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Dagli sportelli alle urne

Ad andar per boschi, si sa, ci si può perdere ma quanto dichiarato dal Segretario del Partito Democratico (ed ex Presidente del Consiglio) a Fatti e Msifatti su Tgcom24 in risposta alle domande del Direttore Paolo Liguori è qualcosa che non può e non deve passare inosservato ad un attento lettore della politica nostrana. In buona sostanza, Matteo Renzi sostiene "dimissioni Boschi? Non esiste. Decideranno gli elettori". Per completezza di pensiero estende il concetto dicendo: "Un politico si fa giudicare dai cittadini quindi saranno le elezioni a giudicare se qualsiasi politico, non solo Boschi debba tornare in Parlamento. E' una discussione che non esiste".

Qualcuno avrà storto il naso davanti a queste dichiarazioni perché ricordano per filo e per segno quella ridondante filastrocca ripetuta fino allo sfinimento dal Centrodestra quando un certo Silvio Berlusconi era al Governo e riceveva avvisi di garanzia a gò-gò tanto che per rompere questo indissolubile legame con gli elettori si è dovuto attendere una Legge del Ministro Paola Severino (periodo Monti), norma che sancisce l'incandidabilità alle elezioni politiche per coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a due anni di reclusione.

Il fatto che oggi colui che dovrebbe essere la nemesi del Centrodestra usi le stesse argomentazioni dei suoi avversari fa riflettere e non poco perché queste ultime aprono due possibili scenari: il primo che il leader di Forza Italia, in buona sostanza, abbia avuto lungimiranza e ragione da vendere mentre la seconda è che chi afferma di voler combattere ciò che Berlusconi rappresenta non sia in grado di farlo senza usare le stesse forme di comunicazione o interpretazioni delle Leggi. In poche parole, semmai ve ne fosse stato bisogno, Matteo Renzi ha stabilito che il suo legame con il patron di Fininvest è più politico di quanto non abbia voluto far credere sino ad oggi.

Ci sarebbe un terzo scenario ma mi pare assurdo e poco credibile. L'ultima ratio potrebbe essere semplicemente una scivolata, una ruzzolata su una domanda impertinente davanti alla quale il Segretario PD, trovandosi spiazzato, ha risposto in maniera errata e senza rifletterci troppo sopra. Mi sento di poter scartare questa ipotesi perché mi è difficile credere che esistano interviste non concordate tra un Direttore di testata giornalistica e il massimo esponente di partito in uno studio televisivo. Perdonatemi ma io non credo che la politica italiana sia una specie di edizione real del Grande Fratello (che se proprio debbo dirla tutta non mi convince nemmeno un po' in fatto di spontaneità e genuinità). No, credere che la politica sia un teatrino è una cosa, che sia invece il teatro dell'assurdo (Stile Becket, per intenderci) è un'altra. Siete liberi di dubitare e di aspettare Godot ma perdonatemi se non seguirò nessuno in questa attesa...

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