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Censurato Busi. Perché, allora, non cacciare chi lo ha assunto?

Censurato Busi. Perché, allora, non cacciare chi lo ha assunto?

In principio fu Grillo, che se la prese coi socialisti e la cosa non andò giù, tanto da radiarlo. Poi toccò a Luttazzi (e qualche altro prima, ma anche dopo), una prima volta, “per colpa” di Marco Travaglio e delle loro parole su Berlusconi, ormai, però, per quello non si è più cacciati (si tenta, ma non ci si riesce, come dimostrano gli ultimi fatti). Guai però a toccare i santi. Luttazzi fu cacciato la seconda volta dopo la registrazione della puntata sull’enciclica del papa "Spe Salvi" (ufficialmente per le offese a Ferrara), e ieri si è saputo che della stessa colpa si è macchiato Aldo Busi. Un Busi che ha inveito, se l’è presa con la Ventura, con il figlio adottivo di Renato Zero, con il Nicaragua e, pure, con Berlusconi, ma che è stato radiato per le parole sul Papa.
 
La critica è al “Papa che si scaglia contro gli omosessuali. E l’omofobo è un omosessuale represso”. Apriti cielo. Tutti, ma il Papa no!
 
La censura è sempre abietta, levare il diritto di parola, di spiegarsi, di esprimere un’opinione è una delle peggiori forzature che un’autorità possa fare, ma la Rai l’ha fatto. Ha prima accolto a braccia aperte in nome dell’audience, il dio ascolto, uno dei maggiori scrittori e intellettuali italiani, un provocatore di natura, che stando al Corriere della Sera aveva rifiutato che nel contratto ci fosse una clausola che gli impedisse di parlare di Politica e Religione – “Una clausola mi imponeva di non parlare in modo offensivo di politica e di religione. Ho preteso che venisse tolta. Altrimenti cosa dovrei dire tutto il giorno? Cip-cip” ha risposto Busi... per poi cacciarlo a pedate.
 
Ma veramente Mamma Rai ha la coscienza pulita? Veramente era possibile credere che Busi si sarebbe comportato come un chierichetto? Non era quello che volevano? Polemiche, urla, incazzature, e l’intellettuale ad alzare il livello, invero non altissimo, della trasmissione? È qui l’ipocrisia di un sistema che ti permette di parlare, ma solo se dici quello che vogliono.
 
“Il direttore di Raidue, Massimo Liofredi, sentito il direttore generale della Rai Mauro Masi, ha ravvisato nel comportamento dello stesso palesi e gravi violazioni delle regole e delle disposizioni contrattuali”. Insomma Busi offende il Papa (ma volendo anche Berlusconi, la Ventura, la Venier, il Nicaragua) e via da qualunque programma. Epperò a questo punto via Berlusconi, Di Pietro e chiunque offenda Napolitano (certamente avrebbe più senso del Papa), via chi usa la tv pubblica a proprio piacimento, o almeno che ci si ponesse il problema.
 
Busi come Malaussene, insomma, capro espiatorio di un sistema che è sempre più esclusivo e ipocrita. Volevate la trasgressione, l’avete avuta e non siete stati in grado di gestirla. Busi avrà sicuramente sbagliato nell’offendere chiunque gli capitasse a tiro, in fondo sapeva di non andare alle terme con una schiera di intellettuali, ma nel momento in cui gli si dà il permesso di andare lì, non lo si imbavaglia. O meglio, lo si può cacciare se eccede e vìola le regole, senza dubbio, ma dalla trasmissione, non da tutta la tv pubblica. E perché Busi sì e chi gli ha dato il permesso di stare lì e fare quello che ha fatto no? Questo è quello che non si capisce.
 
Busi è geniale. Busi è provocatore. Busi è un grande intellettuale. Busi è offensivo. Busi è un cane sciolto. Busi dice quello che pensa. Busi vuole la polemica. Busi ha battuto. Busi è un anziano signore col gusto della trasgressione. Busi è tutto questo e lo sappiamo oggi, come lo sapevamo la settimana scorsa, l’anno scorso e via cantando. E lo sapeva anche la Rai, che dovrebbe scusarsi e prendersi le responsabilità di quello che ha fatto. In un paese in cui sempre più il sedere è attacato alla poltrona, aspettiamo che chi abbia permesso tutto questo parlare se ne assuma le responsabilità e saluti tutti.
 
Ma sappiamo che non sarà così. Aldo Busi ne pagherà tutte le conseguenze, e probabilmente – anzi sicuramente - se ne fregherà (del divieto di andare in Rai, non della censura), la gente continuerà a guardare un’Isola che perde il suo uomo di maggiore appeal, e fra qualche giorno un altro scandalo scalzerà questo.
 
Un film già visto.

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