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Dal Carcere Juljia Tymoshenko si appella all’Italia: "Ricordatevi che siete un Paese dell’Unione europea"

Di fronte ai giudici della Corte d'Appello è iniziata l'udienza per l'estradizione dell'uomo politico dell'opposizione ucraina

"Ricordatevi che siete un Paese liberal-democratico, membro effettivo dell'Unione europea, concedete l'Asilo politico a Arsen Avakov e non restituitelo ai suoi aguzzini". Questo sostanzialmente il nocciolo del drammatico appello lanciato alle autorità italiane, e segnatamente al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio Mario Monti ed al Ministro di Grazia e Giustizia Severino, da Juljia Tymoshenko, l'ex premier ucraino oggi in carcere perché accusata di abuso d'ufficio e concussione dai suoi oppositori del Partito delle Regioni, filo- russo, oggi al potere a Kiev.

E' contenuto in una lettera aperta, fatta uscire dal carcere grazie all'intermediazione degli avvocati della " pasionaria" ucraina, protagonista della "rivoluzione arancione" a Kiev nel 2004 e poi, con presidente Viktor Yushenko, divenuta premier dell'ex Repubblica sovietica.

Cambiato il quadro politico in Ucraina, ed assurto alla carica di Capo dello Stato il filo- russo Viktor Yanukovich, per la bionda pasionaria sono iniziati i rovesci culminati con la sua condanna definitiva ad una pesante pena detentiva ed all'interdizione dai pubblici uffici, cosa che le impedirà di partecipare alle prossime elezioni presidenziali.

Pure ad altri esponenti del partito d'opposizione della Tymoshenko, Batkivshchyna, sono state addossate le medesime accuse. Per abuso d'ufficio è stato emesso mandato di cattura dalla magistratura ucraina, molto prona all'attuale regime, nei confronti dell'ex Ministro dell'Economia del Governo Tymoshenko, Bogdan Danylishyn, del marito della medesima Juljia, Oleksandr Tymoshenko, e del Segretario del partito della Regione di Kharkiv, Arsen Avakov. I primi due si sono rifugiati nella Repubblica Ceca, altra Nazione dell'Unione Europea, dove senza alcun problema è stato loro concesso Asilo Politico mentre Avakov è fuggito in Italia. Nelle more l'Ucraina aveva spiccato contro di lui un mandato di cattura internazionale.

Lo scorso marzo Avakov è stato fermato, insieme ad un altro clandestino suo connazionale, a Frosinone in Ciociaria durante un normale controllo da parte della Polizia Stradale.

"Per noi era un immigrato extra-comunitario come gli altri in condizione di clandestinità. Poi una volta tradottolo al Comando per trasferirlo all'ufficio stranieri della Questura di Frosinone per iniziare le pratiche d'espulsione, abbiamo scoperto che sulla sua testa pendeva un mandato di cattura internazionale spiccato dalla magistratura del suo Paese e così lo abbiamo arrestato e condotto in carcere", affermano alcuni agenti intervenuti.

Ora Avakov è in carcere e il 10 aprile, in Corte d'Appello a Roma, competente per territorio, è iniziato il procedimento per sancire la sua estradizione.

L'ex Segretario "arancione" di Kiev ha ribadito di voler chiedere all'Italia, Paese fondatore dell'Unione Europea, asilo politico confidando sul fatto che anche Roma si allineerà in questo con Praga. Un'altra patata bollente, dopo le note vicende dei marò detenuti in India e degli ostaggi catturati nel medesimo enorme Paese asiatico, per la diplomazia italiana.


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