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C’è del marcio, in Spagna. E’ l’economia

 

Il Wall Street Journal segnala che le banche spagnole, che in queste settimane stanno subendo imponenti deflussi di liquidità, avrebbero ormai seri problemi ad aumentare il proprio indebitamento presso la Banca centrale europea, a causa della penuria di garanzie impegnabili. Motivo per cui la banca centrale spagnola starebbe fornendo liquidità di emergenza al sistema bancario in attesa di un nuovo aiutino di Francoforte, magari definito già nella giornata di domani, in termini di ulteriore allentamento dei requisiti di stanziabilità a garanzia.

Malgrado le banche spagnole detengano titoli di stato iberici per 169 miliardi, che vengono posti a garanzia dei prestiti della Bce, vi sarebbe un crescente numero di istituti che non dispone più di alcunché da mettere a garanzia. Il Banco de España ha nel frattempo confermato di essere intervenuto con finanziamenti di emergenza. Dire che la situazione del sistema bancario spagnolo è gravissima rischia di diventare eufemistico, oltre che ripetitivo. Anche considerando la creazione di una bad bank a cui conferire i crediti bancari tossici, esercizio che si rivelerà futile fin quando la situazione macroeconomica non si sarà stabilizzata, il sistema bancario sta venendo sommerso di sofferenze, causate dall’avvitamento della crisi.

Qualcuno tra voi ha appena suggerito aumenti di capitale ad uso di privati coraggiosi oltre che suicidi, perché sennò “il mercato non funziona”? In realtà, funziona fin troppo bene, ed il progressivo ammaloramento del sistema bancario spagnolo ne è tragica conferma. Però se voi volete continuare ad argomentare con la canzoncina degli amici degli amici che vengono salvati per mano di una classe politica corrotta fate pure, siamo in democrazia.

Nel frattempo i conti pubblici spagnoli, dal versante della spesa, sono sotto costante pressione anche a causa di un piccolo ma perdurante contrattempo. E’ di ieri la notizia che, nei primi sette mesi dell’anno, le erogazioni per sussidi di disoccupazione spagnoli sono aumentate del 5 per cento, contro attese (del ministro del Bilancio, Cristobal Montoro) per una riduzione di pari entità. Pare accadano cose del genere, quando la disoccupazione aumenta. Per evitare che qualcuno denunci con veemenza il Leviatano che non riesce a mettersi a dieta quando il Pil cala, il governo spagnolo ha fatto approvare nell’ultima manovra correttiva la riduzione di durata e copertura dei sussidi di disoccupazione, analogamente a quanto fatto da Lisbona. Noi abbiamo sempre la sensazione che, nell’attuale congiuntura, queste manovre siano lievemente procicliche, ma non vorremmo essere accusati di keynesismo. E comunque possiamo sempre dire che i mini-assegni di disoccupazione sono un potente incentivo a non cercare lavoro, no?

“Purge the rottennes out of the system“diceva il buon Andrew Mellon l’ultima volta che è accaduto qualcosa del genere, in giro per il mondo. Il che può anche essere una soluzione, dopo tutto. Almeno, sui social network pare avere un discreto successo.

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