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Comunista sarà lei, parola di squalo

Comunista sarà lei, parola di squalo

La parola che più piace alla destra, da Washington a Roma, è "comunista", e ci vorrebbe Freud per dare un’interpretazione psicanalitica del perché questa parola sia intesa come la massima offesa con cui bollare l’avversario. Comunista è chi non la pensa come la destra ufficiale, tanto che perfino il presidente della Camera Gianfranco Fini è diventato "compagno" per il solo fatto di non voler obbedire agli ordini del Capo cofondatore del partito. Da questo punto di vista il comunista è colui che si chiama fuori dal pensiero imposto, chi ragiona con la sua testa e che ha il coraggio di manifestare il proprio dissenso: non mi sembra affatto un’offesa, ma anzi un valore aggiunto.

Da noi comunisti sono tutti gli altri, non allineati e alleati contro il governo ed il suo capo; negli Stati Uniti comunista è addirittura il presidente Obama, reo di aver toccato con la sua riformetta sanitaria i santuari del profitto capitalistico come le compagnie di assicurazione e le case farmaceutiche. Se dovesse veramente rifare le regole di Wall Street e dell’alta finanza, non sappiamo quali epiteti saranno scagliati contro di lui.

Penso che tutti, anche a destra, concordino con il fatto che lo scoppio della bolla immobiliare e finanziaria americana - con conseguente crisi mondiale - non sia stata causata da un complotto comunista, ma sia stata un’implosione del sistema capitalistico basato, come ebbe a dire Benedetto XVI, sull’avidità di pochi. Senza andare tanto lontano, tutto è cominciato con la deregulation reaganiana, quando la destra americana diede via libera allo sciaccallaggio selvaggio, perché di questo si è trattato.

Gli "esperti" liberali giurano che solo il libero mercato è capace di autoregolarsi, espellendo dal mercato stesso le aziende che non meritano di starci e premiando solo quelle che rispondono ai canoni d’impresa. Così "giustamente" il mercato ha fatto piazza pulita di colossi come la Pan Am (ve la ricordate?) e tante altre compagnie aeree considerate fuori mercato, per arrivare alla fusione di questi giorni di United e Continental, sopravvissute alla mattanza e certamente esempi tutt’altro che fulgidi di servizio orientato al mercato (altro bello slogan di lor signori).
Più di quarant’anni fa - prima ancora di Reagan, quindi in tempi non sospetti - nella Populorum Progressio Paolo VI andava

"Al di là del liberalismo. Ciò significa che la legge del libero scambio non è più in grado di reggere da sola le relazioni internazionali. I suoi vantaggi sono certo evidenti quando i contraenti si trovino in condizioni di potenza economica non troppo disparate: allora è uno stimolo al progresso e una ricompensa agli sforzi compiuti. Si spiega quindi come i paesi industrialmente sviluppati siano portati a vedervi una legge di giustizia. La cosa cambia, però, quando le condizioni siano divenute troppo disuguali da paese a paese: i prezzi che si formano "liberamente" sul mercato possono, allora, condurre a risultati iniqui. Giova riconoscerlo: è il principio fondamentale del liberalismo come regola degli scambi commerciali che viene qui messo in causa" (il grassetto è dell’Autore).

E’ falso, quindi, che il mercato si autoregola, nel senso che premia i bravi e punisce i cattivi: restano sul mercato solo gli squali, molto spesso i delinquenti, e dietro all’americano "good for you" si cela solo il più bieco egoismo che passa sopra gli individui, le carriere, i problemi delle persone e delle famiglie, i sentimenti.

Portare una critica a questo sistema immondo, prima che avulso da qualsiasi legge matematica (infatti l’economia non è una scienza), è passare per comunisti. Rendersi conto che così non può più andare avanti, pena il collasso del pianeta intero sotto tutti i profili (economico, politico, ambientale, sociale, e gli esempi sono sotto gli occhi di tutti in questi giorni) è considerato comunista.

E’ ora di porre delle regole precise, in ogni paese ed in tutto il mondo, a salvaguardia della legittima ricompensa per chi investe in capitale o in lavoro: non si tratta di portare l’economia sotto il controllo politico, ma di porre dei paletti al libero arbitrio. Parafrasando Einstein, che sosteneva che la prossima guerra mondiale si combatterà con le clave, la prossima crisi finanziaria mondiale si concluderà con il baratto delle conchiglie. Meglio quindi pensarci prima.

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