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Barnier si dimette: la Francia in crisi

Dopo le dimissioni di Michel Barnier, il primo ministro francese, inizia per la Francia un periodo di crisi

E così dopo la crisi economica della Germania assistiamo a quella politica della Francia. Non siamo sempre noi ad essere gli ultimi della classe.

Quali sono le ragioni della crisi?

Dopo le elezioni di inizio estate sembrava che grazie a un accordo di desistenza fra la sinistra e il partito di Macron la Francia avesse sconfitto Le Pen e che in Francia avesse vinto la sinistra di Melanchon.

Sembrava! Perché il presidente della Repubblica Macron, che rimarrà in carica sino al 2027, non ha chiamato Melanchon a fare da Premier, come tutti si aspettavano.

Ha chiamato Barnier, un uomo del centrodestra, con un modesto appoggio in parlamento che non ha chiamato nel suo governo uomini della Le Pen ma si è basato su un appoggio esterno - debole dunque - neanche tanto esplicitamente promesso dalla Le Pen.

Inoltre su spinta di Macron ha iniziato una politica di tagli anche nella previdenza sociale

Su questo argomento ha poi cercato di approvare una legge di tagli senza farla passare dal Parlamento.

Ma ha fatto male i conti e sinistra e destra - che insieme avrebbero la maggioranza - hanno votato la sfiducia.

E cosa succede adesso? La parola spetta a Macron. Appare chiaro che senza una alleanza chiara o con la sinistra o con la destra il governo proposto da Macron non può governare.

Ed è probabile che da entrambi le parti si alzino le richieste.

La sinistra voleva il premier. La destra potrebbe accontentarsi di meno. Ma si tratta anche di fare un accordo di programma. Se tagli devono essere vanno concordati.

Nel frattempo la Von der Leyen si è recato in Uruguay per un accordo con il Mercosur che non piace a Macron. E nemmeno all'Italia.

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