• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cronaca > Badante ucraina, clandestina, muore per il timore di essere (...)

Badante ucraina, clandestina, muore per il timore di essere espulsa

Le amiche, connazionali e colleghe di lavoro della donna, sono intanto fuggite dall’appartamento che occupavano perché timorose di essere espulse in quanto presumibilmente clandestine.

Vita Orlava aveva trentanove anni ed era incinta. Di nazionalità ucraina da due anni si trovava in Italia nella pericolosa condizione di clandestina. Faceva la badante prima a Mola di Bari poi a Torre a Mare, paesi della prima cintura del capoluogo pugliese. Era entrata dunque di frodo in Italia ma si era ben presto saputa conquistare la fiducia delle anziane non auto-sufficienti per cui lavorava e delle loro famiglie. Aveva però deciso di tenere nascosta la gravidanza anche quando la medesima aveva iniziato a non essere più regolare: temeva, onde si fosse rivolta ad una struttura medica pubblica, di essere arrestata ed espulsa.

E’ morta ieri l’altro sola come un cane nella casa della vecchietta non autosufficiente a cui badava: durante la notte era stata assalita da lancinanti dolori al basso ventre, sintomi molto presumibilmente di un aborto spontaneo, e si era recata in bagno dove aveva avuto una forte emorragia. Raccolto il sangue perso in una bacinella ritrovata dai carabinieri sotto al suo letto, era rientrata nella sua stanza senza chiamare nessuno, sperando che i dolori si chetassero da soli. Evidentemente non è stato così tanto che quando Vera ha cercato di tornare nel disimpegno della casa è stramazzata al suolo morendo in poco tempo.


Il suo corpo è stato rinvenuto il mattino successivo dal figlio dell’anziana accudita che era andato a fare visita alla madre. Ora l’uomo teme di essere incriminato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, anzi sicuramente lo sarà giacché in Italia pare che la Legge sappia essere inflessibile solamente con i disperati. A seguito di rapide indagini i carabinieri di Bari hanno scoperto l’appartamento ove Vera si recava nel poco tempo libero che il lavoro le lasciava. Si trova a Mola di Bari e fino alla morte dell’ucraina era occupato da altre sue connazionali, badanti come lei e, presumibilmente, come lei clandestine.

Probabilmente appena avuta notizia del decesso della compatriota hanno pensato bene di scappare altrove per paura di essere fermate dai carabinieri ed espulse. Qui le forze dell’ordine hanno rinvenuto il passaporto della donna morta. Era, come detto, privo di visti d’ingresso nel nostro paese. Ora la salma di Vera Orlava, che si faceva chiamare Ylenia, si trova all’obitorio dell’ospedale di Acquaviva delle Fonti a disposizione della magistratura. Si trova cioè in quello stesso ospedale dove si sarebbe dovuta recare per controllare una gravidanza a rischio. Nessuno, almeno per ora, l’avrebbe denunciata. Qualora fosse entrato in vigore il nuovo decreto sicurezza, fortissimamente voluto dal governo Berlusconi, forse, invece, il medico di guardia avrebbe chiamato i carabinieri. Recenti notizie che riportavano il fatto che però, in varie parti d’Italia, alcuni medici già avevano anticipato, non richiesti, le norme del pacchetto- sicurezza devono averla spaventata a morte come hanno terrorizzato tantissimi altri “ invisibili” come lei. Si sta comunque creando in tutta la penisola un clima d’odio profondo tra autoctoni ed immigrati, anche regolari, che presagisce, purtroppo, per il futuro cose ben peggiori: il clima si è avvelenato in entrambi i campi e la caccia alle streghe, gli immigrati specialmente extra- comunitari, è iniziata.

La morte di Vera è figlia di questo clima.

 

Commenti all'articolo

  • Di psicologa88 (---.---.---.126) 14 giugno 2009 19:52

    come questa povera ragazza ce ne sono tante altre e mi chiedo come possa il nostro governo che dovrebbe essere basato sul rispetto dei diritti umani a calpestare queste persone come se fossero degli animali.....proprio noi che diciamo di aver tanta fede e fiducia in "DIO" che ha sempre detto non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te e rispetta il tuo prossimo come te stesso perché siamo tutti figli dello stesso Dio e tutti fratelli, vorrei avere faccia a faccia berlusconi e maroni solo per dirgli non dimentichiamoci che i primi immigrati siamo stati noi e che continuando così la nosttra italia sarà vissuta da loro che sono il futuro della nostra penisola e che se un domani saranno loro a trattare i nostri figli come ora noi trattiamo loro non dovremo mai aprir bocca e questo perchè il nostro governo é fatto di persone razziste e cattive

