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Disoccupazione, Mara Carfagna ha visto un "altro film"

I dati diffusi ieri dall’Istat sul mercato del lavoro confermano la gravità della situazione soprattutto per i giovani e le donne. Che il fenomeno della disoccupazione sia particolarmente diffuso fra giovani e donne, e soprattutto nelle regioni meridionali, non è una novità, ma non per questo tale fenomeno può essere trascurato o sottovalutato. E infatti numerose sono le dichiarazioni succedutesi alla diffusione di quei dati da parte dell’Istat e quasi tutte tendenti a rilevare appunto la gravità della situazione e la necessità di adottare interventi adeguati.

Quasi tutte perché la dichiarazione del ministro Carfagna è chiaramente in contro tendenza. Mara Carfagna ha infatti affermato: “27.000 donne disoccupate in meno in un solo mese, diminuzione dello 0,3% del tasso di disoccupazione femminile su base annua: i dati diffusi oggi dall'Istat evidenziano numeri positivi per le lavoratrici in Italia, che fanno ben sperare per il futuro. Seppur all'interno di un quadro difficile, si cominciano a vedere i primi frutti delle politiche di sostegno e inclusione delle lavoratrici messe in campo dal Governo. Sono certa che il trend positivo proseguirà anche grazie alle misure tese a diffondere part-time, telelavoro e servizi per l'infanzia”. Ovviamente la Carfagna, o chi per lei, ha trascurato – volutamente? – il fatto che quelle lieve diminuzione della disoccupazione femminile è molto probabilmente dovuta allo “scoraggiamento” che interessa un numero cospicuo di donne le quali il lavoro non lo cercano più perché sanno di non trovarlo e quindi non vengono censite come disoccupate.

Di tutt’altro tenore, infatti, le altre dichiarazioni. E’ intervenuto tra gli altri anche Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma ed esponente di spicco del Pd, secondo il quale: “I dati Istat sulla disoccupazione giovanile confermano che il primo compito di una nuova e più responsabile classe dirigente chiamata a rifondare l'Italia, sia definire una nuova agenda di governo per i giovani. Un nuovo patto di sviluppo sulla base di tre priorità: istruzione, rilanciando la scuola e l'università per dare linfa a una società del merito e della conoscenza, lavoro, per superare il dramma della precarietà senza più rimandare riforme attese da anni, e, infine, servizi, per rispondere alle nuove esigenze delle famiglie e degli individui con un welfare adeguato e universale”. Il segretario generale aggiunto della Cisl Giorgio Santini ha rilevato, poi, la necessità che il governo convochi urgentemente le parti sociali per il varo di misure a sostegno del lavoro e dei giovani. Santini ha aggiunto: “I dati provvisori di dicembre diffusi dall'Istat confermano il livello preoccupante della disoccupazione, stabile all'8,6%, nonostante il leggero miglioramento della crescita economica avvenuto nel corso del 2010. Un quadro che configura una pericolosa situazione di stallo nella quale i problemi storici del nostro mercato del lavoro si aggravano, come dimostra la crescita della disoccupazione giovanile, arrivata al 29% , ben oltre la media europea del 20,4%”. “Va potenziato, irrobustendone le incentivazioni e rendendone più agile l'utilizzo, l'apprendistato – ha aggiunto Santini- che deve diventare canale di accesso preferenziale al lavoro, un vero e proprio contratto di primo lavoro, che possa recuperare anche il persistente disallineamento della domanda e dell'offerta di lavoro, particolarmente concentrata in alcune figure professionali di cui le aziende continuano a denunciare la difficoltà di reperimento. Per far questo è indispensabile un rafforzamento dei servizi per il lavoro”.

