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Disoccupazione giovanile mai così alta. Intanto Marchionne rifiuta di riassumere i 145 operai Fiom

Tre notizie per iniziare bene la settimana. La prima, e la più importante, è la diffusione degli ultimi dati Istat sul tasso di disoccupazione italiano. L'istituto di statistica rivela che a maggio quella giovanile era del 36,2 per cento - la percentuale più elevata dal 1992 - mentre quella complessiva era del 10,1 per cento, in lieve calo rispetto ad aprile.

Sono numeri allarmanti, prevedibilmente in aumento visti gli effetti della crisi economica che attanaglia il nostro Paese. In questo quadro la sentenza che condannava la Fiat a riassumere 145 operai iscritti al sindacato Fiom nello stabilimento di Pomigliano era stata vista con favore. Marchionne, aministratore delegato Fiat, li aveva licenziati con motivazioni discriminatorie: basti pensare che dei 2.093 assunti nello stabilimento campano neppure uno risultava iscritto alla Fiom, il sindacato più scomodo e battagliero. 

Ebbene, è di sabato sera la notizia che Marchionne intende rifiutarsi di eseguire la sentenza. In una nota, Fabbrica Italia Pomigliano (FIP, la newco costituita da Sergio Marchionne dopo la stipula del nuovo contratto ad hoc non firmato da Fiom e fuori dal perimetro di Federmeccanica) si dice "fermamente convinta che l'esecuzione dell'ordinanza arrecherebbe un danno irreparabile all'attuale contesto lavorativo in FIP". Per questo motivo "Marchionne e i suoi scagnozzi" presenteranno ricorso alla Corte d'Appello, chiedendo di "sospendere l'esecuzione dell'ordine di assumere 145 persone, attuali dipendenti di Fiat Group Automobiles solo perché in un certo momento iscritte alla Fiom". 

Secondo Fiat, infatti, assumere le 145 persone "causerebbe gravi distorsioni nell'attuale contesto operativo di FIP, che oggi ha un numero di dipendenti più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato". Poi, come al solito, Marchionne usa l'arma del ricatto e minaccia che se la sentenza non dovessere essere sospesa su tutti i dipendenti di Pomigliano graverà ma mannaia di mobilità e cassa integrazione. "Qualsiasi ulteriore assunzione - si legge nella nota - comporterebbe il contemporaneo ricorso alla cassa integrazione se non a procedure di mobilità, nel caso in cui la cassa integrazione non fosse disponibile, per un numero di dipendenti corrispondente a quello dei nuovi assunti, inclusi probabilmente alcuni provenienti dal gruppo dei 145». Insomma: le sentenze non si rispettano. Ma se si è obbligati a farlo c'è sempre un escamotage: minacciare gli operai, mettere gli uni contro gli altri.

Ma non è tutto. In un'altra nota Alfredo Altavilla, amministratore delegato di Iveco (gruppo Fiat) ha annunciato che entro l'anno verranno chiusi 5 stabilimenti in tutta Europa (Austria, Germania e Francia). Il provvedimento interesserà 1.075 lavoratori. La decisione è stata salutata con favore da Sergio Marchionne.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.54) 2 luglio 2012 16:27

    La solita Italietta Le 2 illegalita’.... primo MARCHIONNE che si rifiuterebbe di rispettare una sentenza .... quindi penalmente punibile ma non fa nulla nessuno...
    (senza ricordarci i 20 mld di euro promessi ... o il miliardo di euro di eredita’ agnelli spariti... chissa’ se equitalia li ha gia’ richiesti)

    poi la ridda delle CIFRE... siamo il paese del lavoro NERO... secondo voi il 36% dei giovani vive di stenti??

    sono tutti , muratori, baristi, lattonieri, agricoltori,impiegati,... IN NERO!!

    solo che non possono permettrsi di cercare e trovare un lavoro regolare.

    pensate solo a tutta la raccolta di FRUTTA in questa stagione ... sulla carta i raccoglitori regolari sono un’ inezia...

    riflettiamo , riflettimo su queste ipocrisie e a chi giovano realmente

    soprattutto PRETENDIAMO il rispetto delle regole.

    • Di (---.---.---.121) 8 luglio 2012 21:31

      Fossi in lui farei altrettanto, devo ancora trovarlo un paese in cui un organo giurisdizionale si permette di ordinare ad un imprenditore privato di assumere tot lavoratori solo perchè aderenti ad una specifica sigla sindacale.

      Ad ogni modo ricorda che non è tenuto ad eseguire immediatamente la sentenza, la vicenda ha ancora 2 gradi di giudizio davanti prima che questa diventi definitva.

  • Di (---.---.---.22) 9 luglio 2012 01:02

    Rammento che i comportamenti antisindacali sono tutelati anche dalle convenzioni internazionali e sono rispettati ANCHE persino negli USA!!!

    il caso fiat non trattasi di un’ obbligo alla assunzione ma un accordo pregresso (quindi contratto) per il reintegro di personale cotropartita per aiuti vari a FIAT!!

    quindi la condanna e’ per non rispetto di clausole contrattuali al fine anche di attuare anche un comportamento antisindacale.

    ste norme perche’ le si rispetta negli USA e non in Italia??

    informarsi prego informarsi...

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