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 Home page > Tribuna Libera > Coronavirus: vivere in carcere è come essere morti con gli occhi (...)

Coronavirus: vivere in carcere è come essere morti con gli occhi aperti

In questi mesi, forse anche a causa della paura del coronavirus, sto continuando a ricevere molte lettere dai miei ex compagni e le loro parole mi fanno stare male. A volte non mi fanno neppure godere la libertà, perché è difficile essere liberi e felici quando molti tuoi compagni, nel tempo del coronavirus, sono murati vivi senza nessuna pietà.

 
Ho pensato di rendere pubbliche alcuni brani di queste lettere per tentare di fare stare male anche quelle persone che pensano: “Se la sono cercata.” “Devono marcire in carcere.” “Chi ci pensa alle vittime?” “Chi è mafioso, lo sarà tutta la vita, niente pietà e niente benefici.” Lo so! Sarà difficile che le persone che pensano in questo modo rimangano colpite nel leggere queste parole, ma ci voglio provare, perché penso che anche dentro di loro ci sia dell’umanità. Comunque sia, spero di mettere il dubbio che non basta non fare del male (o reati) per essere buoni.
 
Caro Carmelo,
 
le tue parole mi trasmettono sempre energia e coraggio. Purtroppo alcuni detenuti per la paura del coronavirus si sono chiusi ancora di più in sé stessi. E alcuni di loro si dicono: “Non possiamo fare nulla”. In una delle tue lettere mi hai scritto: “Si può fare sempre qualcosa. Se vogliamo che le cose cambino non dobbiamo rassegnarci, ma dovremmo impegnarci di piùUn prigioniero non ha futuro se non lotta con la mente e con il cuore per averlo. E inganna sé stesso quando pensa che forse lui sarà uno dei pochi che uscirà senza fare nulla”. Ma qui è difficile ragionare in questo modo perché è sempre notte e non capisco perché continuano a tenerci ancora in vita: dopo ventidue anni (vado per i ventitré) di carcere dentro di me non c’è neppure più posto per la disperazione. Nonostante la sentenza della Corte europea e della Corte Costituzionale sull’ergastolo, nessuno è uscito in permesso. A sentire la televisione sembra che dovevamo uscire tutti. Che altro dirti? L’odio dei buoni cittadini mi ha avvelenato il corpo e la mente e mi ha tolto qualsiasi speranza di resuscitare, almeno su questa vita. Ormai per me vivere in carcere è come essere morti con gli occhi aperti. (…)
 
 
 
Caro Fratello,
 
spero che questa mia lettera ti trovi in salute. E prego il Cosmo che almeno le nostre famiglie stiano bene. Ti fa onore che, anche se sei fuori, continui a darci voce. Qui è morto tutto! Per paura dei contagi hanno vietato i colloqui e non entrano i volontari. Te lo ricordi Mario? Sta male, ma per paura che lo portano nella sezione di punizione in isolamento, solo lì c’è posto, non va dal medico e si è auto isolato, non esce più di cella e non va all’aria. Speriamo che non abbia il virus. Io sto tenendo, in un modo o in un altro, ma c’è molto nervosismo e follia fra le guardie e i detenuti. Ogni giorno una novità, ma non serve a niente fare la guerra al carcere, perdi sempre! Con la scusa del coronavirus ci trattano peggio di prima. Stato mafioso e di merda. E mi stanno facendo diventare peggiore di prima! La mia speranza continua a essere forte perché di solito dopo i corvi vengono le aquile. Però qui in Italia non sono seri. Nulla è serio. È tutta una bugia e un’illusione. I politici sono paurosi e vigliacchi per natura. Ti saluto e ti abbraccio. Ti salutano tutti i compagni, scusami è un momento no. Io ti voglio bene e sono sempre sincero! 
 
Ciao Carmelo,
 
spero che stai bene! Oggi dopo un po’ di tempo ti rispondo e mi scuso con te per il ritardo. Qui, c’è un brutto clima, per paura del contagio: prima il carcere era solo una discarica umana, ora è pure un lazzaretto, sono risultati positivi tre compagni, io per fortuna sono risultato negativo. Vediamo come va a finire. Non ti nascondo che mi sento un po’ vuoto, senza energia necessaria... Questo tempo così... buttato via per niente. Sembra che lo Stato italiano goda nel fare soffrire la gente che ha già vinto e distrutto. Ormai non c’è più nessuna ideologia, sono tutti mercenari di denaro, nessun Dio che ci guida… Forse Dio è veramente morto… è un cadavere insignificante su un simbolo Romano… ma perdonami Carmelo di questi discorsi bui. È che qui il tempo e gli eventi fanno sì che emerga il lato più oscuro di noi. (…)
 
Caro Carmelo, (…) ormai io vivo in uno stato eterno di dormiveglia in attesa di addormentarmi per sempre. E spero che non ci sia mai nessun Dio a svegliarmi perché ne ho già abbastanza di questo mondo e di quello dell’aldilà. (…)
 
Carmelo Musumeci
 
Novembre 2020
Foto di USA-Reiseblogger da Pixabay 

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