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Cashback e ristori per me pari non son!

L’ultima, in ordine di tempo, l’emendamento in arrivo in Commissione Bilancio a firma di Italia Viva: l’idea è spostare i 4,7 miliardi dal cashback ai rimborsi per le attività chiuse a causa del Covid-19

L’ultima, in ordine di tempo, l’emendamento in arrivo in Commissione Bilancio a firma di Italia Viva: l’idea è spostare i 4,7 miliardi dal cashback ai rimborsi per le attività chiuse a causa del Covid-19

Nonostante qualche intoppo iniziale sulla registrazione delle carte e sulla contabilizzazione dei pagamenti, il cashback di Stato sembra essere ormai entrato a regime. Superata la fase sperimentale del cashback di Natale quasi 6 milioni di italiani, iscritti al programma, stanno accumulando bonus per i rimborsi previsti dopo giugno. Ma un emendamento promosso da Italia Viva potrebbe far saltare l’intero programma cashback.

Il motivo, come il solito refrain, presto spiegato: il partito di Renzi non ha mai nascosto le proprie perplessità e ora che non si trova più al governo sta pensando di dirottare i 4,7 miliardi di euro destinati al cashback sui ristori per attività commerciali e lavoratori autonomi colpiti dalla crisi.

Bene aldilà della solidarietà, che pur si deve a questi operatori, il problema più che nel poter operare, sta nel non poter spendere!

Indi per cui poscia, spostare le risorse del “premio” cashback ai ristori per le attività chiuse a causa del Covid-19, oltre ai 10 mld già erogati dall’inizio della pandemia, sembrerebbe compatibile invece con il remunero per un lavoro non svolto per legge.

Remunero poi pagato da Pantalone che vedrebbe così ridotta la sua spesa, quella pubblica, dei 4,7 miliardi presi dalla cassa, senza vederla riempirsi delle nuove tasse che i pagamenti elettronici, dovrebbero scovare.

Si, scovare gli evasori sguinzagliando consumatori spronati a spendere, ben oltre il bisogno, pagando con denaro immateriale; pagati, per cotanto lavorio, con una cifra del rimborso fiscale che magari finirà spesa proprio in quei servizi di ristoro semi chiusi/aperti per legge.

P.S. per non dimenticare: la crescita si fa con la spesa, non con la produzione ne’ con il lavoro!

 

Mauro Artibani, l'economaio

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