• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > Dio, religione, religiosi e credenti

Dio, religione, religiosi e credenti

Il "Trattato dei tre impostori" è la riedizione di un testo antico e abbastanza misterioso dal titolo "Lo spirito di Spinoza" (www.pianobedizioni.com, 2009).

Dio, religione, religiosi e credenti

Nella prefazione di Piergiorgio Odifreddi si racconta l’origine e la storia di questa pubblicazione molto particolare che critica l’evoluzione delle religioni originate dal pensiero di alcuni dei più grandi profeti della storia dell’umanità: Mosè, Gesù e Maometto. È quindi un testo “da leggere come un punto di partenza, più che un punto d’arrivo. Ma è da apprezzare storicamente, quando prefigura chiaramente il ruolo della ragione e della scienza nel processo di liberazione dal pregiudizio trasformato in superstizione” (p. 10).
 
Già nell’antichità si riuscì a capire che “il popolo selvaggio deve essere frenato con la religione e con la paura delle pene, ché il suo animo è sempre ingannevole e maligno, e mai volto spontaneamente al bene” (Palingenio, poeta). Perciò i regnanti e “I politici, ai quali stava a cuore che il popolo fosse represso e controllato da simili paure, hanno trasformato in una norma fondamentale dei loro Stati la credenza in divinità vendicatrici, hanno coltivato questo seme religioso facendone legge, servendosi del timore di un terribile avvenire, e hanno costretto i loro sudditi a una cieca obbedienza” (p. 21). Forse le autorità religiose acquisirono credibilità e anche il ruolo di contropotere nei confronti della politica istituendo il giorno di riposo lavorativo sacro.
 
Comunque Mosè oltre a divertirsi a uccidere e schiavizzare le popolazioni vicine comprese donne e bambini, fece uccidere ben 24.000 persone della sua tribù, quando questi individui manifestarono la loro contrarietà alle idee di Mosè (Num. XXV. 1-9). Inoltre la Bibbia è intessuta “di frammenti cuciti insieme in tempi diversi e offerti al pubblico seguendo il capriccio dei rabbini, che li hanno resi pubblici soltanto dopo averne approvati alcuni e rigettati altri, a seconda che li abbiano trovati conformi alla Legge di Mosè” (p. 33). Ma mentre Mosè prometteva solo beni temporali a coloro che osservavano la sua legge, Gesù Cristo fece sperare in benefici che non sarebbero mai finiti” (p. 51), e anche Maometto basò la sua forza sull’intuizione di Gesù.
 
Dopotutto anche il nuovo testamento all’inizio è stato tramandato oralmente con tutte le inevitabili imprecisioni e inesattezze, e non esiste la prova di un vangelo originale scritto direttamente da uno degli apostoli. Inoltre “La chiesa di Roma è caratterizzata da una eccessiva stima di sé, ovvero dalla Superbia identificabile nella figura del Sovrano Pontefice come simbolo del potere religioso, in quanto custode dell’unica verità religiosa per l’uomo (l’unica fonte di verità del messaggio di Cristo). La Superbia si manifesta nel lusso ostentato… La Superbia del Vaticano si è manifestata nella Condanna della scienza e della comunicazione socialenon in linea con la morale cristiana basata sulla Sacra Scrittura (I peccati del Vaticano, Claudio Rendina, 2009). Quindi i seminari sono un semenzaio di aspirazioni: “il prete è l’unico uomo a cui sia lecito regolarmente divenire re; e che re! Il sommo re” (Victor Hugo, I miserabili, 1862).
 
L’autore del libro, come Einstein, credeva nel “Dio di Spinoza, che si rivela nell’armonia di tutte le cose” e non “a un Dio che si interessa del destino e delle azioni degli uomini” o che “gioca a dadi” con l’universo. Da un certo punto di vista filosofico “Se tutto è in Dio, e se tutto deriva necessariamente dalla sua esistenza, occorre assolutamente che egli sia identico a ciò che contiene”.
 
Però per capire meglio un aspetto primitivo della fede religiosa riporto il contributo di un antropologo che visse in una particolare regione dell’India, dove, prima dell’incontro con gli europei, convivevano quattro tribù. Tre tribù, i Bagada, i Toda e i Kota si erano specializzate nella produzione agricola, in quella di utensili e in oggetti artistici, mentre la tribù dei Kurumba non produceva nulla, ma gestiva il potere locale attraverso il culto sciamanico. I kurumba ricevevano offerte anche quando le popolazioni erano colpite da sventura poiché vendevano ai loro vicini qualcosa di molto importante e profondo: l’illusione del controllo personale degli eventi (Melville J. Herskovitz). Purtroppo anche a livello religioso “L’uomo si abitua a tutto, purché raggiunga il giusto grado di sottomissione” (Jung). In questo modo le ricchezze spropositate, le violenze psicologiche e quelle fisiche degli uomini religiosi non fanno più scandalo.
 
Nel 2010 la Chiesa di Roma potrebbe riflettere sul fatto che nella sua lingua ufficiale utilizza ancora il latino, la lingua utilizzata dal pontefice pagano romano e dai soldati e burocrati romani, cioè i torturatori e gli uccisori di Gesù. Se le autorità cattoliche decidessero di usare il buon senso e di modernizzarsi, buttandosi dietro le spalle l’inutile oscura assurda burocrazia medievale, e utilizzassero la lingua inglese, diventerebbero più moderni e pure più cristiani, più spirituali, più obiettivi. Nel terzo millennio la religione non risiede più in un potere centralizzato, ma “è ciò che l’individuo fa della propria solitudine” (Alfred North Whitead). Tuttavia l’amore per i piaceri passati e le onnipotenti illusioni infantili non si dimentica mai.
 
In conclusione bisogna sottolineare che Gesù non ha ucciso nessuno, non si è arricchito, ma ci ha indicato i sentieri della libertà e della responsabilità personale, mentre quelli che si sono sostituiti a lui nel tempo, hanno spesso frainteso e travisato i suoi insegnamenti, si sono arricchiti e hanno addirittura ucciso spacciando e commercializzando dosi sempre più pericolose di perdono e di speranza che hanno impoverito i portafogli e le anime di chi ignora la vera fonte della spiritualità e dei sentimenti umani: la generosità e il rifiuto delle delizie del potere. Il pontefice di Roma non può possedere il monopolio mondiale di Cristo: Gesù appartiene a tutti coloro che lo hanno compreso nel profondo del loro cuore e della loro mente.
 
Nota – Per riflettere a fondo riporto una carrellata di pensieri religiosi molto significativi: "Per la gente comune povera di spiritualità la religione consiste nel tributare sommo onore al clero" (Spinoza); "Lotta sino alla morte per la verità e il signore combatterà per te" (Siracide 4, 28, Bibbia); "Nemmeno lo spirito più alato può sfuggire alla legge del bisogno" (Kahlil Gibran); "Avete annullato la parola di Dio in nome della vostra tradizione" (Gesù in polemica con gli scribi e i farisei); "Il peccato mortale più mortale di tutti non sta tra le gambe, ma dietro, nel portafogli!" (don Rughi); "Ho sognato una Chiesa nella povertà e nell’umiltà, che non dipende dalle potenze di questo mondo" (Carlo Maria Martini, Conversazioni notturne a Gerusalemme); "Non bisogna forzare, quando si tratta di religione" (Corano); "Il mondo va avanti solo grazie al respiro dei bambini che studiano" (Talmud); "I giovani abitano nella casa del futuro, dove voi non potete entrare, neppure in sogno" (Gibran).

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares