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Cile, due anni fa l’inizio delle proteste sociali: un documentario per ricordarle

Intorno alla metà dell’ottobre 2019, migliaia di persone scesero coraggiosamente in strada in Cile per chiedere uguaglianza, diritti e servizi pubblici adeguati nei settori delle pensioni, dell’istruzione, dell’alloggio e della salute.

La risposta delle autorità si basò sulla repressione e sulla criminalizzazione dei manifestanti, una risposta che ancora oggi il governo tende a minimizzare o a negare del tutto.

Secondo dati forniti dalla Procura generale e dall’Istituto nazionale dei diritti umani aggiornati al marzo 2021, durante le proteste circa 8000 persone riportarono danni fisici, oltre 400 delle quali traumi oculari.

Nessun dirigente delle forze di polizia (i Carabineros) è stato chiamato a rispondere degli ordini impartiti, che favorirono l’uso eccessivo della forza per disperdere a ogni costo le proteste. Addirittura, il direttore per l’ordine e la sicurezza è stato promosso all’incarico di direttore generale.

Per ricordare tutto questo lunedì 18 ottobre, in occasione della Festa del cinema di Roma, si è tenuta la proiezione del film “No tenemos miedo” di Manuele Franceschini, distribuito in Italia da Lucky Red.

Tramite interviste, immagini e testimonianze video, il documentario ricostruisce in modo lucido ed empatico l’esplosione della rabbia popolare nel paese di quei giorni, raccontando la repressione brutale ed efferata da parte della polizia.

 

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