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Basilicata | Il killeraggio politico strumento per bloccare il cambio di passo

Siamo alle solite, purtroppo lo sport preferito dalle filiere interne ed esterne al PD è il killeraggio politico per bloccare qualsiasi processo di cambiamento e di rinnovamento della classe dirigente, all’insegna dell’inversione dei paradigmi economici che da circa quindici anni a questa parte indirizzano la politica regionale.

Come ho avuto modo di scrivere altre volte, mi scuso per l’autocitazione, in Basilicata le differenze tra destra, sinistra e centro sono irrilevanti, nel senso che essi sono utili alle solite consorterie per collocarsi in determinate aree al fine di continuare a lucrare sulle rendite di posizioni. Questo è il vero dramma di questa regione che, eventi esterni come può essere il PNRR, la stessa pandemia o più in generale come è stato in passato l’intervento dello Stato imprenditore che ha creato dal nulla fattori di sviluppo, crescita e occupazione, non sono in grado di scalfire. Si scopre l’appartenenza politica e quindi le differenze tra destra e sinistra, potremmo dire anche tra centrosinistra e centrodestra, quando alla ribalta della scena politica arrivano giovani leve con la voglia di interpretare il reale disagio presente nella società provando a dare risposte alla richiesta di cambiamento che viene da oltre la metà dei lucani, ossia da quelli che non votano e anche da quella parte di lucani che pur votando non si riconosce nel modo in cui da anni, dicevo circa quindici anni, viene (s)governata la Regione. Se non fosse chiaro mi riferisco al killeraggio politico operato da un “giornaletto” locale contro il Segretario Regionale del Partito Democratico Raffaele La Regina. Un giovane segretario espressione di quella parte del PD che fa capo al vicesegretario Beppe Provenzano e che per sensibilità politica e culturale è più attenta, rispetto al resto delle correnti del PD, ai temi sociali. Sia chiaro non sto parlando di “rivoluzionari” che approcciano alle questioni economiche e sociali con l’intenzione di voler cambiare i paradigmi di cultura politica ed economica dominanti; questa parte del PD prova ad affrontare le questioni con la consapevolezza che le politiche poste in essere sono insufficienti, come provano i dati che riguardano la Basilicata e non solo.

Quando è stato eletto segretario chi, come me, era uscito dal PD ai tempi di Renzi ha guardato con attenzione l’elezione di Raffaele La Regina. Penso di interpretare il pensiero di molti cittadini liberi che non si riconoscono in filiere e consorterie, quando affermo che tale elezione poteva, e può ancora, rappresentare un cambio di passo. In questi mesi, in più di una occasione. La Regina ha dimostrato che, in linea rispetto alle indicazioni che vengono dal nazionale, ha perseguito l’obiettivo di favorire la ricomposizione dell’area politica, soprattutto dell’elettorato, che, passando per le liste di sinistra, va dal PD al M5S.

Il Comitato “Comunità e Sviluppo Basilicata”, Comitato di liberi cittadini che si rifanno al PD, al Socialismo, al Comunismo e allo stesso M5S, hanno guardato con attenzione a questo nuovo corso, al PD di La Regina, ad Art. 1 e al M5S , in egual misura,ha guardato con attenzione a quanto avvenuto a Rionero con l’elezione del sindaco Mario Di Nitto. Sia chiaro, il “Comitato Comunità e Sviluppo Basilicata”,ritiene questi fatti indicatori di un processo politico che, interpretando la volontà di molti lucani, vorrebbe prendesse sempre di più forma. Proprio per questo, organizzando momenti di confronto tra esponenti del PD, del M5S, delle parti sociali,come sindacati e associazioni di categoria, persegue lo scopo di favorire tale percorso con la consapevolezza che ciò che succederà non dipenderà dal “Comitato”.

L’obiettivo che si vuole raggiungere è la costruzione di un’alleanza in grado di sfidare le solite operazioni trasformistiche miranti alla conservazione delle posizioni di rendita dei “capi bastone”, non solo politici, che da anni gestiscono nel senso più deleterio del termine questa regione. Sia chiaro, come membri del “Comitato” siamo consapevoli che esso non potrà determinare alleanze, candidature e programma.

D’altra parte, il killeraggio nei confronti del Segretario Regionale del PD o gli attacchi strumentali al “Comitato” , insieme all’oscuramento operato dai media locali (solo per inciso a Melfi è presente l’ex ministro delle politiche sociali Senatrice Catalfo e il tgr regionale si guarda bene dal dare la notizia, stessa cosa dicasi delle carta stampata locale) provano che la strada intrapresa è quella giusta. Il killeraggio del Segretario regionale del PD è dovuto a quelle consorterie che, al fine di mantenere le posizioni di rendita, lavorano per ripresentare lo stesso schieramento delle ultime regionali: una coalizione centrista/trasformista da contrapporre al centrodestra e al M5S. Parliamoci chiaramente una tale ipotesi per il futuro della Basilicata sarebbe una jattura, spingerebbe ancora una volta i lucani ad astenersi, a rinunciare a dire la propria rispetto al futuro della propria regione. Tale ipotesi è fondamentalmente conservatrice, è la rinuncia a dare un futuro alla Basilicata.

E’ conservatrice perché essa tutela le posizioni dei ruoli predefiniti per chi occupa ruoli di siagoverno che di opposizione. L’ipotesi conservatrice si confronterà utilizzando i soliti argomenti noti: il M5S è populista, il centrodestra è razzista e fascista, il PD utilizzerà queste argomentazioni con l’aggiunta della solita narrazione mainstream sui giovani, le libertà individuali, il razzismo mascherato da antirazzismo; il M5S farà il “giustizialista”; il centrodestra, dopo il fallimento palese a livello regionale e comunale di Potenza userà anch’esso argomentazioni scontate. Tutti gli schieramenti riempiranno i rispettivi programmi di: transizione ecologica e mobilità sostenibile scopiazzando qua e la parti di altri programmi senza capire che non sempre le ricette per lo sviluppo adottate da altre realtà sono le più idonee per la nostra regione. Per il “Comitato Comunità e Sviluppo Basilicata“ non serve il killeraggio di un giovane dirigente politico. La Basilicata, per provare ad invertire il declino verso il quale è avviata, ha bisogno di recuperare il senso di appartenenza alla propria comunità, di un programma di sviluppo capace di rompere le rendite di posizione e di mettere in campo una classe politica degna di tale definizione. 

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