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“Axeinos!” – Storia e geopolitica del Mar Nero

Ospitiamo oggi la prima recensione ad opera del nostro Bibliotecario di Babele, che ci guiderà da qui in avanti, come il suo alter ego di un immortale racconto di Jorge Luis Borges, nel mondo della lettura, attraverso opere contemporanee o del passato fondamentali per capire l’era presente. Partiremo con “Axeinos!“, il saggio sulla geopolitica del Mar Nero scritto da Mirko Mussetti, che l’Osservatorio presenterà a Milano il prossimo 1 giugno.

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Un tempo Axeinos (“inospitale”), in seguito Euxeinos (“ospitale”): l’evoluzione, prodottasi al seguito della crescente conoscenza nei suoi confronti, del nome con cui gli antichi Greci si riferivano al Mar Nero ne testimonia la mutevolezza. Mutevolezza che è ottimamente colta da Mirko Mussetti, giovane analista geopolitico e geostrategico attivo principalmente su Limes, nel suo Axeinos – Geopolitica del Mar Nero” (goWare, 2018), saggio breve e denso in cui è descritta la rilevanza di questo fondamentale specchio d’acqua e delle regioni ad esso contigue per gli equilibri europei.

Musetti padroneggia con dovizia sia il versante storico dell’analisi che la caratterizzazione degli equilibri geopolitici di una regione cruciale e, a suo modo, unica: il Mar Nero è infatti regione peculiare in Europa per eterogeneità delle tradizioni storiche, delle priorità strategiche e delle connotazioni demografiche e religiose dei popoli e degli Stati che insistono sulle sue sponde. Dalla Russia alla Turchia, passando per la Romania e l’Ucraina, l’eterogeneità regna sovrana. Prima linea del fronte tra Nato e Russia, crocevia di interessi energetici, commerciali e militari, vicino all’unico teatro di battaglia dell’Europa contemporanea (in Ucraina), il Mar Nero è animato da interessi di natura continuamente mutevole e sulle sue acque anche le alleanze hanno geometria variabile. Assieme a Mussetti si scoprono le mosse della Russia di Vladimir Putin, che scalpita per l’accesso ai “mari caldi” o per tutelare i suoi interessi in Ucraina e Moldavia, le dinamiche che agitano la “repubblica fantasma” di Transnistria, le acrobazie geopolitiche della Turchia di Erdogan e i suoi menage tra Mosca e Kiev, il sogno rumeno di ricongiungere alla madrepatria la Moldavia, completando una nuova Unirea, mascherato con la solida retorica europeista ed atlantista.

Il Ponto Eusino è regione calda. Perchè assieme ai Balcani rappresenta l’epicentro di conflitti e tensioni, un’area che produce più storia di quanta ne riesca a digerire. Perchè porta sull’Asia Minore, sul Caucaso, su una regione che nel lungo periodo la connettività geostrategica della “Nuova Via della Seta” a trazione cinese è pronta a assimilare. Mussetti invita a volgere lo sguardo a Est e invita anche l’Italia a pensare come l’interesse nazionale di Roma abbia delle componenti non indifferenti da difendere nella regione: al necessario superamento delle sanzioni a Mosca si aggiungono il dovere di ridefinire i rapporti con una Turchia sempre più in concorrenza con Roma, principalmente per motivi energetici, e di tenere d’occhio la Romania. Paese che vanta un’ascendenza latina e legami con l’Italia legati alla sua importante diaspora e può rappresentare un’importante meta per gli investimenti produttivi (energia, infrastrutture, logistica). Un Paese marittimo come l’Italia, del resto, non può permettersi di distrarre lo sguardo da una componente essenziale del “Mediterraneo allargato” quale il Mar Nero: e conoscerne le dinamiche è il punto di partenza cruciale per influire positivamente su di esse.

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