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Crotone è...

Crotone è mille culure; Crotone è mille paure; Crotone è nu sole amaro: ma non è che Pino Daniele li abbia dedicati alla nostra città questi meravigliosi versi della sua celebre canzone Napul’ è. Magari fosse stato così.

Soprattutto adesso che Crotone, dopo aver perso quasi tutto e smarrito la rotta come i cefali, va perdendo ogni giorno di più qualsivoglia residua aderenza alla realtà quotidiana; essa sembra essere affetta da una sorta di alzheimer sociale in fase acuta. Spento il fuoco della razionalità, Crotone va dunque scaldandosi al calore delle illusioni e della fantasia, come Mastro Geppetto usava ripararsi dal freddo dinanzi al fuoco dipinto sulla parete di casa sua.

Sicché Crotone è diventata la città del vento; (una volta lo era Catanzaro); pretende di divenire la capitale della cultura (siti come Siracusa, Agrigento; Piazza Armerina, Ercolano ecc. le fanno un baffo) ; vuole fermamente puntare sul turismo (ma, oltre al vituperato mare, non ha posti letto, servizi e infrastrutture sufficienti alla bisogna). La città adottiva di Pitagora rimpiange quel benessere perduto e interpella il suo glorioso passato, cui ha inferto irrimediabili ferite di cemento, illudendosi di poterlo riportare in vita e costruire su di esso il proprio futuro.

Ma questo, il futuro, se lo è lasciato da tempo alle spalle. Alla città non resta che, se non vuole morire, dormire e forse sognare, come riteneva dovesse farsi il giovane principe Amleto. Eppoi, se non altro, è sicuro che il sonno porta consiglio. Peggio mi sento…! Perché alle soglie della prossima estate il sonno di Crotone avrà portato un terribile Consiglio: ahinoi quello comunale. A giudicare dai “purosangue” che al momento scalpitano alla partenza per le elezioni amministrative di giugno prossimo, non si annuncia una corsa trionfale, non una vera e propria fuga verso il cambiamento, nella direzione giusta del riscatto della città, che in realtà dovrebbe riscattarsi da se stessa.

A Crotone persino il movimento fondato da Beppe Grillo ha subito una mutazione genetica, raddoppiando le proprie stelle, che da cinque passano a dieci. La differenza tra gli astanti per la conquista della guida amministrativa della città appare quantomeno risibile pur nei suoi tratti caratteriali: c’è chi vuole fare il sindaco perché è meglio che andare (o tornare) a lavorare timbrando un cartellino e chi aspira alla carica per accondiscendere ai voleri del proprio azionariato. Il tutto sulla base di un programma o presunto tale. Il che vale dire che la differenza tra quello predisposto per riportare Crotone a livelli accettabili di civiltà e quello impostato con la manopola per la lavatrice, è pari a zero: si equivalgono. Nello specifico, crea angoscia , predispone a crisi di panico e genera sfiducia e malumore l’idea che anche il quinquennio amministrativo 2016-2021 per la città di Crotone possa essere improntato sull’ improbabile braccio di ferro con l’Eni (che nella sostanza è uno stato parallelo a quello italiano); all’avvio della bonifica e contestuale valorizzazione della antica Kroton.

Questi sono cavalli di battaglia oramai stremati, cavalcati per decenni senza sella e senza alcuna avvedutezza ippico - strategica sino allo sfinimento dei menzionati quadrupedi. Il che vuol dire che darsi all’ippica è esercizio ancora più arduo. Insomma: Crotone come “Napule è tutto nu suonno e a sape tutto o' munno” ; come Napoli è “addore e mare”. Ecco, già restituirgli questa bella affinità col capoluogo campano nella prossima estate, evitando che anneghi nel “brodo di merda” com’è stato l’anno scorso con le fogne scoppiate, sarebbe il massimo che si possa chiedere alla nuova amministrazione; a prescindere dalla sua composizione politica e da chi la guiderà. Per il resto non c’è da farsi illusioni.

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