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Campania: delibera per la sepoltura dei feti

La delibera della Giunta Regionale della Campania sulla possibilità di sepoltura dei feti, dando a questi una dignità di essere umano, sarà il fulcro di polemiche tra abortisti ed antiabortisti, unitamente a quelle divergenze di pensiero su tale tema di correnti politiche diverse.

Facendo ben presente che non ho preconcetti su tale tema, espongo quei personali motivi che mi spingono a scrivere.

Introdurre con una legge regionale locale quello che già prevedeva una legge dello Stato, il Dpr 285/90, vale a dire la possibilità per i familiari di bambini nati morti o abortiti, di dar loro sepoltura nei cimiteri, sembra superfluo visto che questa delicata questione era già stata affrontata e e regolamentata.
 
Tale delibera rischia di diventare una provocazione nei confronti di una questione di bioetica, una questione che ha diviso spesso anche i cattolici, di cui ben conosciamo la posizione rispetto a tale argomento. Porre l'accento su quello che è un dramma, rischia di amplificare qualcosa che già ha evidenziato una scelta spesso sofferta.
 
La delibera numero 108, approvata lo scorso 20 marzo, potrebbe sembrare per molti, anche involontariamente, un attacco alla legge 194, quella che nel 1978 ha introdotto l’interruzione volontaria della gravidanza in Italia. La nostra concezione ci porta a pensare che una sepoltura può essere, come non essere data solo agli esseri umani che ci lasciano per una miglior vita. Partendo da tale preconcetto si arriva alla conclusione che il feto venga considerato un essere umano, anche se di fatto e per la scienza non è tale.
 
Freud considerava il sogno di un feto quale conflitto circa la maternità: il ricordare un conflitto può creare un conflitto di maggiore dimensione . 
Dare quella giusta dignità di sepoltura a qualunque essere vivente è una questione di civiltà ma come vogliamo considerare un feto dal punto di vista scientifico o dal punto di vista etico? Un feto può rappresentare un bimbo mai nato per i genitori affranti, ma non può esserlo per un'istituzione pubblica. Non vogliamo però in nessun modo contestare quel diritto che la legge dà per chi lo desidera di dare quella sepoltura ai feti dei "mai nati".
 
La libertà di scelta è insindacabile. In questo caso bisogna che si giunga ad una scelta permessa dalla libertà personale e non da una legge che in tutti i casi pone il diritto su una scelta. Non possiamo pensare di trasformare questa scelta in un obbligo, né tantomeno si può pensare di impalcare su tale tema campagne ideologiche e strumentali.

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