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Crisi dei Derivati e "Soluzione LaRouche" al Pre-G20 di Parigi

Nei giorni scorsi (8-9 gennaio) la Presidenza francese ha organizzato un seminario a Parigi ("Nuovo Mondo, Nuovo Capitalismo") in cui i governi europei si sono confrontati sul come affrontare la più grave crisi da collasso finanziario (e forse economico) dei tempi moderni.

Al meeting si sono delineati due gruppi principali: da una parte quelli che riconoscono che l’attuale sistema finanziario, basato sui derivati, è irrimediabilmente in bancarotta e va sostituito, e dall’altra quelli che (forse per vari conflitti di interesse) giudicano che la bolla dei derivati va salvata a tutti i costi: naturalmente a spese della popolazione innocente…

A favore della prima soluzione sono intervenuti il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, l’ex Primo ministro francese Michel Rocard e in larga misura lo stesso Nicolas Sarkozy. Sia Tremonti che Rocard hanno proposto una soluzione larouchiana: congelare la bolla dei derivati e sottoporre il sistema a riorganizzazione fallimentare. A favore del salvataggio del sistema a tutti i costi sono intervenuti il capo della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, Tony Blair e anche il Cancelliere tedesco Angela Merkel (bisognerebbe poi capire bene se congelare significa alla fin fine condonare i vari furfanti).

Sottolineo che Tremonti ha esordito con la modernissima metafora della crisi come un "videogame", con un mostro più grande dell’altro che spunta dopo averne eliminato il precedente. "Finora ho contato sette mostri", ha detto Tremonti, aggiungendo che il più grande, quello che deve ancora arrivare, è il mostro dei derivati. "I derivati ammontano a 12,5 volte il Pil del mondo - ha spiegato - sono prodotti di cui si conosce l’ammontare ma non l’impatto concreto. Salvare tutto è una missione divina, salvare il salvabile è una missione umana. È una tecnica biblica, separare il sabbatico, mettere le posizioni che non fanno parte dell’economia reale ma hanno un impatto forte, su veicoli che durano magari 50 anni, moratorie lunghe”. La ragione fondamentale, ha aggiunto il ministro, è che “se carichi tutto il debito privato marcio sul debito pubblico potresti non farcela” (a me l’intenzione sembra semplicemente quella di spostare i debiti sui nipoti e pronipoti, che prima o poi si incazzeranno molto di più degli studenti greci).

Tremonti ha poi annunciato che l’Italia intende discutere questa proposta "nell’ambito dei lavori di riforma del mercato finanziario globale come presidente del G8". L’intervento dovrebbe basarsi "sulla separazione tra attività sane e titoli tossici": bisogna "difendere la parte operativa delle banche” (questo mi sembra sano buon senso, vista l’isteria generale). Però, nella realtà, per risolvere i tanti problemi collegati, alle belle parole bisogna far seguire rapidamente i giusti fatti. Tremonti ha poi detto: “Se il piano di Obama fallisse, tutti noi governanti abbiamo il dovere di pensare a un piano alternativo. Dovremo scegliere: salvare le famiglie o i banchieri? Gli speculatori o le imprese? Io non ho dubbi su chi salvare: le famiglie, le imprese e le banche che le finanziano. Tentare di salvare tutto rischia di far perdere tutto, perché c’è un punto oltre il quale neanche i governi possono andare". Ricordando che gli USA hanno tentato di tutto nel corso del 2008, senza riuscire a frenare la crisi, Tremonti ha ripetuto che la bolla dei derivati va congelata (a dir la verità a me sembra l’equivalente dell’impresa fantascientifica di congelare un vulcano in eruzione).

Ultimamente purtroppo “l’Economia” si basava sul Gioco d’Azzardo Finanziario, questa è la pura semplice verità che nessuno vuol dire e che invece si deve dire: poi c’era chi giocava più “onestamente”, chi barava occasionalmente e chi “professionalmente” (questo è il mio modesto parere). Quando invece governava l’economia reale le cose andavano benino in Europa: Michel Rocard ha ricordato che tra il 1945 e il 1971 l’Europa ha sperimentato una forma di capitalismo molto diversa dall’attuale, che garantiva una crescita regolare media del 5% annuo, nell’assenza totale di crisi finanziarie e con la piena occupazione. Da allora, la crescita si è dimezzata, le crisi si susseguono ogni 4-5 anni, la precarietà del lavoro e la disoccupazione aumentano e i lavoratori impoveriti vengono esclusi dal mercato del lavoro.



Rocard ha infine posto la questione morale: chi pagherà il collasso finanziario? Dall’inizio dell’esistenza dell’uomo, saldare i debiti è sacrosanto. Ma cosa si riesce a fare quando il debito speculativo mondiale supera il PIL aggregato di cinque o sei volte? Non sarebbe il caso di porre il problema di programmare e organizzare una bancarotta controllata? Io sinceramente non capisco questo falso moralismo deviante… Se le banche hanno venduto dei titoli tossici per fottermi, io non sono tenuto a pagare un bel niente. E così dovrebbero fare anche le amministrazioni pubbliche che hanno comprato quei titoli. Che falliscano pure le banche disoneste: ci rimarranno quelle oneste a lavorare anche al posto loro. Forse però non ne rimarranno molte in piedi. Ma non è un grosso problema: i loro investimenti immobiliari e le attività sane, potranno così passare alla collettività: Comuni, Provincie, Regioni e chiaramente lo Stato.

E veniamo al Presidente Sarkozy: lui ha richiesto di progettare un nuovo sistema finanziario, non più basato sul "breve termine, sul reddito privato non guadagnato e sulla speculazione". Ha poi affermato che non accetterà lo status quo preferito dai “nostri amici americani"(questione che andrà affrontata al prossimo vertice del G20).

lnvece il capo della Banca Centrale Europea, Jean-Claude Trichet, sostiene che il sistema va salvato con qualche "correzione", e riduce il "nuovo paradigma" ad uno specchietto per le allodole. Inoltre afferma: "Naturalmente non dovremo gettare il bambino con l’acqua sporca, abbandonando l’assetto dell’economia di mercato che sta alla base del sistema". Quindi Trichet non vuole il congelamento dei titoli tossici e ha proposto una "clearing house" mondiale per poter mantenere la bolla dei derivati. A questo punto sorge spontaneo il sospetto che anche la BCE sia invischiata in maniera più o meno indiretta in questo brutto affare.

Comunque, seguire la prima o la seconda ipotesi non farà differenza, se chi farà le diverse operazioni le farà in modo sbagliato: cioè dimenticandosi dell’Etica e della fiducia che è il fondamento del vero mondo degli affari e delle relazioni umane: personali e istituzionali. Tutti quelli che non credono a questo sono i “Caimani” e gli “Squali” che hanno i loro soldi e i nostri soldi nei paradisi fiscali (Isole Cayman, ecc).

Ecco la soluzione: una bella bomba lì e bruciamo tutti i problemi… Altro che congelare!

www.larouchepac.com

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