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Boscoreale e Boscotrecase: qualcosa sfugge di mano

Vediamo di capirci.

Generalizzare è sbagliato, strumentalizzare la giusta lotta contro la discarica è sbagliato, farsi strumentalizzare invece è da fessi.

Forse i sindaci Langella, Auricchio e Borrelli, respirano un'altra aria? Le famiglie dei primi cittadini, i loro figli, nipoti non respirano la nostra stessa aria? Non mangiano la nostra stessa verdura contaminata? L'idea della discarica ha da subito scatenato le proteste, le interrogazioni, le denunce, la nascita dei comitati civici: poi sono arrivati quelli del Movimento di difesa del territorio vesuviano. Con i loro striscioni e con la loro carismatica spregiudicatezza si sono imposti capi della rivolta. Prendono la parola, l'iniziativa; dirompenti, assoluti. Si vedono soltanto loro. Basta parlare con i cittadini di Boscoreale e di Boscotrecase per sentire frasi di dissenso contro le audaci iniziative del collettivo di difesa, i cittadini sentono istintivamente che la protesta, civile e pacifica inizialmente, sta lentamente scivolando in una lotta politica, si sentono estranei e minacciati. Non è più la protesta dei cittadini, ma la rivolta generalizzata. Domenica notte alcuni cittadini terrorizzati dagli improvvisi rumori si son svegliati di soprassalto: quelli del collettivo agitavano le strade con suoni di campanelli, fioriere spaccate, lacerando le buste dei rifiuti e sparpagliandoli in strada. Tutto al grido di Democrazia. Qualcuno gli spieghi che la democrazia, il rispetto, la giustizia e i diritti non si ottengono spaccando tutto e spaventando gli abitanti. All'alba le strade sembravano esser state attraversate da orde di barbari. Questo i cittadini non lo vogliono.

Le nostre amministrazioni, come i vertici dell'ente Parco, son dovuti sottostare a certe regole e leggi che regolamentano le pettorine istituzionali che indossano; ricordandoci sempre che anche loro son costretti a chiudere le finestre per il puzzo. Sono stati inadeguati? Non all'altezza della situazione? Non in grado di difendere il territorio? Verissimo, ma cosa c'entra tutto il resto?

Mi son sempre chiesta a cosa servisse manifestare contro i sindaci vesuviani, quando, sappiamo bene, a chi appartiene la firma che ha di fatto trasformato il Parco Nazionale del Vesuvio in una gigantesca pattumiera, senza normativa che la giustificasse: Silvio Berlusconi.

Il nostro Premier quello che ha fatto a noi, lo ha fatto in tutte le altre regioni; ha autorizzato discariche pur di poter dire di aver ripulito l'Italia.

Dite che faccio politica? Che pecco di proselitismo? E voi allora? Che vi rifate a look datati, che urlate slogan sessantottini?

Certo che è principalmente una questione politica, ed è per questo che bisogna partire alla volta di Roma. Partire con le idee chiare sul da farsi, sarebbe controproducente andarci sprovveduti di nozioni semplici ma determinanti.

Avete mandato lettere e denunce ovunque, è servito? No

Avete scritto ai giornali, fatto marce, funerali, è servito? No.

Avete invaso le strade, avete tentato di bloccare l'accesso ai camion, è servito? No

Avete occupato le aule consiliari, avete urlato a squarciagola, avete svolto volantinaggio, è servito? No.

Loro continueranno ad avvelenarci, voi inasprite la contestazione rischiando vi sfugga di mano.

Laddove l'euforia trova come compagna di viaggio lo sconforto, voi decidete la via peggiore: lo scontro, non politico, ma con la polizia.

Si hanno ulteriori segnalazioni della presenta di materiali di amianto, tossico, eternit: sapete da quanti anni son li? Tra la nostra e loro indifferenza? Stiamo attenti, la rabbia ci annebbia la ragione.

Attenti a quel che urlate, a quel che lanciate, non bisogna dargli materiale che potrebbe ritorcersi contro di noi. Lottare non significa lacerare le barriere del rispetto e della intelligenza. Lottare significa raccogliere gli strumenti democratici e legali di cui disponiamo, farne arma e combattere.

State fuori dai centri sociali. Non vogliono quel che vogliamo noi.

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