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Brasile, Bolsonaro contro i diritti umani: dalle parole sta passando ai fatti

Oggi, quasi cinque mesi dopo l’entrata in carica del nuovo governo, Amnesty International ha avviato la campagna “Brasile per tutte/i” per rivendicare l’urgenza di un paese equo, che non escluda nessuno e che non ponga a rischio i diritti di interi gruppi di persone.

Già lo scorso ottobre Amnesty International aveva ammonito che le posizioni di Bolsonaro avrebbero potuto costituire un rischio concreto per il futuro dei diritti umani in Brasile.

 

Ora, la retorica anti-diritti umani che ha contraddistinto la sua intera carriera politica e stessa campagna elettorale del 2018 di Jair Bolsonaro sta iniziando a tradursi in fatti concreti.

Queste sono le misure e le azioni dell’amministrazione Bolsonaro che suscitano le principali preoccupazioni di Amnesty International:

– l’ammorbidimento delle leggi sul possesso e l’uso delle armi da fuoco, che potrebbero aumentare il numero degli omicidi;

– la nuova legislazione nazionale in materia di droga, che prevede un approccio più punitivo e mette in pericolo il diritto alla salute;

– le ripercussioni sui diritti dei popoli nativi e dei quilombolas (i discendenti dagli schiavi provenienti dall’Africa);

– il tentativo di interferire indebitamente nelle attività delle organizzazioni della società civile;

– le norme contenute nel “pacchetto anti-criminalità” (ad esempio l’ammorbidimento dei criteri per sostenere la legittima autodifesa e giustificare l’uso della forza e delle armi da fuoco da parte della polizia);

– le misure che colpiscono i diritti delle vittime alla verità, alla giustizia e alla riparazione per i crimini di diritto internazionale commessi durante il regime militare;

– gli attacchi all’indipendenza e all’autonomia del Sistema interamericano dei diritti umani;

– l’uso di una retorica anti-diritti umani da parte di alti rappresentanti del governo, compreso lo stesso presidente, che potrebbe dare legittimità a tutta una serie di violazioni dei diritti umani.

 
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