  • Di (---.---.---.144) 6 settembre 2010 09:54

    E’ una storia davvero triste, quando l’ho letta mi è venuta una gran rabbia. Questa povera donna, secondo la mia modesta opinione, è una vittima prima di tutto della povertà, poi dell’ingoranza, ed infine delle sue scelte di vita. Secondo la mia modesta opinione ha sbagliato: Innanzitutto ha sbagliato a non mettere al primo posto la salute del feto o comunque -se la gravidanza non era desiderata- la propria salute, si sarebbe dovuta rivolgere ad un ospedale di uno statocon una legislazione più permissiva dell’Italia sui clandestini, o se non c’è, in un ospedale del suo paese. In secondo luogo i miei genitori mi hanno insegnato a rispettare la legge, ed ancor più, se si è all’estero; infatti anche se alcune leggi sono ingiuste sono purtroppo imposte dalla maggioranza della popolazione (se ci si trova in un paese democratico) o da un nucleo di potere che condiziona le menti della massa (se ci si trova in un regime od in una dittatura). Questa povera badante avrebbe dovuto mettersi in regola, visto che il nostro paese lo consente ed è più facile essere assunte come badanti se si è straniere che non se si è italiana (mia zia che è una ex-infermiera, ha lavorato in un ricovero e parla perfettamente il dialetto locale dei nonni, è da 7 anni che chiede invano di essere assunta come badante nella sua provincia, ma i centri per l’impiego ed i servizi sociali preferiscono le straniere ed assumono in base alla razza invece che in base all’esperienza, alle referenze ed alle capacità - anche questa è una grave forma di razzismo che si dovrebbe combattere). Se nella peggiore delle ipotesi in Italia non riusciva a regolarizzare la sua posizione poteva tentare in un’altro stato, soprattutto conoscendo il suo stato di gravidanza e sapendo che in Italia come clandestina non si sarebbe potuta rivolgere ai medici. Infine io al posto suo sarei comunque andata da un medico per le cure, pur sapendo che sarei stata denunciata e rispedita al mio paese: la salute non ha prezzo!!

  • Di (---.---.---.250) 7 settembre 2010 08:55

    BUONGIORNO, SIGNORA, SONO L’AUTORE DELL’ARTICOLO:
    Inannzitutto la vorrei ringraziare per l’ipocrisia delle sue parole, che bene rivelano quelli che sono i sentimenti dell’italiano medio: la colpa comunque è quella della donna clandestina una poveraccia a cui i bravissimi italiani COME LEI fanno bene a rifiutare il contratto di lavoro che in Italia, checchè Lei ne dica non si ottiene tanto facilmente. Cosa vogliono queste straniere extra- comunitarie che vengono a rubare il lavoro, e magari il marito, alle nostre donne, a SUA ZIA ( BELL’INVENZIONE DA ITALIANA TUTTA MANDOLINO, PIZZA E CAMORRA LA MAMMA O LA ZIA CHE NON RIESCE A TROVARE LAVORO PER COLPA DI QUESTE DONNE DELL’EST), e che vogliono essere curate quando clandestine sono in fin di vita? NO, come giustamente scrive lei, meglio che muoiano, anzi bisogna considerarle delle assassine perchè hanno ucciso pure il feto. Che diamine, in condizioni di salute precarie sarebbe stato corretto pretendere che questa poveraccia in fin di vita avesse preso l’aereo e fosse tornata a Kiev. In Italia per i clandestini che stanno male NON C’E’ il pronto soccorso, C’E’ il carcere e questo, scrive Lei, è giusto perchè l’ha voluto la maggioranza degli italiani. Il massimo dell’ilarità della sua lettera però Lei lo raggiunge quando scrive degli italiani che, all’estero, osservavano scrupolosamente la legge, non come queste morte di fame slave che fanno quello che gli pare, ci rubano il lavoro e poi pretendono pure di essere curate a nostre spese. Lei non è mai stata in Svizzera? Non sa che quando nella Confederazione elvetica negli anni settanta vigeva una legge simile a quella voluta da Maroni in nome della sicurezza nei sottoscala dei palazzi i lavoratori italiani nascondevano le proprie mogli ed i propri figli, TUTTI CLANDESTINI, impedendo loro persino di fiatare per non essere sorpresi dalla polizia. Sta scritto nel Vangelo: " Gesù allora disse, chi rende scandalo dinnanzi al più piccolo dei miei Fratelli è meglio che si metta una macina al collo...". Ecco Signora io Le consiglio di mettersi quella macina al collo e di scomparire magari in qualche abisso, è l’unica cosa intelligente che le rimane da fare.
    Concludo notando che quando un popolo perde nei suoi discorsi ogni briciolo di umanità e si affida solamente al formalismo iniquo della legge voluta dalal sua maggioranza, magari drogata dai programmi spazzatura delle televisioni del premier allora è meglio che scompaia dalla faccia della terra. Il popolo italiano, affogato nel suo benessere si trova in questa drammatica situazione. 
    Con osservanza,
    Sergio Bagnoli 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares