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Dalla cassa integrazione alla scrittura. Quando la crisi è un’opportunità

Domenico Gullo, spinto dalla testimonianza di Elena Torresani, ci racconta la sua storia di scrittore e cassintegrato. “Condizione felicissima e liberatoria” – assicura – “che mi permette di dedicarmi finalmente a me stesso e a ciò che amo: mio figlio e la scrittura”. 

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Nato a Spezzano Albanese, paese nella provincia di Cosenza, Domenico ha vissuto in Calabria fino ai nove anni, poi come tante altre famiglie anche la sua ha dovuto emigrare verso il nord Italia. Sono arrivati così a Torino dove tutt’ora vive e lavorava (e adesso scrive). La sua passione in realtà è iniziata molto prima della cassa integrazione: “scrivevo rubando alle ore della notte più tempo possibile”, racconta. Il suo primo romanzo, La vecchia Legnano, è infatti del 2010.

“Sono in cassa integrazione da più di un anno, ormai, e questa nuova condizione mi ha dato grandi opportunità”, dice serenamente. “La mia vita è cambiata totalmente, sto per finire la stesura del terzo romanzo, sono felice, sereno, con la gioia e la consapevolezza di fare quello che ho sempre desiderato”.

Quando ricorda il passato sembra provare una sorta di rancore. “Finalmente sono lontano da quell’universo pieno di supponenza, ignoranza, maleducazione che faceva parte del mio quotidiano lavorativo. Quel tipo di vita mi è talmente estraneo adesso da farmi dubitare di averlo davvero vissuto e sopportato per anni”. Ed è stata proprio la cassa integrazione, tragedia per molte famiglie, perdizione per moltissime persone, ad avergli improvvisamente dato la possibilità di stringere amicizia con scrittori, cantanti lirici, registi, direttori d’orchestra, sceneggiatori: “Persone che arricchiscono la mia vita e la rendono davvero piena, davvero reale”.

“La cassa è stata una rampa di lancio per me”, spiega Domenico. ”Spesso la nostra mentalità, legata al lavoro fisso, ci fa vedere in maniera estremamente tragica situazioni come questa. Premesso il fatto che non è comunque piacevole perdere il lavoro, io sono riuscito a trovare dentro di me la forza e le motivazioni per trasformare quel che mi era successo in un incentivo per ripartire e cambiare la mia vita”.

Questa testimonianza fuori dal coro susciterà probabilmente qualche polemica, specialmente tra coloro che vivono con sofferenza il dramma della perdita del lavoro. “Spero solo che la mia storia possa servire da stimolo a chi si trova nella posizione nella quale fino a poco tempo fa mi trovavo io”.

“La crisi per me è stata una grande opportunità. Che non mi sono lasciato sfuggire”.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.93) 20 dicembre 2013 14:41

    Il miglior commento a questo articolo l’ha scritto il grande Albert Einstein:
    "Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato.
    Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza di essa tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla."

    Purtroppo non tutti hanno sufficienti srumenti per superare una crisi così dura; specialmente gli anziani, che hanno ormai perso le forze necessarie, ed i giovani, che non hanno ancora la maturità per affrontarle da soli.

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