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Disabilità: non autononia, riconoscimento sociale

Partiamo oggi con una serie di post dedicati principalmente all’autismo, ma anche ad altre disabilità in genere. Parleremo sicuramente della forma morfologica della malattia, ma anche soprattutto dei problemi sociali ad essa collegati che colpisco sia le persone affette da questa malattia, che i loro familiari, che gli “ambienti” che li ospitano.

La difesa dei diritti di coloro che difficilmente possono aspirare ad una vita indipendente faticano ad esprimere i propri bisogni ed a "compiere gli atti quotidiani della vita", passa, spesso, solo per la flebile voce delle loro famiglie; famiglie la cui dedizione, peraltro senza alternative, arriva spesso al sacrificio totale e solitario, specialmente con l'invecchiamento dei genitori, quando non addirittura queste famiglie, fiaccate dalle difficoltà, si spezzano.

Purtroppo, malgrado molti miglioramenti degli ultimi anni, non è così scontato gli interventi a favore dei disabili siano commisurati ai loro bisogni effettivi.

I problemi purtroppo non sempre emergono con evidenza proporzionale alla loro gravità ed alla consistenza numerica delle famiglie coinvolte, da queste pagine potremmo anche tentare di associare persone e famiglie che cercano una risposta ai loro problemi irrisolti, a livello politico, amministrativo e legislativo.

Oggi la quasi totalità dei disabili gravi vive in famiglia: una politica per l'inclusione sociale di questi cittadini, non può essere separata da una politica che globalmente si occupi di queste famiglie a rischio di emarginazione.

Nella funzione di queste intenzioni, si potrebbe tentare di far partire o migliorare, sia a livello canturino che a più ampio raggio, commissioni "per la presa in carico", la gestione del dopo noi genitori, una possibile personalizzazione dell'assistenza ai cittadini totalmente non autosufficienti.

Sicuramente occorre occuparsi anche della salvaguardia ed al miglioramento delle pensioni di reversibilità destinate ai disabili, impegnarsi per la definizione di uno "stato giuridico" che garantisca i diritti fondamentali di questi cittadini.

Una politica attenta ai bisogni delle persone con disabilità gravissima, totalmente non autosufficienti, e delle famiglie che ne hanno cura necessità sicuramente dell’adeguamento del miserevole trattamento di pensione, e della rappresentanza, ogni volta che sia necessario per le famiglie dei disabili e i disabili stessi presso le pubbliche istituzioni.

Cercheremo se sarà possibile di incoraggiare qualsiasi tipo di collegamento e coordinamento tra associazioni, gruppi di disabili e di famiglie di disabili, coinvolgendo se lo vorranno gli amministratori locali.

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