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 Home page > Tribuna Libera > Bertinotti invecchia male, da Rifondazione a Comunione e Liberazione

Bertinotti invecchia male, da Rifondazione a Comunione e Liberazione

Mi sembra ormai chiaro. Fausto Bertinotti, l’ex segretario di Rifondazione Comunista, sta invecchiando male. Capita.

Per arrivare a questa conclusione è sufficiente leggere la recente intervista rilasciata a “Il Corriere della Sera”, nella quale Bertinotti evidenzia la sua vicinanza al movimento cattolico Comunione e Liberazione. Per la verità Bertinotti, la scorsa estate, era già intervenuto al meeting di Rimini e, in queste settimane, ha partecipato in diverse città alla presentazione del libro, “La bellezza disarmata”, del successore di don Giussani alla guida di Comunione e Liberazione, Julian Carròn.

Quali le risposte, nell’intervista citata, nelle quali Bertinotti manifesta il suo stretto rapporto con un movimento, come Comunione e Liberazione, che una volta, lo stesso Bertinotti, avrebbe senza dubbio considerato reazionario e di destra?

 

Il rapporto più stretto è nato con Comunione e Liberazione. Perché?

L’incontro è nato nel quadro della crisi di civiltà di cui ho detto, con una economia che spinge sempre più l’acceleratore sulla disumanizzazione del lavoro. Per uscirne serve un dialogo tra diverse fedi. Il problema della politica, se vogliamo vederla da questo versante, è che, distrutte le ideologie si è ritrovata depredata, priva di riferimenti. Il dialogo con chi ha una fede può essere la scintilla che ridà speranza.

Tra lei e Cl chi ha preso l’iniziativa?

Il primo contatto è avvenuto con i referenti di Cl di Sestri Levante, tre anni fa, per un dibattito estivo. Sembrava uno dei tanti incontri e invece….

E’ arrivato l’invito a Rimini.

Dove ho trovato molto di più e di diverso di quel che mi aspettavo. Anzitutto, il popolo. Ricordo che per Gramsci l’intellettuale può pensare di rappresentare il popolo solo se con questo vi è quella che lui chiamava “una connessione sentimentale”. Lì l’ho trovata.

E cosa altro l’ha colpita?

La capacità di prevedere il futuro. Valeva per don Giussani ieri (memorabile la sua denuncia della crisi del rapporto tra Chiesa e popolo pur quando le chiese erano piene) come per don Carròn oggi.

 

Qualcuno potrebbe sostenere che Bertinotti, con queste sue posizioni nei confronti di Comunione e Liberazione, può, eventualmente, fare male solo a stesso.

In passato, invece, i comportamenti e le decisioni di Bertinotti hanno gravemente danneggiato il centrosinistra, impedendo, oggettivamente, che tale schieramento politico potesse governare a lungo il nostro Paese. Tale considerazione mi sembra condivisibile.

Mi è sembrato, comunque, opportuno evidenziare le attuali posizioni di Bertinotti nei confronti di Cl, posizioni che indubbiamente stupiscono e che, personalmente, ritengo profondamente sbagliate.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di fabio ambrosetti (---.---.---.169) 24 aprile 2016 22:15

    Più che una metamorfosi, il naturale approdo di chi ha sempre considerato "il popolo", o "le masse" non come l’insieme di uomini, ma come un’entità astratta, buona per le chiacchiere da salotto.
    Dov’era Bertinotti nei momenti topici delle lotte per i diritti del lavoro? La posizione intransigente assunta sulle 35 ore, era formulata in modo talmente ultimativo da risultare paradossale: un grimaldello per scardinare il governo Prodi.
    Stessa tecnica politica "lancia in resta" per l’estensione dell’articolo 18. Con una novità: il perseguimento di un obiettivo sacrosanto attraverso lo strumento sbagliato di un referendum che - tra l’altro - lasciava privi di tutele i lavoratori atipici.
    Non giudico le scelte di coscienza: se Bertinotti si rispecchia nei "valori" di CL, è un suo problema. Io ne ho altri, più immanenti.
    So che la storia non si fa con i "se", ma non posso fare a meno di pensare a come avrebbe potuto essere la mia vita, il mio futuro, le mie speranze lavorative, se gente come Bertinotti non avesse anteposto le proprie ambizioni personali al perseguimento di una qualche forma di giustizia sociale a favore di quel "popolo" che si vantava di rappresentare.

    Anche per questo, merita tutta la mia disistima.

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