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Delbono & Co. I vizi privati e le pubbliche virtù

La moralità nella politica italiana.

Delbono & Co. I vizi privati e le pubbliche virtù

"Dimissioni tardive di un candidato scelto male, che aveva già dimostrato di non essere un buon amministratore e assolutamente inadeguato sul piano della rappresentanza". Questo è il giudizio della maggioranza dei cittadini bolognesi subito dopo le dimissioni del Sindaco di Bologna Flavio Delbono, professore universitario di Economia in congedo, che, secondo l’ex Sindaco Giorgio Guazzaloca "ha fatto solo il ragioniere per sette mesi".
 
Le cause delle dimissioni sono note: la questione morale prima di tutto. Delbono è accusato di peculato e abuso di ufficio in un’inchiesta nata dalle dichiarazioni della sua segretaria ed ex compagna Cinzia Cracchi.
 
Già, la questione morale! Una piaga che dilaga in modo impressionante nella classe politica italiana.
 
Anche il caso Marrazzo, per certi versi, non è da meno: il Presidente della Regione Lazio si è dovuto dimettere perché scoperto frequentatore di trans e droga, e, soprattutto, per essersi reso politicamente ricattabile.
 
Preoccupante è anche il caso del Presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, coinvolto nei noti scandali ambientali, da quello dei rifiuti di Napoli a quello della Sanità.
 
Per non parlare del Ministro della Giustizia Clemente Mastella, dimessosi nel 2008, e della moglie Sandra Lonardo, Presidente del Consiglio regionale della Campania, ambedue coinvolti in gravi scandali attinenti la gestione degli appalti pubblici, i concorsi per l’assunzione del personale e l’affidamento di incarichi professionali nella pubblica amministrazione.
 
E che dire dell’ultimo caso della serie: quello del Presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, processato e condannato in appello a sette anni di reclusione per favoreggiamento con l’aggravante di avere agevolato la mafia, e violazione del segreto istruttorio.
 
Tutti casi, a dir poco, preoccupanti, fra i tanti di questi ultimi anni. Ma in questa giungla di folle immoralità non si possono certo dimenticare le ben note vicende giudiziarie del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, le sue leggi "ad personam", i suoi discutibili festini e la frequentazione di "escort".
 
Un quadro politico, quindi, estremamente compromesso sotto il profilo morale e rappresentativo, che non fa onore all’Italia.
 
C’è chi fa distinzione fra vita pubblica e privata, chi è convinto che le vicende che fanno parte della "privacy" non dovrebbero pesare sul bilancio dell’attività pubblica di un uomo politico. In altre parole che i vizi privati non dovrebbero interferire nelle pubbliche virtù. Ma c’è anche chi, invece, esige, giustamente, che la persona scelta per rappresentarlo e per rappresentare il suo Paese sia esente da pecche, sia in pubblico che in privato.
 
Cosa abbastanza rara in Italia, fatte le dovute eccezioni: la classe politica è, agli occhi di tutti, malata, e la corruzione e il malaffare dilagano ovunque.
 
E’ auspicabile che l’attuale governo non tergiversi ancora e che sia intransigente su questo punto, dimostrando di avere meritato il voto della maggioranza degli italiani.
 
Fra i tanti problemi è soprattutto quello della questione morale che deve essere coraggiosamente affrontato e risolto, ancor prima delle riforme annunciate e della temuta personalizzazione del potere senza controllo.

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