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Bruno Contrada torna a Palermo. Ogni tassello al proprio posto.

Bruno Contrada è stato condannato, in via definitiva, a 10 anni di carcere per concorso esterno in associazione di tipo mafioso. Un reato particolarmente odioso se compiuto da un membro della Polizia di Stato e agente dei servizi segreti. Il suo nome evoca misteri insoluti. Adesso è un uomo malato e può tornare a Palermo. Agli arresti domiciliari.

La mafia che favorì tradendo lo Stato ha compiuto stragi e annichilito un popolo. Si odono ancora le urla di dolore degli eroi trafitti dalle bestie mafiose. Si sente la puzza della complicità di molti pezzi delle Istituzioni alle mattanze. La sottrazione delle prove. Le mancate perquisizioni. I depistaggi. Le trattative. L’agenda rossa di Paolo. Il corpo polverizzato di Peppino e le pietre macchiate del suo sangue ignorate da chi indagava. Tradimenti miserabili. E poi il buio che avvolge la vergogna. Il silenzio e la finta indifferenza per favorire la dimenticanza. I fari che accecano.

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