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DDL intercettazioni in dirittura d’arrivo. Alfano nega la fiducia

Il contestatissimo disegno di legge sulle intercettazioni - che dovrebbe essere parte integrante della riforma sulla giustizia - è arrivato ieri in aula al Senato e, a quanto pare, senza significative modifiche al testo rivisto, dopo l’approvazione alla Camera, in sede di commissione, che prevede ulteriori difficoltà per i magistrati e giornalisti e inasprimenti delle pene.

A nulla è servito il lavoro dell’opposizione e le proteste del mondo della stampa - a cui stanno partecipando tutte le testate, destra, sinistra, centro, ecc. - la magistratura, le forze dell’ordine e la società civile (popolo viola), il governo sembra deciso a continuare sulla propria strada in nome del "popolo sovrano".

DDL intercettazioni in dirittura d'arrivo. Alfano nega la fiducia

Tra liti e insulti, il testo esce dalla commissione per andare al Senato. A dire del centrodestra, in Senato si potrà parlare di modifiche, e il guardasigilli a tal proposito afferma: "Il testo della Camera ha rappresentato un compromesso alto tra tre principi costituzionali, privacy, diritto di cronaca e alle indagini. Nel passaggio tra commissione e aula valuteremo se è opportuno tornare a quel testo su alcune questioni".

Bene, anzi, male. Una legge che tiene in scacco il parlamento, che è fonte di disaccordi estremi - il PD e lIDV propongono di stracciare la legge -, che continua ad essere cambiata, che dopo mesi "forse è meglio com’era prima", dà l’impressione (molto reale) di una maggioranza in cerca di consensi, non più popolari ma politici. Una maggioranza entrata al governo in pompa magna e che ora si ritrova a "giocare" al tira e molla per poter far passare la legge al senato.

Dico questo perché la mia impressione è che non ci troviamo più di fronte al solito giochetto di proporre e attendere le reazioni per poi aggiustare il tiro senza modifiche sostanziali, ma si tratti piuttosto di una resa dei conti all’interno alla maggioranza e della comunità internazionale. Prima Fini che, in linea con il suo nuovo corso "liberal/democratico", la contesta quasi al pari dell’opposizione, poi gli USA che, a mezzo del suo rappresentante della giustizia, di fatto la bocciano (per poi fare mezza marcia indietro ndr). Non per nulla si era già paventata la possibilità della fiducia, successivamente smentita da Alfano.

Per finire, l’impressione che questo governo sappia cosa vuole ma non sappia come ottenerlo è fonte di possibili reazioni estreme da parte della maggioranza per ottenere in altro modo ciò che vuole. D’altra parte, la legge stessa, se va in porto, sarebbe un inizio concreto, anche se soft (nel senso che non si usa violenza), per il disegno eversivo che è emerso concretamente in questa legislatura.

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