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 Home page > Tribuna Libera > C’è un problemino mica male nella sentenza Cir

C’è un problemino mica male nella sentenza Cir

Ho dato una breve letta alla sentenza Cir, tanto discussa per le implicazioni politiche delle quali è latrice. 

Mi ha colpito su tutti un aspetto che va al di là del coinvolgimento di due top players del mondo politico e imprenditoriale italiano come Berlusconi e De Benedetti. O che forse, potrebbe suggerire qualche maligno, c’entrano molto.

Le motivazioni, sia in primo grado che in appello, sono molto articolate e complesse. Leggendole con occhio profano, ne ho dedotto piuttosto linearmente che il problema davanti al quale si sono trovati di fronte i giudici è che la corruzione operata da Finivest sulla Corte d’Appello di Roma ha insistito su un unico membro del collegio dei tre che diede ragione a Berlusconi nella sua vertenza con l’editore di Repubblica. E dunque occorreva capire quanto la corruzione di uno solo di tre membri potesse aver indirizzato la decisione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

I commenti più votati

  • Di paolo (---.---.---.81) 14 luglio 2011 10:53

    Nel paese "alla rovescia" si può anche sostenere che se due giudici non sono corrotti mentre un terzo si , i non corrotti battono il corrotto per 2 a 1 e quindi tutto è stato regolare .Come in una partita di calcio.

    In un paese "alla diritta " una tesi di questo genere non sarebbe neanche stata ammessa dal momento che è palese che il corrotto può inquinare il giudizio ,convincendo anche gli altri due . In aggiunta mi pare anche che Vittorio Metta (corrotto) presiedesse il collegio giudicante , il che è un’ulteriore aggravante .

    La follia vera e propria , che ormai sta permeando tutta questa società malata , è quella di pensare che un caso acclarato di corruzione sia oggetto di discussione .A prescindere dal risultato ,dovuto soltanto alla onestà e alla professionalità del collegio d’appello di Milano , emerge in tutta la sua gravità la degenerazione etica e morale di questo paese . E i super campioni di questa degenerazione si sono pure autodefiniti " il partito degli onesti " .
    E’ ora di tirare fuori i forconi.


Commenti all'articolo

  • Di paolo (---.---.---.81) 14 luglio 2011 10:53

    Nel paese "alla rovescia" si può anche sostenere che se due giudici non sono corrotti mentre un terzo si , i non corrotti battono il corrotto per 2 a 1 e quindi tutto è stato regolare .Come in una partita di calcio.

    In un paese "alla diritta " una tesi di questo genere non sarebbe neanche stata ammessa dal momento che è palese che il corrotto può inquinare il giudizio ,convincendo anche gli altri due . In aggiunta mi pare anche che Vittorio Metta (corrotto) presiedesse il collegio giudicante , il che è un’ulteriore aggravante .

    La follia vera e propria , che ormai sta permeando tutta questa società malata , è quella di pensare che un caso acclarato di corruzione sia oggetto di discussione .A prescindere dal risultato ,dovuto soltanto alla onestà e alla professionalità del collegio d’appello di Milano , emerge in tutta la sua gravità la degenerazione etica e morale di questo paese . E i super campioni di questa degenerazione si sono pure autodefiniti " il partito degli onesti " .
    E’ ora di tirare fuori i forconi.


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