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Caro Giuliano Ferrara, ma se fosse proprio "L’esame" a bocciarti ?

Se io nella vita dovessi criticare o delegittimare tutti coloro che, nel corso della loro esistenza, cambiano opinione per un motivo o per un altro sulla religione, sulla politica, sulla squadra di calcio, sull’abbigliamento, sulla cucina e via dicendo, sarebbe una grande “strage di innocenti”... 

Nel nostro ordinamento giudiziario nazionale, infatti, non è prevista nessun tipo di congiura per coloro che decidono di cambiare opinione, ognuno è liberissimo di farlo, è un fatto sul quale non si può essere d’accordo ma, nello stesso tempo, è anche un fatto che non si può vietare. Ad esempio, se io mi sveglio di buon mattino con l’intenzione di mangiare a pranzo un piatto di legumi, non capisco perché qualcuno mi possa vietare tre ore dopo di aver deciso di mangiare, invece, una porzione di baccalà.

Ognuno nella vita, se non gli è vietato dal punto di vista penale, è libero di cambiare idea su qualunque cosa, l’importante è che la legge glielo consenta. Dico questo perché molte volte è capitato che il giornalista Giuliano Ferrara, che tra qualche mese sostituirà il volto di Michele Santoro sugli schermi di RaiDue con il programma d’approfondimento “L’esame”, è stato additato come un traditore della sinistra, come un povero ex comunista illuso dal potere di Silvio Berlusconi, come un profanatore del centrosinistra italiano, nonché con la disgrazia di essere definito un “asservito alla destra”.

Tutto questo è sbagliato: Giuliano Ferrara, che è pure un bravo giornalista e quindi non è quel “grasso stupidone” che molti ritengono (sbagliando), ha fatto delle scelte. Queste scelte possono essere contestabili. Ma, attenzione, non si possono vietare.

Ferrara, ad un certo punto della sua vita, ha deciso che la sinistra non meritasse più il suo appoggio, prima passando coi Socialisti di Bettino Craxi e, successivamente, nella seconda Repubblica, con il centrodestra targato Silvio Berlusconi. Vuol dire che lui ha ritenuto opportuno così.

In ogni caso, però, le congiure si devono sempre evitare, e spesso la sinistra italiana non riesce ad evitare le congiure sulla pelle dei suoi avversari. Questo è uno dei difetti della sinistra italiana. Ora, però, arriviamo ad un altro punto: ma Giuliano Ferrara dice cose giuste o sbagliate quando fa il giornalista? A giudizio del pubblico, ad esempio, non sembrerebbe che Ferrara la racconti sempre giusta...

Se Giuliano Ferrara, quando rende pubbliche le sue opinioni, la raccontasse giusta, come si direbbe, il suo quotidiano “Il Foglio” dovrebbe vendere parecchie copie, cosa che, invece, non accade, poiché quando io stesso entro in edicola più di una volta al giorno, noto che le copie de “Il Foglio” sono sempre le medesime e sempre messe nello stesso posto. Cosa significa questo? Significa che le opinioni di Ferrara non attirano il pubblico, non sono credibili, significa che il suo giornale non vende quasi niente, soprattutto nei piccoli centri di provincia.

E la stessa cosa pare che accada con la trasmissione di RaiUno “Qui Radio Londra”, che registra ascolti bassissimi, al limite del deferimento dal palinsesto della Rai. Ora, bisogna vedere: il fatto che Giuliano Ferrara vada a sostituire uno spazio così delicato come quello di Michele Santoro su RaiDue, non significa che il nuovo programma “L’esame” costituirà un trionfo assoluto. Visti i precedenti di Ferrara, i sondaggi non sarebbero confortanti. Caro Giuliano, sei bravo, parli pure bene, ma se fosse proprio “L’esame” a bocciarti ?


Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Vindice (---.---.---.45) 5 novembre 2011 01:47

    E’ giusto e legittimo che chiunque possa cambiare idea in politica,come nel credo religioso e comunque in ogni altra abitudine di vita.Giuliano Ferrara non è uno sprovveduto,anzi è un giornalista dall’eloquio forbito e dalla penna scorrevole,è insomma un uomo di cultura. Se quindi egli da intellettuale ha ritenuto di dover rivedere il proprio originario percorso politico vissuto accanto all’indimenticato suo papà,avrà avuto le sue buone ragioni,e nessuno può pensare di contestarlo,o peggio dargli del trasformista,come con deprecabile faciloneria si usa oggidì accomunare coloro che cambiano un’idea,motivandone le ragioni,da rispettare, pur non condividendole,con quelli che invece praticano il trasformismo per bassi interessi di bottega.Tra costoro non si colloca Giuliano Ferrara che anche nella nuova pelle svolge un giornalismo assai spesso duro e pungente contro gli avversari della sua attuale parte politica,ma non per questo privo di lucidità ed acume. C’è un aspetto però sul quale non si può essere d’accordo con Giuliano Ferrara ed è che egli non si rende conto che la difesa ad ogni costo del Governo in carica,e soprattutto di Silvio Berlusconi, ormai non è più proponibile se poi il consesso internazionale riserva al nostro Paese ed a chi lo rappresenta addirittura lo sberleffo.Nè può Ferrara invocare a gran voce che Berlusconi torni ad essere quello del 1994,perchè quel Berlusconi non era diverso dall’attuale,ben note essendo le ragioni per cui egli volle conquistare il potere che ora sta difendendo con i denti,travolto dagli eventi da lui stesso scatenati. A ricomporre un quadro andato in frantumi non bastano Sallusti e Belpietro,non bastano gli editoriali dell’ "elefantino",non basta Radio Londra,non basterà che Ferrara prenda il posto di Santoro per cimentarsi in un "esame" che si preannuncia difficilissimo.
    Le idee sono sempre da rispettare,altra cosa sono i fatti,e quelli che accadono non sono esaltanti,per cui a volerli commentare diversamente dalla realtà è impresa impossibile e difendere chi li provoca significa soltanto rimetterci la faccia. (vindice)

  • Di paolo (---.---.---.218) 5 novembre 2011 10:27

    Cari signori ,cambiare idea non è un reato e siamo tutti d’accordo , anzi ci sono molti che sostengono che solo gli imbecilli rimangono fermi come monoliti sulle proprie idee .
    Resta tuttavia intatto il diritto altrui di giudicare sul perché ,ovvero sulle motivazioni ,che inducono a cambiare idea ,dal momento che esiste anche un principio semisconosciuto alla maggior parte dei nostri politici (e giornalisti) che si chiama coerenza .

    Se si cambia idea perché si prende atto di errori di valutazione in conseguenza di fatti nuovi che modificano le circostanze è un conto ,se la si cambia per convenienza di bassa lega (leggi mignotteria o ruffianeria ) è tutt’altra cosa .
    Mi sembra che Giuliano Ferrara rientri più nella seconda categoria che nella prima e definirlo "intellettuale" o "uomo di cultura" mi sembra francamente una esagerazione ,concordo invece sulla sua abilità di comunicatore anche se del tutto relativa al contesto in cui si trova . Da una tribuna solitaria ( Radio Londra),senza contraddittorio proprio come il suo mentore Silvio , mi sembra anche piuttosto facile . I risultati dei suoi comizietti in termini di share sono modesti perché la gente ne intuisce le finalità propagandistiche e quindi soltanto i "beoti" si bevono le sue panzane .

    Ci sono poi alcune cose , e concludo , sulle quali cambiare idea non solo non è lecito ma è anche un indice di una personalità ambigua .
    Per citarne una soft (vedi Emilio Fede) è quella di cambiare la squadra di calcio del cuore ,passione che nasce da bambini e che fornisce anche un indice di base di coerenza individuale .
    Un altro esempio (diciamo hard) è proprio il cambio di casacca politica da un estremo all’altro e cito (oltre a Ferrara ) un certo Sandro Bondi che fino ai 45 anni è stato comunista integralista(visto sfilare con bandiere rosse con falce e martello ) e poi ,folgorato sulla strada di Damasco , è diventato "pasdaran" di Silvio ,ovviamente cambiando di molto (in meglio) il suo tenore di vita .
    E si perché anche la "convenienza" , quando non è inevitabile ,è unaltro indice di valutazione della genuinità del cambio delle idee .
    Un parlamentare che passa da una maggioranza (con relativi benefit) alla opposizione è una cosa ,il viceversa alla Scillipoti è tutt’altra . O no ?
     

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