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Contro i sapientoni della rete

"Il saggio è colui che sa di non sapere", disse il filosofo greco Socrate, riferendosi alla necessità per una persona di imparare continuamente nella vita anziché credere di conoscere l'intero scibile umano. Per Socrate l'uomo saggio, la persona assennata, è colui che, davanti a una discussione a lui ignota, preferisce tacere e continuare ad apprendere invece di parlare a vanvera dando sfoggio di tutta la sua presuntuosa saccenteria.

Sui social network invece questa regola è completamente ignorata. Calpestata sotto i piedi da quanti si improvvisano tuttologi del web, esprimendo la loro opinione <<autorevole>> su ogni materia, perfino sulla Costituzione italiana che pochi hanno davvero studiato, come se fossero usciti tutti dall'Accademia della Crusca o avessero alle spalle tanta di quelle competenze da potersi permettere di imporre le loro osservazioni come se fossero parole del Vangelo.

E' vero che ognuno ha diritto di parola e di critica. Così come è vero che viviamo in un Paese democratico che dà a ogni cittadino la possibilità di esprimere il proprio pensiero e la propria opinione. Ma è anche vero che la regola aurea della comunicazione è quella di parlare solo di argomenti che si conoscono bene o quelli su cui è possibile informarsi rapidamente, possibilmente non dalle fonti annacquate di Wikipedia o dei siti spazzatura.

Sarebbe assurdo e ridicolo se una persona priva di istruzione o esperienza su una specifica materia divulgasse il suo parere spacciandolo per verità indiscutibile. Un medico dovrebbe allora parlare solo di medicina, uno psicoanalista di psicologia, un antropologo di antropologia, un sociologo di sociologia. Che credibilità potrebbe mai avere un vescovo se, durante una messa domenicale, parlasse di zoologia o chimica farmaceutica?

Questo è proprio ciò che avviene sulla Rete dove l'ortolano, il salumiere, l'operaio metalmeccanico, il netturbino o la casalinga che ha appena finito si stendere il bucato, grazie ai social network, diventano tutti improvvisamente esperti di politica internazionale, di finanza, di economia, di etologia, di veterinaia, spesso senza aver studiato o senza aver praticato nemmeno una di queste materia.

Sono i sapientoni della Rete. L'esercito di saputelli che non hanno nulla da dire, ma lo dicono lo stesso, poiché quello che conta non è impartire conoscenze e informazioni ma elevarsi al di sopra degli altri, dimostrare di possedere una cultura che spesso è solo mirata a sentirsi parte di una comunità. Un po' come quelle donne che non capiscono nulla di calcio ma commentano lo stesso le partite per non sentirsi escluse da una passione popolare.

E poco importa se Umberto Eco avesse accusato i social di dare libertà di parola a una "legione di imbecilli" che solo il giorno prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e adesso parlano tutti come dei Premi Nobel. Poiché anche su di lui il popolo del web ha la sua <<dotta>> opinione. Qualcuno arrivò perfino a definirlo un ignorante retogrado, propro lui che ha insegnato semiologia a una generazione di giovani scrittori.

Ma la Rete è anche questa: il trionfo della stupidità. Uno strumento tecnologico che ha premiato la comunicazione e danneggiato l'informazione, rendendo difficile capire dove stia la verità e dove dimori la menzogna. Un pandemonio mediatico dove il grano è soffocato dalla zizzania dalla zizzania e tutti, sia i cani sia i porci, possono parlare, scrivere e divulgare perle di insuperabile di ignoranza che qualcuno fa passare per vera conoscenza.

 

Foto: x61.com.ar/Flickr

Commenti all'articolo

  • Di Un cretino della rete (---.---.---.175) 13 dicembre 2016 19:32

    A me pare che il concetto espresso in questo articolo sia pienamente applicabile all’articolo stesso.

    In altre parole, è vero che la rete è piena di gente che parla senza sapere quello che sta dicendo: questo articolo ne è una prova.

  • Di Rocco Di Rella (---.---.---.104) 15 dicembre 2016 15:08
    Rocco Di Rella

    Bell’articolo! Faccio i miei complimenti a Mario Barbato. Mi permetto solo di aggiungere una breve notazione sull’uso degli pseudonimi (nick name), dietro cui si nascondono gli incappucciati telematici. E’ un fenomeno deleterio! Gli incappucciati non rivelano la loro vera identità per poter diffamare impunemente e per poter inondare la Rete di opinioni di cui si vergognano. Anche per questo motivo, possiamo affermare che, in TV, le persone tendono ad apparire migliori di come sono, mentre, in Rete, molti utenti risultano peggiori di quel che sono.

  • Di Marina Serafini (---.---.---.231) 26 dicembre 2016 00:44
    Marina Serafini

    Articolo un po’ pesantino, se lo lasci dire. Un tantino poco democratico... Si lasci dire anche questo. La rete da’ oggi la possibilità a più voci di farsi udire, a più orecchie di ascoltare, e non obbliga nessuno a farlo. Il rumore aumenta la confusione, certo, ma garantisce anche un pluralismo prima reso poco probabile. Si tranquillizzi: non è che prima della disponibilità della rete gli ignoranti non esternassero! Le loro pubblicazioni erano garantite da certe amicizie.... Oggi, almeno, anche chi non ha amici - e magari ignorante non è - ha la possibilità di dire la sua, e può leggere il pensiero di altri. Un saluto.

