Caso Regeni | Se l’Egitto criminale che ha massacrato Giulio vuole passare come vittima
Mantenere la lucidità penso sia la cosa più difficile nel percorso, lungo, tortuoso, intrapreso fin dai primi momenti di quel maledetto 3 febbraio 2016 in Egitto, per Giulio Regeni. Quello che ha dovuto subire Giulio è un qualcosa che al solo pensiero ti blocca, ti lascia senza fiato, senza parole. Ma le parole vanno trovate. Questo è un mondo fatto anche da bestie, più bestie dei poveri animali selvaggi.
Ne hanno combinato di cotte e di crude. Se quelle bestie non erano responsabili della morte violentissima di Giulio, per quale diamine di ragione hanno determinato e favorito depistaggi, come ben noti? Hanno ostacolato la verità? Dall'uccisione di quattro ragazzi accusati di essere stati i rapinatori di Giulio, ai documenti negati, alle cose non dette, alle menzogne dette, al fermo di avvocati? Per quale diamine di ragione? Ed ora, il male ha deciso di puntare il dito su Cambridge. Sì, è giusto approfondire il modo con il quale quell'università opera, su quali precauzioni adotta o non adotta per proteggere i propri studenti che operano in Paesi caldi, a rischio, ma non è Cambridge il criminale, il delinquente, l'assassino di Giulio e non solo di Giulio.
Il male è in Egitto. Le bestie sono in Egitto. Un Paese con cui l'Italia i rapporti politici ed economici li mantiene. Basta leggersi tutti i dati pubblici che dicono chiaramente che "al pari dell'interscambio commerciale, nonostante la crisi politica ed economica egiziana, anche nel 2016 si è assistito ad un consolidamento della presenza delle nostre aziende in Egitto, che operano sia attraverso investimenti diretti che partecipando ai grandi progetti di sviluppo attuati dalle autorità egiziane." E ci sono anche aziende del Friuli Venezia Giulia. I rapporti economici con l'Egitto non sono mai stati messi a rischio, mai in discussione.
Ed allora quando dall'Egitto dicono che l'uccisione di Giulio sarebbe stato un tentativo per bloccare investimenti italiani in quel luogo, manipolando la comunicazione, passando per vittima, arrivando a sostenere che chi ne ha tratto vantaggio da quel fatto criminale non è l'Egitto, che l'Egitto è stato oggetto di una campagna denigratoria, e che addirittura dietro la morte ci sarebbero i servizi inglesi, si dicono robe che solo la peggior mente diabolica umana potrebbe partorire. Un sistema di potere che vorrebbe passare da carnefice a vittima.
Marco Barone
Illustrazione di Gianluca Costantini.
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