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 Home page > Attualità > Scienza e Tecnologia > Difendere internet, odiata dai governi. Anche dal nostro

Difendere internet, odiata dai governi. Anche dal nostro

La recente notizia che il governo Cinese ha reso completamente inaccessibile alla sua popolazione la piattaforma video più popolare del web, You Tube, (Ansa, 24, marzo 2009), merita qualche breve considerazione.

Da sempre e dovunque il potere teme i sudditi, che si chiamino schiavi o cittadini poco cambia.

Il recente rapporto sulla libertà di espressione di Reporters sans frontieres (www.rsf.org), mostra come nell’anno appena trascorso, a livello globale, chi si occupa di informazione lo fa a suo rischio e pericolo.

Pericolo di essere ammazzato o imprigionato, nei regimi dove il controllo della popolazione è più grossolano, come la Corea del Nord o la Russia.
 
Pericolo di essere querelato, condannato a multe e/o galera, censurato, rimosso dall’inchiesta, nei regimi dove il controllo della popolazione è più raffinato.
Come l’ Italia.
 
L’Italia, caso unico al mondo in cui l’uomo più ricco del Paese ha in pugno anche il governo e il sistema dei media mainstream, non ha nulla di diverso dalla Cina. Semmai è peggio. Sottilmente peggio.
 
Il fatto è che tutte le agenzie e a ruota i mainstream, evidenzino diffusamente una censura lontana 20mila chilometri e non si occupino di quella casalinga è una cosa che dovrebbe far riflettere.
 
Forse, invece di puntare l’indice accusatorio sulla (vergognosa) censura del governo Cinese, i media del Belpaese farebbero meglio a guardare in casa propria.

Forse non tutti sanno per esempio che, come ci ricorda Marco Calamari, "la censura preventiva sulla navigazione nei Paesi industrializzati esiste solo in Italia e in Cina".

Forse non tutti sanno che l’obbligo di registrazione Italiano per i siti web, con alcuni distinguo, è simile a quello Cinese e tutti gli sforzi governativi sono in tale direzione.

Forse non tutti sanno che nel "pacchetto sicurezza" (ddl 733) in discussione al parlamento c’è il "comma D’Alia" (art 50 bis) che oltre al filtraggio, già esistente per il pedoporno, tabacchi e scommesse, introdurrà la possibilità di sequestro immediato da parte dell’esecutivo (il Ministro) in caso di "apologia o istigazione a delinquere a mezzo internet". No comment.

Forse non tutti gli Italiani sanno che Freedom House un ente piuttosto conservatore, considera la libertà d’informazione italiana come la peggiore in Europa e in anni recenti ci ha classificati, caso unico in occidente, "paese parzialmente libero".

E poi:

Duopolio TV, oligopolio pubblicitario, monopolio Telecom (che ha bloccato la banda larga), mancanza di limiti alla raccolta pubblicitaria TV, leggi antiterrorismo applicate al web ("Pisanu"), concessioni WiMax in pasto ai soliti monopolisti...

Dov’ è la democrazia in tutto ciò?

Ci riteniamo davvero così superiori alla Cina?

Anche il governo italiano ha oscurato The Pirate Bay, il sequestro più grande che si ricordi in Europa. Forse i Cinesi ci stanno copiando...

In Italia per informarsi la popolazione preferisce la tv (43.4%), poi i quotidiani cartacei (26.7%) e solo una sparuta minoranza si informa on-line (19.1%) (fonte: Eurispes).

E, come diceva Thomas Jefferson, "credere che un popolo possa essere ad un tempo ignorante e libero, è una cosa che non è mai stata e che non sarà giammai".

Non è un caso che la massa catodica voti poi per "il più grande piazzista del mondo" (Indro Montanelli, a proposito di Berlusconi).
 
L’ Italia: quel Paese in cui il Vaticano ha mantenuto per quattro secoli, sino al 1966 l’ index librorum prohibitorum.
L’Italia, unico Paese (formalmente) democratico dove per informare bisogna chiedere il permesso al potere (ordine dei giornalisti), attualissimo retaggio Fascista che a noi sembra normale, ma non esiste in nessun’altra democrazia.

