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Carceri, torna a crescere il sovraffollamento. Decriminalizzare le sostanze stupefacenti?

E’ stato presentato a Roma “Galere d’Italia”, il XII rapporto dell’associazione Antigone sulla situazione delle carceri italiane. Nel rapporto si rileva che in sei anni i detenuti sono diminuiti di 14.763 unità ma sono cresciuti nell’ultimo anno.

Alla data del 31 marzo 2016 erano 53.495, a fronte dei 49.545 posti letto utilizzabili, con un tasso di sovraffollamento (rispetto al numero di posti letto regolamentari) pari al 108%, senza tenere però conto delle sezioni provvisoriamente chiuse.

Inoltre, poco meno di 9.000 detenuti vivono ancora in meno di 4 metri quadro pro-capite, lo standard minimo previsto dal comitato europeo per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa. Il tasso di detenzione è nella media europea. L’Italia ha circa 90 detenuti ogni 100.000 abitanti.

La Germania ha 77 detenuti ogni 100.000 abitanti, la Francia 118. I paesi baltici superano i 200 detenuti ogni 100.000 abitanti. Svezia, Norvegia, Olanda, Danimarca e Finlandia invece hanno un tasso di detenzione tra i 50 e i 70 detenuti, sempre per 100.000 abitanti.

I detenuti condannati in via definitiva sono 34.580. I detenuti in attesa di sentenza definitiva sono il 34,6% del totale. La media europea è del 20,4%.

Dunque in Italia vi è un surplus del 14,7% rispetto alla media dei paesi europei. In Germania la presenza di persone non condannate in via definitiva è del 19,4%. In Inghilterra e Galles del 16,4%. Peggio di noi tra i paesi dell’Unione europea vi sono solo Danimarca e Olanda, dato che si spiega in relazione alla questione migranti.

Sono 19.000 i detenuti che devono scontare un residuo di pena inferiore ai tre anni e che potrebbero quindi uscire dalle carceri grazie alle misure alternative, se la magistratura di sorveglianza lo accordasse.

Come accade per più di 29.000 persone che stanno scontando la pena detentiva non in carcere, di cui più di un terzo sono in detenzione domiciliare,12.000 sono in affidamento in prova al servizio sociale, 6.000, quasi tutti condannati per violazione del codice della strada, ai lavori di pubblica utilità, 724 in semilibertà. Quest’ultima misura è sempre meno utilizzata.

Una percentuale confortante è quella che riguarda la recidiva del reato: solo lo 0,79% commette un reato durante la misura alternativa.

Secondo l’associazione Antigone “la decriminalizzazione delle sostanze stupefacenti potrebbe determinare la riduzione di circa un terzo della popolazione detenuta, con un risparmio di circa 930 milioni di euro l’anno da poter reinvestire in misure comunitarie, sostegno socio-sanitario e attività socialmente utili”.

1.633 sono gli ergastolani, in crescita rispetto al 2011 quando erano 1.446 e 1.408 nel 2009.

Il 33,5% della popolazione detenuta è di origini straniere (in calo rispetto al 37,2% del 2009). Vengono dal Marocco (16,9% del totale degli stranieri), dalla Romania (15,9%), dall’Albania (13,8%), dalla Tunisia (11%), dalla Nigeria (3,9%), dall’Egitto (3,4%).

I reati commessi più diffusi sono contro il patrimonio, contro la persona, in violazione della legge sulla droga, in violazione della legge sull’immigrazione e 95 sono stati i condannati per i delitti di mafia.

La maggior parte degli italiani detenuti viene dalla regioni del Sud, e il gruppo più numeroso è quello dei detenuti di origine campana. Alla fine del 2015 i campani erano 9.635, il 18,5% del totale dei carcerati, i siciliani poco più del 12%, e i pugliesi il 7,1%.

L’età media è 40 anni.

Senza alcun dubbio il rapporto dell’associazione Antigone è ancora una volta molto interessante. Consente infatti di conoscere approfonditamente la situazione delle carceri italiane. Particolarmente preoccupante è la crescita del sovraffollamento. A tale proposito, mi sembra condivisibile, ed inoltre attuabile in tempi relativamente brevi, la proposta di Antigone, già evidenziata, secondo la quale la decriminalizzazione delle sostanze stupefacenti potrebbe determinare la riduzione di circa un terzo della popolazione detenuta.

Non si ritiene accettabile quella proposta? Sarebbe però necessario formulare una proposta altrettanto efficace e ugualmente realizzabile negli stessi tempi.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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