Classe dirigente: cos’è?
Qui nasce l’errore però, costoro ritengono se stessi i mandatari dei sani principi e si ergono quale classe dirigente, lo fanno non sapendo che, lo dicono 30 secoli di storia, sono predestinati, se non predisporranno le giuste contromisure, a tradire il proprio mandato. Essi (qui cito un amico, Giacomo Consalez) "anteporranno il mantenimento e la crescita neoplastica del proprio potere, alle ragioni che in origine li spinsero a scendere in campo".
Va evitato accuratamente questo errore, non si deve rischiare di divenire "classe dirigente"; l’eletto deve essere nulla di più di quello per cui è stato eletto: un funzionario che deve asservire le aspettative dei cittadini, i quali devono aver diritto ad assoggettarlo al proprio controllo.
Il particolare sfugge, grazie all’azione censoria del regime (presunto o tale che sia); del resto nessuno, tra i vari politicanti e tuttologi, che ci insegnano la vita sui teleschermi ci ha mai detto che è lo stato ad essere al servizio del Cittadino e non viceversa, prassi, invece, ormai, consolidatasi.
Per chi intende impegnarsi in politica, iniziando, per forza, dall’ambito locale, la priorità è una, ed una soltanto: non divenire classe dirigente, conferendo ai propri concittadini la Sovranità Popolare, si tratti di decidere su sostenibilità, edilizia o ambiente. Poi sarà poco importante se chi vi avrà eletto vi chiederà di modificare le vostre delibere, tramite gli strumenti partecipativi e demo-diretti, vorrà dire che avrete comunque diffuso il verbo democratico e sventato il rischio di non affermare l’interesse generale... Il tutto a discapito degli interessi delle lobbies e dei potentati.
L’obbiettivo è tanto semplice, quanto sbalorditivo ed ovvio... Nella mia realtà locale stiamo già lavorando per federare le liste civiche e riuscire a raggiungerlo... Al resto dei sinceri democratici unirsi per moltiplicare l’azione.
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