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Cina, oggi a processo l’attivista per i diritti delle donne Li Qiaochu

“Incitamento a sovvertire i poteri dello stato”: con quest’accusa, che potrebbe costarle una condanna ad almeno cinque anni di carcere, l’attivista cinese per i diritti delle donne Li Qiaochu viene processata oggi presso il tribunale di Linyi, nella provincia dello Shandong, dov’è detenuta. Non è chiaro quando verrà emessa la sentenza.

Li è un’attivista e ricercatrice sui diritti delle donne. La sua persecuzione è iniziata il 31 dicembre 2019, quando è stata convocata dalla polizia di Pechino per essere interrogata sulle attività del fidanzato, Xu Zhiyong, a sua volta attivista.

Il 9 gennaio 2020, Li ha pubblicato un post sul trattamento subito durante l’interrogatorio, durato 24 ore. Il 15 febbraio è stata arrestata e posta agli arresti domiciliari in una località sconosciuta, una misura che consente di svolgere indagini per almeno sei mesi su una persona che non è formalmente inserita nel sistema penitenziario e, dunque, irrintracciabile per familiari e avvocati.

Scarcerata su cauzione il 19 giugno, Li è stata nuovamente arrestata il 14 marzo 2021 per “incitamento a sovvertire i poteri dello stato”, dopo che aveva pubblicato due tweet per denunciare le dure condizioni detentive cui era sottoposto Xu, nel frattempo arrestato.

Secondo l’accusa, “Li è profondamente influenzata dai pensieri sovversivi del partner” al punto da “diffondere pensieri sovversivi” pubblicando online i suoi “articoli sovversivi”.

Il 10 aprile di quest’anno Xu è stato condannato a 14 anni per “sovversione dei poteri dello stato”.

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