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Disobbedienti. Un appello per la "riabilitazione" dei soldati italiani assassinati nel 1915-18

Appello pubblicato inizialmente qui

Signor presidente del Consiglio, Matteo Renzi

Signora ministra della Difesa, Roberta Pinotti

e per conoscenza, signor presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

Per la riabilitazione storica e giuridica dei soldati italiani fucilati per disobbedienza o decimati nel periodo 1915-18.

In una lettera del 12 settembre 2014 firmata da Albino Bizzotto dei Beati costruttori di pace con altri 10 preti ed indirizzata a papa Francesco, in occasione della sua visita a Redipuglia, il 13 settembre 2014, si afferma: «Migliaia e migliaia di soldati sono stati processati e uccisi perché si sono rifiutati di ubbidire a ordini contro l’umanità. Sono stati bollati come vigliacchi e disertori, per noi sono profetici testimoni di umanità e di pace, meritano di essere esplicitamente ricordati nella celebrazione della memoria». Papa Francesco, pur pronunciando un forte discorso contro la guerra («Trovandomi qui,in questo luogo, trovo da dire soltanto una cosa: la guerra è una follia. La guerra distrugge l’essere umano») non ha raccolto l’invito. Noi crediamo che i fucilati per “codardia” o “disobbedienza” durante il grande massacro del 1914-18 vadano riabilitati storicamente e giuridicamente in tutti i Paesi. Per questo abbiamo redatto una lettera che pubblichiamo qui per raccogliere adesioni. Quest’azione va considerata all’interno di un più grande impegno quotidiano contro gli armamenti e contro tutte le guerre.

Il centenario della Prima Guerra Mondiale deve essere l’occasione per fare i conti con un capitolo doloroso e rimosso dalla memoria nazionale, quello di mille e più soldati italiani – il numero esatto non è conosciuto – fucilati e comunque uccisi dal piombo di altri soldati italiani perché ritenuti colpevoli di codardia, diserzione o disobbedienza. Fra di loro ci sono anche i decimati, estratti a sorte da reparti ritenuti “vigliacchi” e passati per le armi «per dare l’esempio».

L’Italia detiene il record pesante di essere al primo posto. In un esercito di 4 milioni e 200 mila soldati al fronte ne “giustiziò” circa 1000. L’esercito francese che iniziò la guerra nel 1914, un anno prima, ebbe 6 milioni di soldati e 700 fucilati. Nell’esercito inglese furono 350 e in quello tedesco una cinquantina.

La Gran Bretagna ha adottato nel 2006 un provvedimento sulla grazia dei soldati dell’Impero Britannico durante la guerra 14-18. In Francia dopo un discorso di Jospin del 1998 se ne sta discutendo e avanzando verso una soluzione politico-giuridica che potrebbe essere presa a breve.

Pur tenendo conto delle differenze politiche, culturali e giuridiche tra i vari Paesi attendiamo dal Parlamento italiano una decisione che faccia giustizia di quell’immensa ingiustizia.

Cioè di esseri umani che furono “giustiziati” perché sostanzialmente:
• Si rifiutarono di battersi e di morire per niente.
• Vollero mettere fine ai massacri
• Rifiutarono di uccidere altri esseri umani con differenti uniformi
• Fraternizzarono oltre le trincee,

La riabilitazione deve essere collettiva:
• Perché è impossibile differenziare i casi dei fucilati. Molti documenti sono andati persi e gli archivi nel caos.
• Perché i soldati spesso sono stati fucilati collettivamente da plotoni d’esecuzione alla presenza di truppe radunate per l’occasione
• Perché quelle esecuzioni dovevano terrorizzare la coscienza collettiva dei soldati.

La riabilitazione di questi cittadini italiani fucilati ingiustamente richiede probabilmente un’apposita legge.

Possiamo contare sulla vostra sensibilità e disponibilità?

Grazie per l’attenzione,

Daniele Barbieri, giornalista
David Lifodi, giornalista
Francesco Cecchini, scrittore

PRIME ADESIONI:

Lidia Menapace, vice presidente Anpi,
Luisa Morgantini, ex parlamentare europea,
Beati i costruttori di pace,
Angelo d’ Orsi, docente universitario,
Fernando Camon, scrittore,
Massimo Carlotto, scrittore,
Marinella Correggia, giornalista,
Antonella Ricciardi, giornalista,
Andrea Pisauro, coordinatore Sel Regno Unito,
Nicola Musumarra, Anpi Catania,
Mao Valpiana, giornalista, Movimento Nonviolento,
Alessandro Marescotti, presidente di Peacelink,
Massimiliano Pilati, Movimento Nonviolento,
rivista Azione Nonviolenta,
Bozidar Stanisic, scrittore,
Antonio Mazzeo, giornalista,
Donatella Traniello, impiegata,
Alessandro Grancitelli, impiegato,
Max Dresbach, traduttore,
Beppe Pavan, Uomini in Cammino di Pinerolo,
Daniele Novara, direttore Centro Psicopedagogico per educazione, Piacenza,
Rudi Ghedini, giornalista e obiettore di coscienza,
Paolo Buffoni Damiani, poeta e attivista interculturale,
Fabrizio Melodia, scrittore,
Giulio Di Luzio, giornalista,
Daniela Pia, docente,
Tiziana Bertoldin, medico...

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