di aver diffuso notizie false “atte a turbare l’ordine pubblico” con un megafono montato in cima ad un’auto dove comunicava che la polizia caricava i manifestanti tra cui due donne incinte e bambini piccoli. Un altro indagato è accusato di vilipendio “per aver pubblicamente e intenzionalmente distrutto, appiccandole il fuoco, la bandiera dello Stato Italiano”.

Queste persone sono state raggiunte dall'avviso di conclusione delle indagini preliminari. Le indagini preliminari (art. 326 c.p.p.) costituiscono la prima fase del procedimento penale, hanno inizio quando una notizia di reato perviene alla Polizia Giudiziaria o al Pubblico Ministero e hanno la finalità di consentire al P.M. di verificare se sussistono elementi idonei a sostenere un’accusa in giudizio e formulare una richiesta di rinvio a giudizio o se invece non ve ne siano e sia opportuno chiedere l’archiviazione della notizia di reato.

La notizia non meriterebbe commenti né spiegazioni in quanto non vi è più un solo italiano, sano di mente, che non sappia con quale forza, brutalità ed arroganza lo Stato affaristico si appropri di strumenti anti democratici pur di appagare i propri interessi.

Su quella famosa Rotonda, ogni sera per mesi, gente comune si è mobilitata nell'estremo tentativo di difendere il proprio diritto di vivere in un ambiente sano, oltre che di godere di servizi pubblici adeguati, legali e in linea con le direttive europee.

Tutte queste persone possono e dovranno testimoniare contro l'accusa se processo penale a carico di queste persone ci sarà. Dovranno raccontare di quelle notti, di quando ad un certo orario venivano spente le luci pubbliche, di quando, nell'imminenza dell'arrivo dei camion, partivano le cariche a liberare il passaggio.

Persone che sostavano con i propri figli non per usarli come deterrente, ma perché incapaci di ipotizzare cariche violente in situazioni di calma come erano quelle assemblee pubbliche, su pubblica strada, ora sotto accusa. Famiglie intere, donne con bambini o in stato interessante, uomini giovani o anziani con il bastone; non una determinata classe sociale ma una comunità che partecipava totalmente e quando la polizia riceve l'ordine di caricare, in una situazione di scarsa visibilità, non ha il tempo di vedere cosa o chi carica e da qui il panico tra la folla, da qui le cariche su donne, bambini o anziani.

Davanti la latitanza dello Stato, della giustizia, davanti al ripetersi dell'arroganza, del disinteresse per diritti civili negati l'umore della popolazione si è inasprito. Possiamo condannarli per questo? I cittadini sono stufi di vedere come i corpi armati dello Stato, i quali dovrebbero spendere il loro tempo nella ricerca dei veri criminali, vengano invece usati contro la classe civile come un boomerang.

Per quanto riguarda la bandiera italiana data alle fiamme che allora la Digos e le procure intervengano immediatamente contro la Lega, maestra nell'offendere il Tricolore. Ottimi spunti investigativi, a riguardo della vicenda legata alle discariche campane, la Digos i procuratori e i pm potranno prenderli dal processo mancato a Cosentino e su quello in atto nell'aula bunker di Poggioreale contro Impregilo e le balle di Acerra.

Forse andrebbe aperto un altro filone investigativo sul nascente consorzio tra la Sapna e l'Asia e la tratta via mare che i rifiuti napoletani ben presto prenderanno. E si potrebbe seguire o riaprire quello riguardante i responsabili della mancata impiantistica per lo smaltimento legale dei rifiuti, impiantistica voluta dall'UE, finanziata ma per decenni mai realizzata. Si ricordino le deposizioni fatte durante le audizioni in commissione bicamerale sulle ecomafie campane, e in quelle audizioni, i nomi, i cognomi e i reati.

Non c'è altro da aggiungere, possiamo solo ricordare i sequestri avvenuti in ogni discarica campana, anche a Terzigno, di carichi non a norma e letali per la popolazione, delle indagini e delle intercettazioni insabbiate, di Gomorra, dei clan padroni di terre e di politici. Indigna la notizia delle conclusioni delle indagini preliminari, indigna non tanto per la paura di veder condannate queste persone, ma, per l'affronto quotidiano che gli uomini dello Stato infliggono ai propri cittadini. Che siano essi della Campania, della Valsusa, di Malagrotta, di Taranto, di Quirra... L'elenco è lunghissimo.

Ci troviamo di fronte ad una forza politica che agisce al di la di ogni norma, legge, articolo di Costituzione e di umanità. Spero bene i cittadini vesuviani siano pronti, nuovamente, a scendere in strada o a recarsi a Roma per chiedere l'archiviazione del procedimento relativo a queste persone e la riapertura delle inchieste sui veri criminali. Sarà come chiedere alla Stato di guardarsi attraverso uno specchio.

Intanto la raccolta differenziata non ha risolto un fico secco, si attendono ancora lumi sui progetti per gli impianti necessari al trattamento della differenziata. Vetro, plastica, carta, umido e materiale elettronico dove stanno andando? I rifiuti industriali? E la prescrizione per i 95 imputati del processo Cassiopea sul traffico, accertato, comprovato, ricostruito, di rifiuti industriali del nord al sud?

Si può anche solo ipotizzare un minimo di riscatto e di giustizia sociale quando la giustizia in Italia viene accusata di essere diventata "catto-comunista". quindi da congelare, soffocare, denigrare o corrompere ai massimi livelli?

Si vergogni chi scrive senza dire la verità, chi accusa senza esaminarsi la coscienza e chi governa senza tenere a mente gli ordini morali e giuridici che ricopre!

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