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Colf e badanti: ladrocinio di Stato

La regolarizzazione delle colf e delle badanti presta molti fianchi alle critiche. La principale è ovviamente quella di essere una discriminazione, o meglio una concessione di un privilegio a determinate categorie di lavoratori ed una porta chiusa alle altre. Inoltre, è un clamoroso dietrofont di fronte all’ideologia in tema di clandestinità portata avanti dalle forze governative finora, in nome evidentemente di una convenienza elettorale che fa mettere da parte la coerenza pur di mantenere i consensi delle famiglie borghesi del Nord (e non solo).


Ma oggi vi parlo di un altro aspetto della faccenda, che dimostra una natura alquanto "truffaldina" di questo Governo. Come forse molti di voi sapranno, infatti, per regolarizzare una colf o una badante occorrerà presentare apposita domanda all’Inps e versare un "contributo" forfettario di 500 euro. Quello che invece in pochi di voi sapranno è che, se la domanda verrà rigettata, lo Stato non restituirà i 500 euro. D’altronde, è ben specificato nel vademecum dell’Inps in materia (pagina 7), pubblicato sul sito del Ministero del Welfare: "Si precisa che, in caso di di irricevibilità, archiviazione o rigetto delle domande di emersione, non si procederà comunque alla restituzione del contributo forfettario di 500 euro".

Ora, sarò ignorante io, ma una simile procedura mi sembra alquanto anomala, e assolutamente non giusta. Per niente.

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