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Bonus Covid e bestiario Italia

Ci hanno, o meglio ci siamo, definiti il Belpaese. Ma quello che sta succedendo fa accapponare la pelle. Inutile andare a cercare le ragioni di un tale scadimento etico e morale, bisognerebbe rifare tutta la storia andando a ritroso di decine se non centinaia di anni.

Prendiamo il fatto del giorno, ovvero il pagamento del Bonus Covid per coloro che, causa forza maggiore, si sono trovati in grande difficoltà. Erano previsti 600 euro in due tranche per coprire Marzo e Aprile, saliti poi a 1.000 per il mese di Maggio; ente erogatore l'INPS. Su questi soldi, destinati a coloro che erano in situazioni oggettivamente difficili per forzata cessazione o riduzione della loro attività lavorativa, si sono buttati a capofitto uno stuolo di avvoltoi. Eppure il decreto che istituiva i bonus, pur redatto in fretta e furia, era piuttosto chiaro anche se, visto il clima emergenziale, non poteva essere esaustivo nelle modalità applicative. Ma, a intenditor poche parole, era destinato ad autonomi e partite IVA con il secondo bimestre 2020 in calo di fatturato pari o superiore al 33% rispetto all'anno precedente. Esclusi quindi lavoratori dipendenti, pensionati e tutti coloro che, a qualunque titolo o ragione, erano percettori di proventi di da stipendi, indenità, rendite e conti bancari in primis. E questo, malgrado i beceri tentativi di coloro che la buttano in caciara per cercare di buttare giù il governo Conte, era piuttosto chiaro. Punto.

Invece ci si sono avventati sopra imprenditori e professionisti dal portafoglio gonfio, possessori di conti correnti a cinque o sei zeri e, dulcis in fundo, gli immancabili politici. Chi fa scalpore sono soprattutto i parlamentari (stipendio base 13.000 euro/ mese + entrate varie) e tanti amministratori regionali, che hanno pure loro entrate mensili non disprezzabili. Uno schifo senza limite, un totale disprezzo del più elementare civismo etico e morale, una dimostrazione di bulimia da danaro che lascia esterefatti. Ma quello che risulta incredibile sono le giustificazioni di coloro che, presi con la mano nella marmellata, tentano di giustificarsi. I cinque parlamentari scoperti, tre della Lega che lo hanno richiesto con due che lo hanno percepito, uno (forse ) di Italia Viva che lo avrebbe richiesto ma non ottenuto ed uno del M5S che lo ha ricevuto, hanno mostrato un corollario di giustificazioni al limite del comico, se non stessimo parlando di un fatto di gravità inaudita. Premesso che tutti ribadiscono che il fatto non ha rilevanza penale, atteso che comunque si tratta di somme indebitamente percepite per mancanza del requisito di fondo, si va dal classico " ho percepito i bonus a mia insaputa" di Scajola memoria, al " lo ha richiesto mia moglie, oppure il mio socio, la segretaria o anche mia suocera, a mia insaputa (ovvio)", comunque " appena mi sono accorto li ho destinati in beneficienza", che è il massimo della presa per il culo, visto che la beneficienza la si fa con soldi propri e non altrui ( quelli degli italiani).

Tre sono i parlamentari finora scoperti, due leghisti Andrea Dara ed Elena Murelli e il pentastellato Marco Rizzone. Se i primi due farfugliano le solite risibili giustificazioni, il rappresentante del M5S invece si è lanciato in un grottesco tentativo autoassolutorio, ritenendosi vittima di un atto persecutorio ( evidentemente quello di averlo scoperto) che ne infanga l'onorabilità; con ciò offrendo una chiave di lettura disarmante su a che punti di aberrazione si può arrivare, quando chi ricopre una carica del genere invece di pulire i cessi. Con il massimo rispetto per coloro che svolgono lavori umili, ma che certamente hanno una dignità che questo signore neanche si sogna. Espellerlo dal M5S mi sembra persino troppo riduttivo, io lo aspetterei fuori della porta.

 

 

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