L’Italia, dove una trasmissione che osa mandare in onda un documentario della BBC sui preti pedofili e sulla loro copertura da parte del Vaticano e di Ratzinger, viene denunciata e poi condannata da un giudice di pace a Roma, nel marzo 2008.
Mi riferisco alla puntata di Anno Zero del 31 maggio 2007 e al film "Sex crimes and the Vatican".
 
E si potrebbe continuare con la descrizione di un Paese, l’Italia, da medioevo dell’informazione.

Tra ddl ammazzablog (Levi, Cassinelli, D’Alia, Carlucci, etc), decreti bavaglio contro quarto e quinto potere (ddl Mastella 2007 e secondo lodo Alfano) e un contesto di generale spiccata ostilità del potere nei confronti dell’informazione, questo Paese è molto, molto simile alla Cina.


Eppure i nostri mainstream col dito puntano la Cina. La censura è là, continuano a ripeterci. Grottesco.

Forse perchè è meglio che continuiamo a guardare il dito, invece della luna.

Se alzassimo lo sguardo, forse ci accorgeremmo della NOSTRA censura, che dovrebbe interessarci molto piu’ che quella cinese.

Ma uno degli imperativi dei mainstream è quello di distrarre la gente, evitare che si impicci di ciò che fanno i parassiti della casta al potere.

Spero di sbagliarmi ma ho come l’impressione che su Internet stia per abbattersi, dopo ripetuti tentativi, il pugno di ferro governativo; quello definitivo.

Non so in quali forme. Internet è pressochè incensurabile completamente, ma si possono colpire i netizen. Loro sì, e facilmente.

Abbiamo anche da poco inventato la "Polizia delle comunicazioni" e non è uno scherzo.

Comunque alla fine, l’informazja governativa ci dice che la censura è quella Cinese: indignamoci!

Il celeberrimo "minuto d’odio" di Orwelliana memoria.

Della censura italiana silenzio tombale. Per i mainstream è la classica NON notizia.

Noi non ci preoccupiamo.

Condanniamo i cattivi Cinesi, ci sentiamo piacevolmente superiori. Evitiamo di riflettere sul nostro gulag informativo.

Evitiamo di applicare a noi stessi lo standard che pretendiamo di imporre agli altri.

Continuiamo a farci i fatti nostri, curiamo il nostro particolare, pensando che Internet, il p2p, le chat, i video, tutto sarà sempre lì per noi a disposizione, gratis, libero. Per sempre.

Ma nulla è per sempre,  meno che mai la libertà, per la quale bisogna lottare continuamente.

Anche per quella di Internet, oggi una delle lotte forse più importanti.

Il parlamento Italiano, composto per la maggior parte da pregiudicati, inquisiti, condannati, indultati, intoccabili, lobbisti, razzisti, postfascisti, mafio-clericali, ex stalinisti, non vede di buon occhio che il loro gregge di governati si impicci nei loro affari, informandosi in rete.

C’è il rischio che il gregge smetta di obbedire al motto della moderna "democrazia": produci, consuma, crepa.

Per questo vogliono soggiogare Internet. E se non alzeremo la voce lo faranno.

Scriveva Bertolt Brecht:

 Prima sono venuti a prendere gli ebrei,
  ed io non ho alzato la voce perchè non ero ebreo.
 Poi sono venuti a prendere i comunisti,
   ed io non ho alzato la voce perchè non ero comunista.
 Poi sono venuti a prendere i sindacalisti,
   ed io non ho alzato la voce perchè non ero sindacalista.
 Poi sono venuti a prendere me,
   ma non era rimasto nessuno per alzare la voce in mia difesa

E vale sempre.

Commenti all'articolo

  • Di valentina (---.---.---.230) 26 marzo 2009 10:39

    svegliamoci svegliamoci svegliamoci! la libertà d’informazione è tutto. su questo fronte dobbiamo combattere. chi ha visto Roberto Saviano ieri a "che tempo che Fa" ha avuto un’altra magistrale lezione su quanto la disinformazione riesca a mettere il giogo al collo del popolo bue. grazie a Maurizio per i suoi ripetuti interventi sull’argomento, bellissimo e chiaro articolo.

  • Di Frattaglia (---.---.---.47) 26 marzo 2009 11:15

    Internet o non internet, informazione o non informazione la gente deve svegliarsi comunque.

