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Berlusconi e la trappola verde

Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha dichiarato ieri sera che, se non si andasse subito al voto, la Lega potrebbe votare no alla fiducia al premier

Se è vero come è vero che tutti hanno una diversa percezione delle cose, per quanto mi riguarda è accaduto un fatto gravissimo per il governo.
 
Il leader della Lega, Umberto Bossi, ha dichiarato ieri sera che, se non si andasse subito al voto, la Lega potrebbe votare no alla fiducia al premier. Affermazioni, come detto, importantissime per il futuro della maggioranza che, forse, oggi, non è più tale.
 
Dicono: le affermazioni di Bossi vanno prese con cautela, perché l’autore potrebbe ritrattarle con la stessa facilità con cui le ha formulate. Non mi stupirei se, proprio mentre sto scrivendo, arrivasse una smentita, un “sono stato frainteso” di berlusconiana memoria.
 
Infatti non era proprio il leader della Lega colui che, anni fa, dava al premier del “trafficante di droga”, del “mafioso”, del “nazistoide”? Molti lo avranno dimenticato, o avranno finto di dimenticare, che “La Padania”, il quotidiano leghista, pose dieci famose domande, tutt’altro che comode, a Berlusconi, prima, s’intende, che lui e Bossi diventassero amiconi.
 
Ma ora questa amicizia sembra arrivata ad un punto critico. Perché c’è molto di più dietro la frase pronunciata dal capo dei leghisti. C’è un messaggio sotteso che pare porsi in questi termini: “O fate quello che vogliamo, o qui crolla tutto”.
 
Riflettiamo: all’inizio di questa legislatura Berlusconi era al “centro” del centrodestra. Egli era il punto di riferimento (nonché il punto di contatto) di Fini e Bossi. Il Presidente della Camera era situato a “sinistra” (sempre parlando del panorama del centrodestra) e Bossi a “destra”. Il risultato era una sorta di equilibrio.
 
Ora che Fini ha fatto le valigie e ha fondato un centrodestra personale, l’equilibrio si è spezzato e Bossi ha acquisito un potere ancora maggiore, arrivando, come è successo in queste ore, a dettare le regole al premier.
 
Quale può essere il risultato della rottura dell’equilibrio? Molto probabilmente Berlusconi finirà con l’esplodere, logorato da Fini, ormai ufficialmente un ex, e pressato dai leghisti sempre più arrembanti.
 
Il Presidente del Consiglio si trova in grossi guai e non basterà la sfacciata faziosità di Minzolini a salvarlo.
 

Commenti all'articolo

  • Di Vindice (---.---.---.197) 10 settembre 2010 01:13

    Chi non ha memoria corta ricorda quando la Lega agitava il cappio in Parlamento e ricorda pure che dopo il tranello del ’94 Berlusconi giurò che mai più si sarebbe seduto ad un tavolo assieme a Bossi e che Fini fece sapere che non si sarebbe accompagnato a Bossi neppure per sorbire un caffè.Non è accaduto,perchè di solito i politici non fanno ciò che promettono e giurano,e spesso,ahinoi,fanno ciò che non dicono.E così,fedeli alla regola,i "nostri"si ritrovarono d’amore e d’accordo,vincenti e soddisfatti.Ma non sempre ciò che luccica è oro,come si dice, e Berlusconi,sull’orlo del baratro si inventò il famoso predellino che Fini bollò come comiche finali.In molti credettero che la rottura fosse irreversibile,si sbagliarono.
    La triade si ritrovò ancora per l’apoteosi del 2008 avendo stravinto le elezioni.Poi è riapparsa la vecchia ruggine ed il terzetto si è ridotto ad un duo,con possibilità che ne resti soltanto la voce solista.Ed è quindi negativo il bilancio del sodalizio,perchè passive sono le poste che vi figurano registrate.Fini ha perso la scommessa di cambiare Berlusconi, Bossi non è riuscito ad incassare la riforma federale,unico scopo per il quale si è messo con Berlusconi, e Berlusconi ha fallito,almeno finora,l’obiettivo di porsi al riparo dai processi che lo inseguono, anzi corre il rischio di doverli affrontare ,finalmente da comune cittadino,come prescrive la Cosituzione.Lo spauracchio delle elezioni anticipate,agitato per mesi,si è rivelato un micidiale boomerang per il cavaliere che ora teme il voto più di quanto non lo temano tutti gli altri messi insieme. Ed è Bossi,ormai padrone assoluto del Governo e di chi lo presiede,a menar le danze. Ma non è detto che la Lega incassi il federalismo e che Berlusconi riceva il salvacondotto giudiziario,perchè i famosi cinque punti fissati dal Premier per proseguire la legislatura,i finiani li approvano,ma pretendono di discuterli uno per uno.Se questa condizione dovesse permanere le cose si complicano perchè il federalismo non verrà votato a scatola chiusa ed il salvacondotto per il Premier non può essere presentato ancora nella forma di legge ad personam. Tutto considerato è facile capire che chi è messo peggio è Berlusconi il quale farebbe bene a rinunciare agli spot turistici ed alla collaborazione musicale con Apicella,così da poter impiegare un po’ di tempo libero nella lettura dei proverbi,uno dei quali ben si attaglia alla bisogna: "andò per suonare e fu suonato"!

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