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Berlusconi e la Lega non sanno più che fare

Berlusconi ci riprova. Non più di un mese fa alla conferenza stampa conclusiva del G20 aveva sostenuto che l'Italia era un paese benestante e che la crisi non c'era perché i consumi non erano diminuiti, i ristoranti erano pieni e si faceva fatica a prenotare un posto sugli aerei. Aveva poi aggiunto, per non farsi mancare niente, che l'attacco ai titoli di stato italiani era una moda passeggera. Ora su Facebook ci riprova: "Non ho mai avuto dubbi. Noi siamo, sommando il debito pubblico alla finanza privata, il secondo paese più solido d'Europa dopo la Germania" [...] "Siamo un paese indebitato con cittadini benestanti. Non dobbiamo quindi essere preoccupati".

Non c'è bisogno di scomodare S. Agostino con il suo "sbagliare è umano, perseverare è diabolico" per rendersi conto di come questa visione allucinata di un'Italia benestante, festaiola e spensierata sia lontana dalla realtà. Anche noi non abbiamo dubbi. Basta guardarsi intorno. Per cui l'unica considerazione da fare è che la recente estromissione dal governo abbia già provocato seri danni alla capacità raziocinante del personaggio, ormai chiaramente fuori di testa. E questa è un'ottima notizia.



Seguire le svolte, le giravolte e le acrobazie tattiche della Lega è davvero un'impresa difficile. All'inizio fu la secessione, la madre di tutte le fregnacce. Poi fu la devolution. Qualcuno si ricorda cosa voleva dire? Non importa. Poi fu il federalismo fiscale, attualmente desaparecido. Poi di nuovo la secessione invocata dal "popolo del Nord" a Pontida a giugno di quest'anno. Poi l'indipendenza consensuale, sette giorni fa al "parlamento padano" a Vicenza. Poi le macro regioni, ieri. Le ipotesi sono due. O lo fanno per disorientare gli avversari, oppure anche questi sono fuori di testa. Che sia il primo segno che la lunga lotta contro le perversioni leghiste comincia a dare i suoi frutti? Noi ci speriamo. E anche questa è un'ottima notizia.

Nel frattempo Monti, l'uomo dall'aplomb britannico e dall'aspetto cardinalizio, non si scompone. Sa che alla fine lo voteranno quasi tutti. E questa non è proprio un'ottima notizia.

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