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 Home page > Attualità > Politica > Denunca dei redditi online: la tua la metteresti?

Denunca dei redditi online: la tua la metteresti?

Questa finanziaria sta facendo un macello, un macello politico intendo: tutti si stanno battendo su patrimonialeIVA, evasione, robin tax e contributo di soliarietà, ma una cosa mi ha colpito particolarmente, ovvero la messa online dei rediti di tutti.

Sono combattuto: trovo che la norma sia populista, ma che possa essere utile a “sgamare” i furbi, trovo che non sia eticamente corretta ma praticamente sì.

Insomma, non so cosa pensare e mi sono trovato a discutere, con me stesso:

PRO: se non si ha nulla da nascondere non vedo il perchè non mettere la denuncia dei redditi on line.
CONTRO: vero, ma qua si fa demagogia: perché dobbiamo essere costretti a mettere tutti i nostri affari in piazza per colpire quei pochi che non denunciano quello che prendono?
PRO: perché siamo arrivati al limite e non ci sono molte altre soluzioni: ad una situazione drastica si riponde con soluzioni drastiche.
CONTRO: sì ok, ma quello che ognuno prende di stipendio, specie se lo stipendio è una busta paga, perché si dovrebbe considerare come di dominio pubblico?


PRO: aspetta, sono al cell… eccomi. Allora: se un operaio di fabbrica pubblica i propri introiti non vedo cosa ci sia di brutto, visto che il tutto è mitigato e gestito da un contratto nazionale. Se un dentista, invece, non vuole far sapere i propri, di introiti, forse ha qualcosa da nascondere. Forse siamo arrivati alla trasparenza, alla vera trasparenza che tutti vogliono raggiungere ma che quando tocca ognuno di noi diventa privacy. Forse dovremmo ripensare alla trasparenza… o alla privacy.
CONTRO: allora mettiamo online anche gli esami del sangue, per capire con chi posso bere un aperitivo o con chi posso condividere l’appartamento per le ferie!
PRO: no no, quello è un altro piano, un altro terreno di gioco. Non stiamo parlando di questioni di salute, ma di introiti statali che potrebbero essere usati anche per guarire o per tutelare la salute di chi ha bisogno di cure: l’evasione è una malattia “economica” ed in quanto tale soggetta alla cura della “trasparenza”.
CONTRO: ma chi mette il limite di cosa deve essere pubblico? Il rendere pubblico è sinonimo quindi di trasparenza? No perchè, a questo punto, si aprono un sacco di nuovi scenari…

Insomma, io potrei andare avanti per mesi, forse per anni, ma mi perderei quello che voglio guardare in TV o il libro che mi piace tanto.

Non è che c’è qualcuno, qua attorno, che riesce a darmi una mano a chiarirmi le idee e a darmi una motivazione valida per fare una cosa piuttosto che un’altra?
Con il Web il mondo cambia e viene spiattellato online: ma fino a che punto è lecito? Fino a che punto è trasparenza e quando diventa violazione della privacy?

Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.10) 3 settembre 2011 11:17

    Rudy ,ci sono dati sensibili che riguardano la sfera personale e che vanno salvaguardati .


    Il reddito non è un dato sensibile e deve essere reso pubblico perchè,rapportandolo al tenore di vita , dice ai tuoi vicini di casa se sei una persona onesta o un furbacchione (per non dire ladro) .
    Io sono totalmente d’accordo perché ne ho piene le palle di vedere gente con villa ,piscina e servitù che sono semisconosciuti al fisco .
    Altrimenti l’altro strumento alternativo è quello della delazione , della denuncia anonima ,ma in un paese come il nostro a larga diffusione malavitosa e con un tasso di corruzione pubblica devastante , la cosa presenta aspetti di rischiosità che non tutti sono disposti a correre .
    Specialmente al sud bisognerebbe girare armati e con il giubbetto antiproiettile (come nel film di Bisio) .
    Quindi meglio che sia lo stato a rendere pubblica la cosa . Ergo io sono d’accordo.
    ciao


  • Di pv21 (---.---.---.162) 3 settembre 2011 19:31

    La Tremanza >

    Nel 2006 Berlusconi tuonò forte contro la “tracciabilità” con cui il Ministro Visco voleva “sorvegliare e punire” il cittadino contribuente e “costruire uno Stato di polizia tributaria”. Allora non c’era la “crisi planetaria” e Visco non era il “creativo” Tremonti.

    Con Tremonti chi aggira il fisco “merita il carcere” se l’imposta evasa o non versata supera i 3 milioni.
    Anche chi compirà da settembre 75 anni di età come il Premier?
    Ma c’è di più.
    D’ora in poi i
    Comuni pubblicheranno on line le dichiarazioni Irpef di "categorie di contribuenti o di redditi" e nelle stesse dichiarazioni “dovranno” essere indicate le Banche con cui si hanno rapporti.
    Anche quelle dei capitali “occultati” all’estero?

    Ergo. Non serviranno più i condoni fiscali e gli evasori “irriducibili” saranno costretti a espatriare.
    Di sicuro c’è che remore e limiti non fanno parte del vocabolario di un Dossier Arroganza

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