    Non è possibile che per vedere e capire cosa non va, c’è sempre qualcuno che deve spiegarlo da qualche parte... Se l’uomo fosse andato avanti così, a quest’ora eravamo ancora delle scimmiette che si spidocchiavano e si annusavano a vicenda.

    Se le persone vedono le stesse facce da trent’anni che predicano e predicano e dormono e poi predicano e poi dormono e poi predicano, e non capiscono che li stannno prendendo per il ****.... buonanotte al secchio.

  • Di illupodeicieli.leonardo.it (---.---.---.85) 26 marzo 2009 11:29

    Anche chi potrebbe dare una mano ha le mani legate.Alcuni giornalisti potrebbero ma non lo fanno: penso a Fabio Fazio, Michele Santoro e altri della carta stampata: la rete dovrebbe essere free, libera, fruibile da tutti. Ma se così fosse alcune ricchezze e proventi, dalla raccolta pubblicitaria e dalle stesse sovvenzioni statali, verrebbero meno.La stessa professione di giornalista (strapagato) verrebbe messa in discussione. Questi sono alcuni dei motivi per cui nessuno di questi spezza una lancia in favore di internet e continuano,invece, a propinarci i vari Gasparri & C. o altri che tendono a demonizzare il web. Il fatto che non lo riescano a controllare gli rode il fegato, sentono il pericolo e impazziscono:così invece di trovare modi per risolvere la crisi occupazionale ed economica facendo così il proprio dovere, si dedicano anima e corpo a frenare la libertà e non solo quella del web. Di certo cercheranno di fare come già da tempo vogliono fare gli inglesi :controllare email e tracciare la navigazione degli utenti, archiviare i dati.Curioso il termine sentito in radio :"email sospette". Che fare? Parlarne e diffondere tutto ciò che si sa è utile:trovare i modi per rendere inefficaci certi provvedimenti è necessario.Come per gli autovelox, come per ciò che si ritiene sbagliato e ingiusto e lo si combatte.Sono all’antica per queste cose: consegno il mio gratta e sosta che ha ancora mezzora di utilizzo a chi parcheggia al mio posto, ammiravo la vecchietta (condannata poi purtroppo) che metteva le monete nei parchimetri quando vedeva che segnavano rosso così da evitare le multe. Ora forme di disubbidienza che mettano in ridicolo costoro potrebbero tornare utili. Non il turpiloquio alla Grillo e neppure come fa Travaglio che rischia di rendere simpatici i lestofanti. Qualcosa va fatto perchè, Maurizio e Valentina e io,che mi chiamo Seb, e altri che gironzolano nei nostri blog e siti, queste e altre cose, le conosciamo:occorre farle sapere al di fuori della rete e combatterle. Per esperienza personale ho trovato diversi anziani che di anziano avevano solo il corpo:erano informati su diversi argomenti come Iraq e stragi di stato ma sul web sapevano poco (allora c’era il provvedimento di Levi:si incavolarono quando gli dissi che lo avevano "passato senza averlo letto", come disse Di Pietro). Trovare le forme migliori, ognuno avrà le proprie e combattere. Non so se si arriverà come nella Guadalupa a bloccare le strade e gli aeroporti, ma sono pronto anche a quello, perchè in gioco c’è la libertà di manifestare il proprio pensiero.

  • Di cortigian (---.---.---.226) 26 marzo 2009 12:49

    Concessioni Wimax ai soliti monopolisti????
    Ma dove?
    Ariadsl
    Retelit
    Linkem
    Questi sono i nomi delle aziende che hanno ottenuto più licenze.
    Vodafone si è ritirata.
    Telecom si è aggiudicata licenze solo per il Sud Italia (solo una licenza, x ogni regione ce ne sono in pratica tre, per garantire la concorrenza).
    Non c’è bisogno di inventar notizie per rafforzare il prorpio pensiero.,,

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 3 aprile 2009 18:33
      maurizio carena

       se tu credi che tre o quattro operatori possano garantire la concorrenza sei libero di crederlo. Io lo chiamo oligopolio, lo stesso che in Italia c’e’ nei trasporti, nella finanza, nei media, nel governo, eccetera.
       Trovo poi scandaloso, nel particolare, che la casta al potere non abbia nemmeno sentito l’esigenza di concedere una parte, una piccola parte, della banda Wi-fi all’open spectrum, ovvero all’uso libero e gratuito della popolazione. Da questo regime, del resto, non mi sarei aspettato nulla di diverso.
       I sudditi devono "informarsi" con la TV, non con il web. E’ sempre lo stesso discorso.
      saluti.
      m.c.