E Susanna Camusso? “Subito un piano per il lavoro per affrontare i dati drammatici e disastrosi sull'occupazione che investono soprattutto i giovani e le donne del nostro paese”. È quanto ha affermato il segretario generale della Cgil. Secondo il leader sindacale, il calo del numero di persone in cerca di occupazione, ascrivibile quasi esclusivamente alle donne, e la crescita del tasso di disoccupazione giovanile, “sono delle ferite aperte che vanno curate assolutamente: non possiamo permetterci che i soggetti più deboli, in questo caso i giovani e le donne, si tirino fuori dal mercato del lavoro. Devono essere loro la priorità da affrontare, e dalla quale ripartire, per mettere al centro dell'agenda i problemi del paese e per garantire a quest'ultimo una possibilità di futuro”. “Serve subito un piano per il lavoro, per affrontare i dati drammatici e disastrosi sull'occupazione che investono soprattutto i giovani e le donne del nostro paese». Così ha concluso Susanna Camusso. Probabilmente quindi la Carfagna, come si suole dire in questi casi, ha visto un “altro film”, che però non rappresenta affatto quanto avviene, da tempo per la verità, nel mercato del lavoro italiano.

Commenti all'articolo

  • Di Toscana (---.---.---.3) 1 febbraio 2011 22:24

    Guardate che sorriso smagliante nella foto, l’idea di rassegnazione degli italiani non sembra entrare nei suoi sondaggi
    By Toscana

  • Di Claudio Cilli (---.---.---.162) 2 febbraio 2011 00:55
    Claudio Cilli

    Esatto, però forse bisognerebbe considerare che gli italiani rassegnati alla loro sorte sono quelli che in larga parte hanno votato l’attuale governo liberista-oligarchico. Penso che a questo si riferisce il sorriso della bellissima (e per questo parte dell’entourage di Berlusconi) Carfagna.

  • Di pv21 (---.---.---.28) 6 febbraio 2011 19:42

    Per chi ci crede >

    Sedicenti esperti della stampa pro-Cav glorificano la campagna anti-patrimoniale lanciata da Berlusconi arrivando ad attribuire (v.Libero) ad esponenti del centro-sinistra l’intenzione di togliere dalle tasche degli italiani ben 600 miliardi in 2 anni.
    Si fanno perfino i calcoli.
    Una “stangata” da 10mila euro per ciascun cittadino oppure una “botta” da 1,5 mln per i redditi superiori a 100mila euro.

    Viceversa non servono conteggi per apprezzare la “frustata al cavallo dell’economia” promessa da Berlusconi.
    Non si vede alcun problema (v.Il Giornale) nel privatizzare oltre 7mila imprese a partecipazione pubblica o vendere il “grosso” patrimonio immobiliare pubblico.
    Come si dà per scontato che strumenti tipo la cedolare secca faranno emergere/recuperare risorse sufficienti per una significativa defiscalizzazione a favore dei giovani e delle imprese.
    E nessun accenno neppure alla “tempistica” necessaria a concretizzare tali mirabolanti risultati.

    Nel paese del Barbiere e il Lupo le soluzioni si trovano arrangiandosi ...

  • Di paolo (---.---.---.118) 7 febbraio 2011 09:04

    Mara Carfagna ha tutto il diritto di essere ottimista .I suoi 15.000 euro mensili di stipendio (media dei deputati) più benefici e privilegi vari ,rendono il suo sorriso sempre più smagliante .

    Come donna ha saputo imporre le sue indubbie "qualità " e ritiene pertanto pleonastica la questione della disoccupazione femminile . Le giovani italiane si diano da fare e facciano valere le loro virtù ,se le hanno, invece di stare a piagnucolare e a lamentarsi perchè non trovano un lavoro . Alzino il culo , è proprio il caso di dirlo , e seguano il suo esempio.

    La crudeltà degli idioti e dei raccomandati è proverbiale .
  • Di (---.---.---.116) 9 febbraio 2011 17:42

    Mai vista un’azienda dove dipendenti la fanno da padroni e intascano fior di stipendi, bisognerebbe ricordalo ai nostri parlamentari, LORO sono nostri dipendenti e sarebbe ora che qualcuno glielo ricordasse

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