  • Di Anonima (---.---.---.56) 30 dicembre 2016 17:51

    Perfettamente d’accordo. Ognuno dovrebbe parlare solo se conosce bene l’argomento in questione. Altrimenti meglio tacere.

    • Di linuxfan (---.---.---.42) 31 dicembre 2016 08:26

      D’accordo. Ma è vera anche la controparte: occorrono spirito critico e ricerca per evitare di bersi tutte le cavolate che si trovano in giro. Anche gli ingegneri possono sbagliare o mentire. Anche la carta stampata.

      In questo articolo si accusa un mezzo di comunicazione, e la cosa è secondo me profondamente sbagliata.

    • Di Anonima (---.---.---.56) 31 dicembre 2016 09:37

      A me sembra che in questo articolo si stia accusando il cattivo uso che si fa di questo mezzo di comunicazione. Non siamo tutti critici. Come disse Sgarbi, ci sono anche tante "capre" sui social.

    • Di linuxfan (---.---.---.42) 2 gennaio 2017 09:03

      Mi perdoni: nell’articolo c’è scritto chiaro e tondo "Ma la Rete è anche questa: il trionfo della stupidità. Uno strumento tecnologico che ha premiato la comunicazione e danneggiato l’informazione".
      "...danneggiato l’informazione". Come a dire che i mass media tradizionali, TV e quotidiani in primis, siano migliori. Non sono migliori: sono incompleti e più manipolati. Preferisco vedere tutto e scegliere, così la responsabilità delle mie scelte sarà mia, invece di avere una visione limitata e in molti casi manipolata.

      Anche ignoranza e pazzia a volte sono un valore: "l’uomo saggio cerca di adattarsi al mondo circostante, mentre il pazzo cerca di adattare il mondo a sé. Perciò, tutto il nostro progresso è frutto della pazzia."

    • Di beatrice (---.---.---.43) 10 ottobre 2019 12:14

      No, trovo sia piu’ giusto cosi’, e cioe’ che si dia voce anche all’ignoranza. Anzi proprio per smantellare l’ignoranza, l’umanita’ stessa ha bisogno di un approviggionamento di informazioni da contendersi magari anche in maniera sbagliata, ma con il pretesto di mettere a fuoco un occhio critico e in futuro di saperlo usare. Ogni essere umano ha il diritto di esternare il suo parere, purche’ si mantenga uno standard di rispetto. L’esatto contrario, (cioe’ non avere questo diritto) equivale a lasciarsi manipolare da domini di ideologia sociale che stan prendendo il sopravvento. E creano frantendimento nelle varie logiche da scegliere. Quindi spiazziamo l’idea che possano parlare solo una razza di eletti con idee a sfavore dell’umanita’. E diamo voce anche agli ignoranti affinché col tempo sappiano difendere la propria famiglia, e identita’ religiosa. Le ideologie sociali sembra che stiano per decidere il destino del nostro futuro riguardo ai nostri valori piu’ essenziali. Fermo restando che ogni idea politica ha il diritto di rendersi manifesta ed esporsi, poniamo le basi affinché ’ non prendano piede ideologie sociali dannose per chi non e’ capace di intendere il futuro in maniera solidale, ed a misura di famiglia. O se lo lasci programmare da qualsivoglia eletto.

  • Di Marina Serafini (---.---.---.228) 2 gennaio 2017 09:40
    Marina Serafini

     la libertà di poter accedere a tanti strumenti e a tante informazioni è respiro di vita. Sta a noi poi utilizzarli nel modo più opportuno, o anche per contribuire alla diffusione di un loro uso migliore. Non ha senso condannare gli strumenti: questo avveniva nel medioevo, quando un manipolo di "sapienti" orientava le coscienze in modo "divino"...

    Lo abbiamo definito "oscurantismo"...
    • Di Anonima (---.---.---.210) 2 gennaio 2017 09:45

      La rete non è censurabile come la carta stampata, non è manipolabile come la televisione, molte delle quali nelle mani di grandi editori. Ma spesso, per alterare l’informazione libera dei social, ci sono gruppi di interesse che diffondono volutamente false notizie, false informazioni e vere e proprie bufale sulla rete che anche il Parlamento sta cercando ultimamente di combattere. 

  • Di pv21 (---.---.---.76) 2 gennaio 2017 18:55

    SINTESI >

    La rete è lo strumento più facile e immediato per “apparire” e diventare “visibili”.

    Il successo dipende dalla capacità di fare rumore e destare curiosità e attenzione.

    Niente di meglio allora che spararle ben “grosse”.


    Ci sono però anche molti che usano, da “camuffati”, la rete per i propri personali interessi e/o per scopi del tutto inconfessabili. Ossia: per fregare il prossimo.

    La rete è il viatico ideale per manipolare i tanti affetti da Pescitudine

  • Di Antisocial (---.---.---.210) 4 gennaio 2017 09:20

    Devo dire che bene ha fatto Saviano a parlare contro la spazzatura dei social che tendono alla velocità senza dare il tempo di soffermarci su nulla, tanti sono i galli che cantano e che seminano la rete di bufale e informazioni fuorvianti. Mi chiedo se non sia il caso di limitare e regolamentare l’uso della rete. 

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