  • Di alride (---.---.---.14) 26 marzo 2009 13:40

    Prima di tutto grazie a Maurizio per aver magistralmente sollevato il tema.
    Gli italiani ancora non hanno capito cosa si sta svolgendo, come dimostra il commento di cortigian.
    Cari lettori, occhio perchè il problema della nostra libertà è molto grave.
    In particolare deve preoccupare che la stessa stampa (vedi illustri direttori di giornali) fa la guerra all’informazione on line, perchè non è controllabile, a differenza di quanto avviene per la carta stampata e le TV.
    Forse è il caso di dare alle forze politiche, che orizzontalmente tacciono sull’argomento, un segnale forte in occasione delle prossime consultazioni elettorali.
    Vi domando: cosa accadrebbe se gli italiani non si recassero a votare?
    L’Italia non eleggerebbe propri rappresentanti al Parlamento europeo.
    Tale accadimento sarebbe deprecabile per la democrazia, pur costituendo un messaggio inequivoco.

  • Di CogitoergoVomito (---.---.---.88) 26 marzo 2009 15:45

    Preciso e conciso. Bravo maurizio.

  • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 26 marzo 2009 17:08

    """ In Italia per informarsi la popolazione preferisce la tv (43.4%), poi i quotidiani cartacei (26.7%) e solo una sparuta minoranza si informa on-line (19.1%) (fonte: Eurispes)."""
    Chiamala sparuta minoranza! Due anni fa era il 12,5%. Quel che conta è il trend e vedrai che entro 4 o 5 anni sarà la prima fonte di informazione.
    Quanto poi al paragone tra Italia e Cina sei un bel pò esagerato. Li c’è censura, vera, onnipresente, seguita dalla polizia come in ogni buona dittatura, qui c’è imperizia, tentativo patetico di contrastare un fenomeno che non si capisce. Qui non c’è dittatura, nè pesante nè sottile mi sembra evidente. 

    • Di pint74 (---.---.---.115) 26 marzo 2009 21:13
      pint74

      Non abbiamo 4 o 5 anni.
      Da come vanno le cose le misure restrittive contro la rete non si faranno attendere.
      Lìgnoranza è la più grande arma che hanno i nostri governanti per tenere tranquillo il popolo.
      Oggi i maggiori diffusori di ignoranza sono proprio i media tradizionali.
      Quandoil governo si accorgerà che la gente si rivolge sempre di più alla rete per le informazioni,il gioco si farà più duro e le leggi sullo stile Cina verranno applicate a forza.
      La dittatura è già cominciata decenni fà ma in maniera molto soft,per evitare sommosse.
      Ora il potere è in pericolo e questo pericolo si chiama internet,che dispensa conoscenza e lega le persone,anche se queste sono distanti migliaia di km.
      E lega anche i pensieri.
      E’ questo il pericolo per i potenti.

  • Di mauro bonaccorso (---.---.---.129) 27 marzo 2009 00:19
     
    Il chiodo fisso di Maurizio deve diventare un imperativo per tutti quelli che non vogliono cedere più un millimetro di libertà a chi, giocando con questa parola, sta preparando le contromosse ad un fenomeno in espansione, fenomeno che, almeno per il momento, non riesce a controllare.
     
    Allora non è una fissazione, ma un allarme che risulta efficace solo quando viene avvertito per tempo. La diffusione, massima diffusione come l’ha definita Roberto Saviano,con il quale concordo pienamente, utilizzando linguaggi semplici e diretti, rendendoli così maggiormente fruibili.
     
    Complimenti a Maurizio ed ai commentatori concordi con la sua impostazione.
    Un saluto.
    Mauro
     
    • Di maurizio carena (---.---.---.6) 27 marzo 2009 11:57

       grazie per il tuo commento, Mauro e grazie a tutti coloro che hanno contribuito prima di te.
      Purtroppo, per motivi tecnici, non sono riuscito a rispondere ed argomentare con ognuno, come sono solito fare.
       tra una settimana circa tornero’ "in rete", col mio piccolo contributo ad Agoravox e alla lotta per la liberta’ d’informazione.

      un saluto.
      m.c.

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