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Corrente da svendere


Di talenti, meriti e luce che non torna.

ore 16.05
Tra poco si diventerà itineranti per lo stivale, direzione Val d’Aosta che chi l’ha vista mai, e da lì poi tutto è possibile, il Daje Tour non conosce programmi. Le valigie ibride mare e monti non le abbiamo mai fatte e credo stiano dando qualche difficoltà. Stasera pizza con amici e niente Walter, mi dispiace. Chi può canti l’inno anche per me. Piuttosto m’attira Obama a Berlino, che tutto sommato è quasi Val d’Aosta.

ore 15.35
Riso alla pescatora da riscaldare nel microonde e cocomero da raffreddare nel congelatore per il pranzo pre ferie da consumare con l’ex collega Zizzo e tutti gli altri. Che sia così difficile raggiungere la temperatura ideale è una cosa sulla quale occorrerebbe una riflessione più profonda.
Intanto Fassino, sul quale volete due parole, ha detto, anzi, ha giurato (così scrive Repubblica), che "non esiste una questione morale nel PD". La cosa che non capisco è se intende dire che nel PD non sono riscontrabili comportamenti immorali o se tra i dirigenti del PD non gliene frega niente a nessuno della questione morale. [...]

ore 12.48
E’ tornata la corrente, è tornata la rete.
Rimanere senza corrente, di questi tempi, genera un’inquietante sensazione di diversità; ti fa sentire senza rete, appunto.

ore 12.01
Ieri sera sono stato in un posto dove c’erano parecchi ex figgicciotti che non vedevo da decenni. Uno di loro, Luca, mi ha raccontato di come, con alcuni amici delusi dall’esito del voto romano, si fossero pentiti di non aver varato durante le Comunali una lista "Sinistra per Alemanno"; avrebbe avuto un sacco di voti, qualche consigliere e vari posti di comando, sarebbe stata una lista di rottura e data la confusione avrebbe fatto parlare di sé, novità vera nello scenario politico. E’ da questi ragionamenti che siamo poi addivenuti alla necessità, delusi dagli sviluppi del PD, di lanciare un nuovo Partito.
Indecisi tra Vero Partito Democratico e Partito Davvero Democratico (che uscirebbe fuori come PDD, rafforzativo, potrebbe funzionare) siano finiti a proporci di rifare la Fgci, soluzione finale che ci ha visto tutti d’accordo prima di salutarci dandoci appuntamento tra altri 15 anni circa.

ore 11.42
Erykah Badu canta nelle cuffie, Badu che è bella e brava e che qualche settimana fa, quando è tornata a Roma a cantare, non mi ricordo quale giornale presentava come "la voce emergente del soul", na cosa così, per un’artista emersa da almeno 10 anni e che fa parte di quelle voci che sono talmente oltre e talmente altro, da non sapere neanche più quali aggettivi metterci a fianco.


Su emersione ed emergenza talenti ho scritto un post, intitolato "Talenti sul Titanic, per il blog su la7, ispirato dalla recente lettura del libro di "Talento da svendere", di Irene Tinagli, neo dirigente del PD cooptata da Pittsburgh a S.Andrea delle Fratte tra i 20 nomi delle arti, delle scienze e della cultura voluti da Walter. Il difficile, per Irene, sarà riuscire a far leggere quel libro ai quasi 200 membri della Direzione in modo tale che la lettura non resti vana.

ore 11.15
Da circa un’ora e mezza non abbiamo corrente e connessione. Mentre tutti intorno parlano, io m’incuffio e scrivo. In questo momento ci sono i Soul Coughing a coprire le chiacchiere dei colleghi, che se in sottofondo, fanno pure un bell’effetto, roba che i Soul Coughing potevano pure pensarci a registrare sto pezzo con l’effetto chiacchiericcio d’open space in lontananza. Funziona.
Ho già sfogliato Repubblica e Unità, non ancora il Riformista. Veltroni è man of the day e sembra in gran forma. Ieri è stata una grande giornata per lui. Il dito medio di Bossi gli ha ridato ossigeno e lui ha detto da subito la cosa più importante: "Berlusconi deve risponderne e senza fare battute". Che diciamocelo chiaramente, il timore nostro, la nostra ossessione vera, non è tanto il Berlusconi statista, ma il Berlusconi da bar, quello che con una battuta fatta male e per questo comprensibile a tutti fa ingoiare qualsiasi dito a chiunque.
"Non fare battute", gli ha chiesto Walter, e quello ancora non ne ha fatte, e finché non ne farà potremo parlare di maggioranza spaccata. Che noi sull’inno d’Italia siamo preparatissimi, è il nostro punto forte, ci abbiamo preso una rincorsa invidiabile, e ora ci apriremo la Festa dell’Unità tutti i giorni, a partire da stasera, che parla Walter, e a lui non gli pare vero di poter dire che i fratelli d’Italia siamo noi. Il problema è stringersi a coorte.

