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Berlusconi va alla guerra, il nucleare può aspettare...

Certe volte si giudicano gli eventi con leggerezza, sottovalutando per l'ennesima volta il ruolo dei protagonisti. C'è chi parla di un Berlusconi impazzito, in difficoltà, ma non credo sia proprio così riduttivo il discorso... Il Napoleone di Arcore ha stabilito le sue priorità, riallacciando i rapporti con Sarkozy in modo da poter sostenere con più forza l'altro difficile percorso verso la guerra totale in Libia. La situazione tra le sue truppe non è delle migliori, con Bossi che spinge per una deriva diversa e comunque dai contorni solo utilitaristici. In poche parole, il voto truffaldino che ha sancito il rinvio della messa in opera delle centrali nucleari è stato scorrettamente gridato ai quattro venti non per leggerezza o arroganza, ma per la fragilità di certe situazioni che hanno permesso che ciò avvenisse. Berlusconi è ancora cinicamente lucido e tutto fa pensare che abbia fatto i suoi conti, anche prima di queste "uscite" pubbliche. L'opposizione intanto continua a non incidere più di tanto...

Opposizione inconsistente. Partirei da questo dato di fatto. Il problema non sta nella forza impiegata nel rivendicare le presunte ragioni quanto nel saperle argomentare, rendicontando il tutto alla Gente. Quando il Senato ha approvato la moratoria sul nucleare, non c’è stata anima viva che abbia saputo alzare il tono della discussione spiegando poi quello che prevede questa decisione.

Qui ho già avuto modo di metterlo in evidenza, attraverso le parole di Stefano Rodotà. Puntuale come sempre il giurista ha preceduto di pochi giorni quello che lo stesso Premier avrebbe successivamente “svelato”, come dice l’opposizione. Ma come si fa a non capire che Berlusconi è come un campione di scacchi che gioca a più tavoli? E quando gioca… gioca per vincere! I rapporti con la Francia erano tesi sul fronte “immigrazione"; in Libia, come del resto in tante altre situazioni del genere, la guerra lampo non ha sortito gli effetti sperati… Urge un “accordo”, si è detto il Berlusca! Era necessario dare a Sarkozy qualcosa in cambio e questo qualcosa è stata la moneta sonante rappresentata dagli investimenti francesi sul nucleare in Italia. Credete che al Padrone di Mediaset sia partito un embolo non sapendo cosa stava facendo?

Suvvia, cosa rischia in questo caso? Poco, e vediamo perché. L’effetto Fukushima tra non molto passerà nell’indifferenza di una opinione pubblica che ormai pensa molto a sé stessa, prendendo sempre di più le distanze dalla politica; specialmente da quella parte politica che non sa spiegare, non riesce a convincere, a fare presa sulle giuste (giuste!) ragioni per le quali dovrebbe fare opposizione ragionata e convinta. La campagna referendaria è portata avanti attraverso l’encomiabile sforzo dei comitati, coadiuvati dall’associazionismo e dalla sinistra extra parlamentare (come se ce ne fosse una al Parlamento..?!).

L’esempio della mia Livorno, un tempo “perla rossa” della Toscana, è più che mai la cartina di tornasole. Un Pd che non mobilita più nessuno, che sonnecchia nelle Amministrazioni, ultimo baluardo di una politica destinata all’esaurimento. Per il raggiungimento del quorum occorre portare alle urne circa 25milioni di persone, a prescindere da quello che poi faranno nell’urna stessa. Basta questo per spingere Berlusconi a gettarsi su quella che ha individuato furbescamente come la priorità, in questo caso rappresentata dalla rinnovata intesa con i Francesi; questo permette al Napoleone di Arcore di spingere sull’acceleratore della “questione Libica”, dove improvvisamente anche i “suoi” sono tutti diventati Suor Maria Teresa di Calcutta!

Non si può dire altrettanto di Napolitano. Già, proprio Colui il quale ha dato il placet all’azione dal cielo, se non fosse che il Presidente, che non è uno sprovveduto, ha solo dato la corda al Capo del Governo affinché poi ne rimanesse impiccato! Se Berlusconi può correre un rischio questi è proprio rappresentato dallo scoglio della guerra in Libia. Il Bossi, che deve guardare ai propri interessi, spruzza addosso alle truppe capitanate da Maroni, una buona dose di vernice buonista, come se questo potesse assolverlo dal sangue xenofobo che scorre nelle vene di questa gente. Salverebbe Gheddafi pur di ributtare a mare i migranti clandestini, quando non è certo Gheddafi quello che dovrebbe essere salvato, quanto un Popolo che rischia di fare la fine dell’Iraq o dell’Afghanistan… L’azione militare, quella che ormai è palesemente riconosciuta come guerra, non doveva neppure iniziare! La parola ora va alla Cassazione, l’unica che può consentire il regolare svolgimento del Referendum. Per tutto il resto non c’è che da pregare e sperare che le forze all’opposizione, Pd in primis, comprendano quanto sia urgente un cambio di passo fuori e dentro il Parlamento. Altre possibili alternative? Inutile prenderci in giro, un Governo Berlusconista per altri vent’anni.

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