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Cancellate le primarie del PdL, la democrazia per la destra resta un sogno

E alla fine arriva Silvio, il Cavaliere ha emanato il suo verdetto, “le primarie non s’hanno da fare”, e i suoi bravi, Alfano e Meloni in primis, non hanno potuto far altro che obbedire alla legge di Arcore. Sul sito ufficiale del PdL ancora nessuna conferma ufficiale, resta ancora attivo anche il portale delle primarie, ma la notizia ormai sembra certa, confermata anche da fonti vicine al partito.

Una dura botta per il PdL, arrivata proprio quando il partito stava per dare, per la prima volta, un segnale forte di democrazia, distaccandosi dalla figura autoritaria di Berlusconi, offrendo agli elettori la possibilità di scegliere il leader che meglio rappresentasse il partito. Una democrazia che si è dimostrata solo di facciata, il ritorno di Berlusconi mette fine ai giochi e guai a lamentarsi.

Da quanto si apprende dai quotidiani stamattina sembra essere proprio Giorgia Meloni la più delusa, credeva veramente di poter battere Alfano l’ex ministra della gioventù che una volta dichiarò di non essersi laureata ma di essere pronta al ruolo perché faceva politica da 20 anni, possibile, nell’unico paese d’Europa dove non servono competenze per andare al governo basta fare politica, qualunque cosa questo significhi.

Probabilmente l’annuncio ufficiale della cancellazione delle primarie arriverà la settimana prossima, prima i vertici di partito dovranno inventarsi qualche alternativa. Il Pdl potrebbe sfasciarsi definitivamente a favore di un nuovo partito che raccoglierà i superstiti piddiellini facendo fuori gli ultimi An rimasti. Ad Alfano è stato promesso un ruolo di vertice, ma resta ancora una cosa da fare per assicurarsi che Berlusconi possa gestire tutto al meglio: difendere il porcellum. Infatti, se gli italiani andassero a votare con la vecchia legge elettorale il Cavaliere avrebbe la possibilità di scegliere chi andrà in parlamento nella prossima legislatura, probabile l’innesto di nuovi volti e figure del mondo imprenditoriale. 

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