ore 10.30
Mica lo so come siamo finiti seduti per terra a guardare il Paris Music Award condotto da Amadeus e Manuela Arcuri, ma io e Anita ieri sera abbiamo guardato la tv, la Rai, d’estate, in città, per almeno un quarto d’ora di seguito.
A dar vita all’insolito quadretto molto ha contribuito l’insana attrazione di Anita verso ogni forma di show, canterino, circense o danzereccio che sia, se poi le tre arti si manifestano tutte insieme, tanto meglio.
Non avevo idea di quali premi stessero per essere assegnati di 21 luglio in tv, ma l’Arcuri meritava comunque lo stop allo zapping, per quanto Amadeus facesse prudere le dita in senso contrario. Ma soprattutto c’era Anita, che di cambiare canale non ne voleva sapere, apparecchiata sul cotto, bramante show, arte, spettacolo e lustrini.
"Partiamo alla grande", ha spronato Amadeus, "con noi, rigorosamente dal vivo, Gianluca Grignaniiii". Un velo di tristezza s’è frapposto all’istante tra me e la tv, ma il cantante sembrava in forma, con i capelli raccolti, elegante nel suo completo nero, inarrestabile nel suo tic agli occhi, biascicante nel suo stile fattosi via via più pastoso, che già si capiva poco quando s’annunciò alle ribalte con intenzioni suicide, meglio non sta ora dopo tossiche vicende.
E comunque Grignani grugniva contento, dietro di lui uomini sovrappeso ballavano impugnando chitarre afone, ciao e arrivederci, arrivederci e ciao e Anita dopo un minuto di canzone mi fa "a me questo non mi piace, e poi non è neanche ballerino".
E più Grignani si torceva nel tentativo di rendersi credibile come cantante, più Anita lo valutava come ballerino, perché il punto per lei era chiaro, questo non può essere un cantante, forse è un ballerino, ma pure come ballerino lascia a desiderare, e quindi? mi chiedeva senza parlare girandosi verso di me con la bocca a mestolo ma divertita, non triste, quell’espressione di chi non si spiega come possa succedere quello che sta succedendo ma trova la cosa divertente.
"A me proprio non mi piace questo. A te?", m’ha chiesto dopo un po’ la piccola. "No Anita, non piace neanche a me", le ho risposto sorpreso e gratificato dall’inopportunità di dovermi prodigare in argomentazioni soggettive per uno spettacolo già oggettivamente valutato dalla creatura.
Per questo, quando finita la canzone è entrato in scena un grande mappamondo con le cuffie e Anita ha saputo da me che trattavasi di premio, la ragazza è sbottata: "ma come, ha appena iniziato a cantare e già gli danno un premio?".
Come dire, questo già non è capace, se gli danno un premio che almeno canti ancora un po’, se non c’è qualità che ci sia almeno quantità, non può cavarsela così. "Eh lo so Anita, ma mo gli danno il premio, fanno così, si sbrigano".
Al che, mentre Grignani diceva alla Arcuri "quanto sei bella" e la Arcuri diceva a Grignani "pure tu non sei niente male" e in cotanto dialogo il premio passava di mano in mano, Anita, che fondamentalmente è buona e una giustificazione la trova per tutto, ha sentenziato: "però la fine della canzone m’è piaciuta, l’inizio no, ma la fine sì".
Spiegare i meccanismi del merito e del talento alle nuove generazioni non è per niente semplice.

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