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Da oggi a Latina arrivano da ogni parte d’Italia 800 mila "penne Nere"

L’ottantaduesima adunata nazionale, voluta dall’A.N.A (Associazione Nazionale Alpini), vede giungere nella capitale del’Agro Pontino ed a 35 Km da Roma circa 1 milione di ex alpini, che provengono in prevalenza dal Veneto, Friuli, Piemonte, Val D’Aosta, Lombardia... Emilia-Romagna e Toscana, vennero considerate da una apposita legge degli anni 50 "zone di reclutamento alpino".

Un senso del "ritrovarsi" quindi tra Veci e Bocia, dopo che la leva militare è stata soppressa, continua a prevalere in queste persone dal cuore aperto verso quello "spirito di corpo" trasformatosi in solidarietà.

La Romagna come sempre è in prima fila...

Ravenna - Non solo dalla città capoluogo ma dall’intera provincia saranno in tanti a partire gia da oggi (8 maggio) per quella 3 giorni che ogni anno vede le penne nere riunirsi per la loro adunata nazionale. "Quest’anno siamo alla ottanduesima" - afferma Franco Cenni, che ne è il coordinatore dei gruppi romagnoli e bolognesi -.
"Il recente terremoto dell’Aquila ci ha già visti impegnati del resto con i nostri gruppi della protezione civile in questa martoriata città". Da Ravenna, come da Casola Valsenio, Massalombarda e Lugo, Forlì, Cesena, Premilcuore, Bagno di Romagna... anta Sofia e Verghereto".

"Saremo in tanti tra ’Veci e Bocia’ a recarsi nella capitale dell’Agro Pontino che proprio i nostri nonni e bisnonni contribuirono alla bonifica di queste terre paludose e malsane" afferma con orgoglio Gabriele Perini da Premilcuore in alta Romagna, quasi Toscana, che ha addirittura affittato un camper assieme ad altri 5 ex commilitoni della zona. La provincia di Ravenna, infatti, con un decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale nel 1958 fu assieme a quella di Forlì, venne considerata a tutti gli effetti, zona di reclutamento alpino.

Tanti fummo in quegli anni, allora giovani ventenni a compiere il nostro dovere di coscritti nelle brigate Julia e Cadore e dove si iniziava questa esperienza al C.A.R (Centri addestramento reclute) di Bassano del Grappa per la Brigata Juila ed a Montorio di Verona per la Cadore. Una esperienza che durava 18 lunghi mesi, attraverso i quali si compivano lunghe marce quasi giornaliere con tanto di zainetto tattico sulle spalle, caricato con 20 kg. di sabbia.

Non so se la gioventù odierna accetterebbe queste imposizioni. Questo, a detta degli ufficiali e comandanti di allora " serviva a temprare il corpo, ma anche lo spirito". A quella età del resto le fatiche si sopportano bene. Per giunta un gavettino di ottima grappa, oppure di cordiale serviva da corroborante una volta rientrati in caserma.
Fu proprio a Bassano, dove imparai a conoscere la grappa,quando la sera in libe
ra uscita ci si recava coi colleghi di naja presso una nota distilleria presso lo storico pontedi legno

Bellissimi ricordi che servono a rinsaldare le nostre amicizie di un tempo e che da oggi ci faranno ritrovare tutti assieme a tantissimi altri a Latina.
 
Gli alpini del resto si sono già resi famosi per le loro vicende storiche: dalla ritirata del Don nel secondo conflitto mondiale, fino all’esperienza dell’Afganistan e dell’Iraq, storie dei nostri giorni. E per tale motivo che gli italiani tutti ne sono "quasi devoti" a questo glorioso corpo militare, ora impegnato in opere di pace e di solidarietà.

 

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