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 Home page > Tribuna Libera > C’è bisogno di Pasqua

C’è bisogno di Pasqua

In questi giorni siamo tutti pronti a scambiarci gli auguri di Buona Pasqua, ma forse pochi si rendono conto (o si ricordano) del significato di tale evento.

A Pasqua, la risurrezione di Cristo ha sconfitto la morte e messo in auge la ricchezza più importante di ogni essere umano: la vita!

In un mondo dominato dalla morte e dai suoi corollari di violenze, orrori e sofferenze, la vita deve tornare a trionfare dovunque e comunque.

E Pasqua non deve essere affatto un punto di arrivo, ma l'affermazione di questo cammino che ogni persona su questa Terra dovrebbe intraprendere.

Unire, condividere, abbattere i muri dell'ignoranza e dell'intolleranza, costruire ponti di dialogo, mai arrendersi nell'impegno volto a realizzare la grande "casa umana universale" su questo pianeta, nel segno della Pace, dell'Amore e della fratellanza tra i popoli.

A coloro che invece sprecano tempo prezioso e energie importanti nel costruire frontiere e recinti, nel fomentare divisioni e nel diffondere odio e cattiverie fra gli esseri umani, cerchiamo di rispondere con le nostre azioni, facendo esaltare la Pasqua in ogni giorno dell'anno, nel segno del trionfo della vita e nella sconfitta della morte.

Partendo dall'Amore...

Questo è il mio augurio di Buona Pasqua a tutti voi!

 

Yvan Rettore

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.254) 16 aprile 2017 19:33

    Travisare >

    Giovedì scorso PAPA Francesco, in visita al carcere di Paliano, ha proceduto al rito della lavanda dei piedi nei confronti di 12 detenuti. Questo in memoria dell’analogo gesto fatto da Gesù ai suoi discepoli.


    In realtà il Vangelo secondo Giovanni narra che Gesù, conscio di dissapori e di rivalità che serpeggiavano nel gruppo, fece proprio quell’atto (all’epoca demandato ai servi di casa) per impartire il concetto di “servizio” quale prova di amore disinteressato verso gli altri. Ossia.

    SE Lui, il Maestro; lavava i piedi ai suoi discepoli, anche loro dovevano lavare i piedi “gli uni agli altri”. Non solo. Come un “inviato (apostolo) non è più grande di chi lo ha mandato”, così i veri credenti devono mettere la loro vita a disposizione degli altri, anche dei più umili ed emarginati.


    Ciò premesso.

    I detenuti di un carcere sono, pro tempore, dei “reclusi” (esclusi) in quanto riconosciuti colpevoli di reati commessi verso gli altri e/o contrari alle generali regole di convivenza civile. COSA che, di per sé, non significa che siano dei rappresentanti di categorie sempre disagiate e bisognose.


    Per contro.

    FA molto più “notizia” un PAPA che, dentro un carcere, viene ripreso a fare la lavanda dei piedi ai detenuti, piuttosto dell’identico gesto compiuto, magari in alloggi di fortuna, verso degli “anonimi” ex detenuti che non riescono a trovare uno spazio ed un ruolo “dignitoso” nella società, per sé e per i familiari.


    Ergo.

    Un gesto ha un senso in funzione del valore e del significato attribuito. RIPETERE tale gesto ha senso quando ne vengono riprodotti i caratteri originari.

    STARE ACCANTO accanto ai “bisognosi” non è fare, in qualche modo, uso di una loro contingente e “inusuale” condizione. Altrimenti viene travisata l’autenticità del messaggio evangelico.

    Vera Lezione di valori cristiani è professare una Fede, senza miracoli

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